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Evento

“E mi no firmo”, un secolo dalla nascita di Basaglia

Mercoledì 6 novembre alle ore 21 alla CGIL di Casale

Franco Basaglia. Psichiatra, rivoluzionario nella sua strategia di pensiero

"E mi no firmo” (io non firmo). Questa, è la frase in dialetto veneto che Franco Basaglia usava per non autorizzare l’uso della contenzione sui propri pazienti psichiatrici. “Non si trattava di un semplice diniego, in quanto,  quelle parole contenevano tutta la dirompente forza di una strategia precisa, per riformare l’ambito della salute mentale e per ribaltare totalmente un sistema (quello dei manicomi), in cui la persona scompariva ed era ridotta a cosa e/o a problema di ordine pubblico” spiegano Alberto Deambrogio di Rete delle Alternative e Mirko Oliaro della CGIL.

 A 100 anni dalla nascita di Basaglia, mercoledì 6 novembre alle ore 21 presso la Camera del Lavoro di via Galeotto del Carretto 10, si terrà un incontro aperto alla città e al suo territorio, sia per omaggiare lo psichiatra veneziano che "liberò" i matti rinchiusi in manicomio, per ridargli dignità e libertà, sia per portare il suo messaggio ai giovani e per comprendere cosa resta oggi della sua impegnativa eredità. Basaglia fu straordinariamente capace di analizzare gli enormi problemi che la medicina ufficiale e la società del tempo non vollero affrontare.

“Laddove la società si rifiutò di vedere il trattamento inumano riservato ai malati di mente e nell’incapacità della psichiatria tradizionale di affrontare una vera cura (i pazzi venivano rinchiusi e molto spesso trattati con elettroshock), Basaglia sperimentò un sorprendente metodo alternativo, concedendo ai suoi pazienti di diventare i protagonisti della propria guarigione, liberazione e rinascita” proseguono gli organizzatori. “Basaglia fu sperimentatore e lottatore con la consapevolezza che non avrebbe mai potuto cambiare le cose da solo. Per molti aspetti lo si può riconoscere tra gli attori di spicco del lungo ‘68 italiano, al cui termine videro la luce sia la legge 180/78 (la riforma Basaglia, appunto, che decretò la chiusura del manicomio), sia la legge 833/78 (la riforma che diede vita al Servizio Sanitario  Nazionale)”.

Gli anni che ci dividono da quelle conquiste hanno portato seco un complessivo peggioramento delle condizioni economico finanziarie, sociali e culturali, che le resero possibili. “Nel tempo in cui si preferisce spendere sempre di più per gli armamenti e meno per la salute, avanza una proposta di legge che, addirittura, vorrebbe riaprire i manicomi, mentre per i servizi psichiatrici territoriali, gli operatori, i pazienti e le loro famiglie le difficoltà aumentano”.

Per trattare questa duplice tematica, dell’approccio e della visione di Basaglia, nonché della situazione critica in cui si trova a vivere la sua eredità riformatrice ed emancipatrice, gli organizzatori hanno invitato due donne  dalla solida formazione professionale e da lungo tempo impegnate sul campo, profonde conoscitrici dei nodi da affrontare quando si parla di salute mentale. Si tratta di Caterina Corbascio (medica e psichiatra) e Anna Maria Accetta (psicologa in un Centro di Salute Mentale). Ingresso libero.


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