Il ghetto di Terezin è stato il più grande campo di concentramento della Cecoslovacchia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Terezin era una città fortezza che diventò città-ghetto per gli ebrei, non un campo di sterminio, ma piuttosto luogo di transito e di propaganda nazista, definita «la città che Hitler regalò agli ebrei».
Una sorta di ghetto propaganda con cui nazisti fecero credere al mondo che gli ebrei nel ghetto di Terezìn avessero una vita autonoma con botteghe, teatro, biblioteca, campo sportivo, tutto quanto era necessario alla loro vita, mentre quasi ogni mese 10-15.000 ebrei venivano mandati a Auschwitz per essere eliminati, per far posto ai nuovi arrivi.
A Terezin vennero deportati intellettuali, ebrei famosi, artisti, scienziati, filosofi, pittori, uomini di cultura e di teatro, bambini.
Al salone Tartara alle 16,30
E proprio la particolare realtà del ghetto di Terezin è al centro dello spettacolo Le bambine di Terezin del Faber Teater, che andrà in scena domenica a Casale Monferrato al Salone Tartara di piazza Castello alle 16,30.
Regia di Giuseppe Morrone e Aldo Pasquero, in scena Paola Bordignon.
«Nello spettacolo - dice l’attrice - racconto delle particolarità di questo campo, abitato da persone speciali che - la sera, dopo aver lavorato 10 ore per i nazisti - fanno musica, teatro, leggono poesie, cantano. Racconto di un’opera per bambini - “Brundibar” - che parla della lotta contro un tiranno, dell’abbellimento della città per la visita della Croce Rossa nel 1944, del film di propaganda girato nel ghetto.
«E racconto dei bambini, i loro disegni, le loro parole, poesie, diari, frammenti di vite vissute in un mondo di brutalità. I ragazzi erano spinti a esprimere le loro emozioni, le loro paure, a guardare il cielo e sperare di sopravvivere.
«C’è spesso leggerezza - continua l’attrice - nelle loro testimonianze ed è questa leggerezza, questa delicatezza che abbiamo cercato nel creare questo lavoro, uno sguardo diverso sull’Olocausto, come singolare è la storia di Terezin.
«Diciamo dell’arte, della musica, del teatro, della poesia che hanno tenuto in vita le persone, le hanno aiutate a restare esseri umani”.
Ricavato a favore di Sinagoga e museo ebraico
Lo spettacolo è organizzato dall’associazione culturale C’era una volta, dalla Comunità Ebraica di Casale e dal Comune di Casale.
Prevendita dei biglietti (5 euro) presso la Comunità Ebraica Casalese oppure telefonando ai numeri 0142-71801, 345-3350871. Il ricavato verrà devoluto al sostegno della Sinagoga e del Museo d’Arte e Storia Ebraica di Casale. È possibile prenotare anche contattando il 345 3350871 e via e-mail all’indirizzo assceraunavolta@libero.it.