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Zoofavola “Csì la parlava la mari tavan-a, ma ‘la tavanot al sapatava l’ spali: ti t’è trop ansian-a”

«Cara mamma, adesso sono arrivati i tempi del progresso»

L’Esopo monferrino Zoofavole dialettali raccolte e scongelate,tradotte e commentate a cura di Pietro Giordano Odalengi (21)

 

Tavanot Disübidient

“Dami da ment a mi:s’pör nen,

s’dev nen, l’è pruibì;mai in tavan ch’al sia ‘ntrà ‘nt ‘na stala.

Scutmi ‘na vota, ch’a l’è nent ‘na bala!”.Csì la parlava la mari tavan-ama ‘la tavanot al sapatava l’ spali:“Me cara mama, ti t’è trop ansian-a.

Ades tut l’è cambià, e fin-a l’ stali i sun pi nen culi d’na vota: adessosono arrivati i tempi del progresso!”.

Dicc facc, sa slansa:l’entra ‘nt la stala, ma ‘l droca sla pansa.As sent mancà ‘l fià,ma ‘l fa giüst an temp a scapà.

Però, pen-a surtì,l’ha ncura da dì:“Ti t’ciami stali custi? Ma va là:ai manca fin-a ‘l senso dell’ospitalità.Da dman, ‘na stala, facia cun coscienza,l’avrà ‘l so comitato d’accoglienza”.

Il piccolo tafano disubbidiente (contestatore)

La traduzione - “Ascoltami, non si può, non si deve, è proibito: nessun tafano è mai entrato in una stalla. Non è una leggenda”. Così parlava la madre tafana, ma il suo pic-colo scrollava le spalle: “Cara mamma, tu sei troppo anziana. Adesso tutto è cambiato. E persino le stalle non sono più quelle di una volta (...)”.Detto fatto, prende lo slancio e si precipita in una stalla. Ma cade pancia a terra, si sente sof-focare e fa appena in tempo a scappare.Però, appena uscito, sente ancora il bisogno di dire la sua: “La chiami stalla questa? Ma se vi manca perfino il senso dell’ospitalità! In fu-turo, una stalla coscienziosamente costruita, dovrà contenere anche un proprio comitato d’accoglienza”

 

Il commento

In quasi tutte le nostre campagne circolava una leggenda secondo la quale era stato un santo locale a vietare l’ingresso nelle stalle chiuse ai tafani.Effettivamente, pur trattandosi di una sem-plice legge di natura, non se ne può negare il carattere quasi providenziale: se i tafani en-trassero nelle stalle chiuse, sarebbe un inferno: molti animali impazzirebbero e reagirebbero inferociti. Circa il comportamento del piccolo tafano, c’è solo da osservare che il bello di certe favole sta nella loro “plasticità” cronologica, cioè nel fatto che possono mutare metafora ed allegoria col mutare dei tempi.Qui, volendo, vi si può leggere una profezia del Sessantotto. Oppure dei “buonisti” sull’immi-grazione di massa. Anche se, nella realtà, il nostro autore si limi-tava a registrare il fatto che ogni generazione è convinta, più o meno, di poter rifare il mondo e le sue leggi.A meno che non si voglia risalire ai tempi di Pierre-Joseph Proudhon e del suo diffusis-simo motto: “La proprietà è un furto”. Stalle comprese.


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