Evo monferrino: il territorio punta forte sull'olio

Anche un laboratorio di degustazione

di Chiara Cane

Cresce l’interesse per l’oro verde di bandiera, che registra punte di diamante nel Monferrato trasferendo appeal all’intero territorio e recuperando l’antica tradizione olivicola andata perduta durante la piccola glaciazione di fine Ottocento.

Grazie all’intuizione di menti illuminate e, anche, lungimiranti, olivigni (cultivar) autoctoni italiani e alcune talee, prelevate da pochi esemplari plurisecolari acclimatatisi e rimessi in produzione, sono stati forieri di una nuova stagione dell’olivicoltura e dell’Olio Extra Vergine d’Oliva piemontese che, nel Monferrato, registra un timido ma crescente trend di produzione, distinguendosi per le particolari e spiccate proprietà organolettiche.

Di “verità, falsi miti, curiosità ed effetti sulla salute dell’Olio Evo” se n’è parlato domenica 8 dicembre a Moncalvo, in occasione della XIX Rassegna/Mostra Oleicola del Piemonte promossa dal Comune e curata dal veterano dell’olivicoltura Valentino Veglio di Patro. Ospiti della Giornata di approfondimento sono stati l’oleologo, sommelier dell’olio, produttore e consulente Lorenzo Palazzoli (medico di professione) e l’esperta di olive e oli Evo Eva Collini, titolare dell’Evo Shop di Torino e membro di giuria del Leone d’Oro Toscolano Moderno e dell’Olio Evo Awards Milano International.

“La città di Moncalvo è orgogliosa di celebrare, quindi promuovere e valorizzare, le migliori eccellenze agroalimentari che il territorio offre” ha apprezzato il sindaco Diego Musumeci riferendosi al tartufo bianco e al bue grasso (storiche fiere nazionali) oltre che al vino e, ultimo ma non ultimo, all’olio Evo: “un vero e proprio paniere da re!”.

Delle numerose proprietà benefiche del “grasso buono che fa bene alla salute e allunga la vita”, già se ne aveva contezza, ma che lo stesso fosse un anche “un toccasana, meglio delle pastigliette blu, per ridurre l’impotenza del 40%”, come ha detto Palazzoli, è stata una notizia molto gradita, non solo per il sesso forte. L’oleologo ha così prodotto un puntuale excursus sulle proprietà benefiche dell’olio Evo (assai diverso da quello d’oliva), precisando che “è particolarmente indicato per prevenire molte malattie, tra le quali quelle: cardiovascolari, dermatologiche, neoplastiche, osteo-articolari e gastrointestinali, oltre al diabete Mellito e all’nvecchiamento cerebrale. Inoltre, l’Evo riduce il rischio di ictus del 41% ed è attestato che le sue componenti fenoliche, in particolare l’idrossitirosolo, influenzano negativamente il processo di sviluppo di alcune neoplasie. Particolarmente indicato anche in gravidanza per la presenza di acido Linoleico, linolenico e oleico, fondamentali per lo sviluppo del sistema nervoso fetale”.

“Coltivare ulivi e produrre olio, tuttavia, resta più una nobile passione che non un redditizio mestiere, per i risicati guadagni che ne derivano, in particolare, là dove le produzioni restano convintamente di nicchia, come nel Monferrato” ha spiegato Veglio. Ma è proprio nella soluzione di nicchia che i produttori monferrini stanno investendo, certi che tale mercato abbia ancora ampi margini rispetto ad una domanda abbondantemente superiore all’offerta, tant’è che l’olio finisce mediamente due/tre mesi prima della nuova raccolta.

Ma quanto i consumatori di Evo sono disposti a spendere? “Mediamente 15 euro al litro, ma dove c’è una narrazione che accompagna la produzione, allora, possono spendere anche di più” ha spiegato la Collini, precisando, tuttavia, che di olio Evo (adatto sia crudo, sia cotto sia per fritture) ne occorre molto meno, pur garantendo una restituzione gusto-olfattiva ampia e persistente.

La sessione pomeridiana della Rassegna ha visto protagonisti del Laboratorio di degustazione, tra gli alti, gli Evo locai delle Aziende Agricole: Veglio, Oliviera di Olivola, Cascina Allegra di Ottiglio e Carucci di Casorzio, oltre alla presenza dell’Asspo.