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  • 10 novembre 2012
  • Casale Monferrato

"Tre condannati per il “ricatto fiscale” da 400mila euro a professionista casalese

L’eccesso di confidenza con una donna con la quale aveva allacciato una relazione sentimentale e a cui aveva rivelato particolari relativi anche alla conduzione della sua attività, era costata cara a un professionista casalese al quale la donna - con il supporto di due complici - era riuscita a spillare una bella somma di denaro: oltre 400mila euro. Vittima un medico casalese che poi si era rivolto ai Carabinieri le cui indagini avevano portato all’arresto di tre persone con l’accusa di concorso in estorsione aggravata: Laura Martinengo, 53 anni, ex dipendente comunale di Crescentino; Michelina Manna, 47 anni e Giorgio Erdarelli, 62 anni, abitanti a Crescentino. I tre, nei giorni scorsi, hanno chiuso la loro pendenza giudiziaria con un patteggiamento davanti al gip: l’accusa di estorsione aggravata è stata derubricata in quella di truffa aggravata. Laura Martinengo, difesa dall’avv. Massimo Somaglino del Foro di Vercelli, è stata condannata a 23 mesi di reclusione e 640 euro di multa. Più mite la pena - anche in virtù della loro posizione giudiziaria - ottenuta dall’avvocato casalese Roberto Degiovanni per i suoi assistiti: Michelina Manna e Giorgio Erdarelli, sono stati condannati ciascuno a 8 mesi 14 giorni di reclusione e 320 euro di multa. Sospensione condizionale per tutti concessa dal giudice. Una vicenda andata avanti per un paio d’anni e che si era conclusa nei primi mesi del 2012. La Martinengo e il professionista casalese si erano conosciuti in città, nello studio di lui. Tra i due si era instaurato un rapporto di stretta amicizia, poi sfociata in una relazione. Così, in alcune occasioni, l’uomo aveva rivelato all’amica anche alcuni particolari attinenti ad “atteggiamenti non del tutto corretti” relativi alla propria professione. E questa aveva pensato bene di approfittare della situazione cominciando a tenere il medico sulla corda, facendogli credere che presto sarebbe stato fatto oggetto di controlli da parte dell’Ufficio delle Entrate o della Guardia di Finanza in relazione a fatture non emesse per le sue prestazioni professionali. Controlli che però potevano essere evitati grazie a conoscenze che la Martinengo vantava di avere in alto loco, addirittura a livello di Ministero: ma che, naturalmente, andavano adeguatamente “oliate”. Così si era inventata la figura di un paio di alti funzionari - impersonati dai complici - della sede romana dell’Ufficio delle Entrate che il medico casalese, in alcune occasioni, aveva contattato naturalmente solo telefonicamente. Nel frattempo erano cominciati i versamenti di denaro alla donna che doveva agire da tramite con i fantomatici funzionari corrotti: “mazzette” da 5, 10, 15mila euro ogni volta, ma che in alcuni casi erano arrivate anche a 30mila euro. Il medico sembrava irretito dalla donna che lo disorientava ulteriormente anche con infuocate conversazioni telefoniche dai contenuti erotici. Ma a un certo punto, rendendosi conto della situazione in cui era precipitato, stanco di vedersi spillare denaro, il professionista si era deciso a sporgere denuncia. Le indagini, coordinate dalla Procura di Casale, erano state affidate ai Carabinieri del nucleo operativo i quali dopo i dovuti accertamenti, monitorando situazioni e documentando prelievi e passaggi di denaro, avevano arrestato la Martinengo e i suoi due “collaboratori”.

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Enea Morotti

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