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I primi commenti

Eternit-bis: «Una sentenza importante perché si spera di ottenere finalmente giustizia»

Intervengono il Circolo di Casale del Pd e Legambiente

«In un primo tempo la lettura della Giudice lascia tutti un po' smarriti perché dichiara Schmidheiny assolto perché il fatto non sussiste o è addirittura prescritto nei confronti di diversi casi. Per gli altri casi viene confermata la sentenza di primo grado con una riduzione della pena da 12 anni a 9 anni e 6 mesi per la diminuzione delle vittime prese in considerazione. Anche i risarcimenti vengono ridotti».

Interviene così il Circolo di Casale Monferrato del PD: «Pur aspettando la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, i pubblici ministeri e gli avvocati dell'accusa si sono dichiarati soddisfatti perché l'impianto dell'accusa è stato confermato: Stephan Schmidheiny è colpevole! Come ha affermato al termine Bruno Pesce questa conferma della sentenza di Novara è molto importante perché si spera di ottenere finalmente giustizia nei confronti delle innumerevoli vittime di lavoratori e cittadini di Casale, vittime causate dall'amianto criminale dell'Eternit».

«Raggiungere verità e giustizia in modo definitivo anche in Cassazione dovrebbe  essere un atto dovuto, in quanto lo sviluppo produttivo ed economico non può attuarsi al solo vantaggio del profitto e a discapito della salute dei cittadini o dell'ambiente. La giustizia deve affermare che così  non si doveva e non si dovrà  fare. Nel contempo si spera in una forte ripresa dell'iniziativa dei nostri  Comuni  per completare la bonifica e per sollecitare la promozione della ricerca atta a sconfiggere  il mesotelioma».

Il principio “chi inquina paga”

«Stephan Schmidheiny, magnate svizzero e unico imputato nel processo Eternit bis, è stato condannato a 9 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo. Lo ha deciso oggi, giovedì 17 aprile, la Corte d’Assise d’Appello di Torino che lo ha assolto per 28 casi a cui se ne sono aggiunti 27 andati in prescrizione. Dei 147 casi del primo grado sono rimasti 92 morti per cui è stato condannato in Appello», commentano da Legambiente.
 
«Legambiente esprime, nonostante tutto, soddisfazione per la sentenza della Corte d’Assise di Torino – dichiarano Stefano Ciafani, presidente di Legambiente Nazionale, Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Vittorio Giordano, presidente del Circolo Legambiente Verdeblu di Casale Monferrato - È stata riconosciuta la colpa, la corresponsabilità dell’imputato per le morti per mesotelioma, la corresponsabilità per una ferita ancora aperta sul territorio casalese. Ancora oggi si muore per mesotelioma legato all’esposizione all’amianto, a Casale ma non solo».
 
A Casale Monferrato Legambiente «ha organizzato lo scorso 27 novembre la prima tappa della campagna nazionale “Ecogiustizia subito – In nome del Popolo inquinato”, in collaborazione con Libera, Agesci, Acli, Azione Cattolica e Arci, con cui chiedeva azioni urgenti per le bonifiche dei SIN e SIR nazionali (per le quali è stato firmato un “Patto di Comunità” da Enti locali ed Associazioni del territorio) e che fosse rispettato il principio “chi inquina paga”».
 
«La sentenza va nella direzione auspicata - continuano Ciafani, De Marco e Giordano – pur nella limitatezza delle pene erogate: oltre alla condanna detentiva, infatti, sono stati riconosciuti al Comune di Casale e 500.000 allo Stato Italiano».

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Enea Morotti

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