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Presentazione
Luigi Tenco “sognatore” tra i grandi della musica. Tutto esaurito in Filarmonica
Il giornalista Enrico Deregibuscon il libro “Lontano, Lontano”
Se dobbiamo iniziare la cronaca del dopo presentazione del libro “Lontano, Lontano - Lettere, racconti, interviste” (editore Il Saggiatore - in Libreria Coppo), scritto a quattro mani dal giornalista balzolese Enrico Deregibus e dal bolzanino Enrico De Angelis, curatore delle 440 pagine, si deve partire dalla data scelta per l’evento, in una Filarmonica (Serena Monina con il sindaco Emanuele Capra e il presidente del Consiglio Comunale Gianni Filiberti) tutta esaurita, ovvero domenica 26 gennaio.
Come mai dobbiamo partire da qui? Ieri, lunedì 27 gennaio, cadeva il 58esimo anno dal suicidio di Luigi Tenco, trovato esanime nella dependance dell’Hotel Savoy di Sanremo, durante il Festival 1967. Una data particolare a cui Deregibus, non vuole dare peso: «Di lui vogliamo ricordare i suoi lavori e analizzare la sua musica».
A moderare l’incontro il giornalista Luigi Angelino (tanti anni in sala stampa al Premio Tenco e al Festival di Sanremo condivise con Deregibus) insieme a Marco Cravino e Stefano Rossi di Radio in Fiore. Tenco un sognatore sin da bambino, come si legge anche nei temi scolastici, che amava le biciclette, non era un autore ombroso, era un piemontese di provincia (da Ricaldone, quindi monferrino anche lui), che sapeva aprirsi al mondo della musica.
Tra i grandi del cantautorato italiano di quell’epoca ha saputo raccontare l’amore, qualcosa di vero, il reale: sono pezzi intimisti che cantano la passione. «Mi sono innamorato di te/Perché non avevo niente da fare» e qui entra in gioco l’intermezzo della cantautrice monferrina (vincitrice del Contest PeM! 2024) Marcella Buzzi, in arte Ma.Bi., insieme alla chitarra di Francesco Messina. La musica più semplice, quella vera, quella autentica. Tenco ha condiviso lo scenario insieme ad altri giganti che hanno cambiato la storia della musica italiana: Sergio Endrigo, Giorgio Gaber, Gino Paoli, Enzo Jannacci e Fabrizio De André. La sua musica aveva radici italiane, ma con orecchie aperte verso il mondo: quel mondo che arrivava al porto di Genova.
Tenco amava le donne ed era amato dalle donne: dalle lettere con una certa Valeria, donna “ombra”, ma realmente esistita, fino all’amore con Dalida. Il cantautore era attento anche ai canti popolari e alle tradizioni folk: un applauso dedicato anche al casalese Maurizio Martinotti. Tenco ebbe successo anche in Sud America, per la canzone “Ho capito che ti amo” usata in una telenovela e in Argentina venne accolto da superstar.
E lì capì di poter partecipare a Sanremo, vista la sua fama. Tenco mise lo zampino anche in celebri successi come Yeeeeeh!! dei The Primitives e Ciao ti dirò di Giorgio Gaber. Il libro scritto da Deregibus ci permette di conoscere da vicino e nella sua evoluzione una figura creativa, piena di desideri, anticonformista e in anticipo sui tempi, umile e allo stesso tempo consapevole del potere delle parole e delle canzoni. Il potere delle parole, come dice Ma.Bi nell’annunciare il suo inedito che ha cantato in chiusura di serata. “Puntini”. «E alla fine rimaniamo puntini». Tenco apprezzerebbe.
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