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Viaggio d'autore a Marengo dove una Piramide ricorda la vittoria di Napoleone

Il Museo di Marengo: è allestito nella villa che nel 1845 Antonio Delavo, farmacista alessandrino, fece realizzare per commemorare la vittoria napoleonica sugli Austriaci nella battaglia combattuta il 14 giugno 1800 a Spinetta Marengo, frazione di Alessandria. Ne conseguì l’annessione francese del Piemonte. L’edificio ingloba l’antica locanda che ospitò Napoleone e i feriti della battaglia. Il percorso si snoda attraverso una piramide e una dozzina di sale su due piani, nelle quali si osservano cimeli, stampe e documenti con un supporto multimediale di prim’ordine (l’allestimento è costato 1,2 milioni di euro) che è utilissimo per inquadrare gli avvenimenti e rendere piacevole la visita (pensiamo alle scuole). L’ultima tappa è rappresentata dalla stanza nella quale Napoleone si ritirò alla fine dei combattimenti. Consigliamo anche di alzare gli occhi ai dipinti ai quali lavorarono Paolo Maggi (Sannazzaro 1810-Fara Novarese 1890, attivo anche a Crea) e il pittore lomellino Sperati e di fermarsi un po’ di più alla stanza dei putti madreperlacei (quando troveranno i fondi faranno un catalogo...). Si arriva in poco tempo al Museo grazie alla nuova tangenziale di Alessandria che, arrivando da Casale, si imbocca alla rotonda di San Michele. Al platano di Napoleone le indicazioni portano al parcheggio in mezzo al parco dominato dalla Torre di Teodolinda (il prof. Dionigi Roggero ricorda i legami con il Duomo di Casale...). Ci attende Gigi Poggio appassionato direttore di Marengo Museum dal 2009. Il suo motto è “coniugare la cultura col verde”. E visto che siamo alla periferia di una grande città è un miracolo aver salvato quest’area. Arrivano subito il presidente della Provincia Paolo Filippi e il capo ufficio stampa Cristina Antoni. Iniziamo la visita. Entriamo dal “lato B” oggi caratterizzato nella corte dalla piramide di Marengo (era un’idea proprio di Napoleone in ricordo dei morti in battaglia) che ha al centro (e illuminato da un cono di luce dall’alto) un busto dell’imperatore, grazioso prestito del comune alessandrino. Un lato della Piramide è utilizzato come biglietteria e info point, un altro ospita un grande plastico della battaglia che anni e anni fa animava un appassionato, si chiamava Manganese, per gli scarsi visitatori. Attraverso un passaggio coperto realizzato l’anno scorso, entriamo a Villa Delavo. Ribaltando l’accesso dai vetri dell’atrio si ammira in prospettiva il cortile con la statua di Napoleone di Benedetto Cacciatori e le colonne. All’interno ci insegue la musica classica. Al piano terra le sale a sinistra sono dedicate alla storia napoleonica prima di Marengo, con riferimenti a Vienna, a Parigi, all’Italia e all’assedio di Genova. A destra la Campagna d’Italia, il passaggio delle Alpi a Bard e i preparativi per gli scontri con gli Austriaci. Il primo piano è tutto dedicato alla grande vittoria di Marengo. Filippi è di casa, ci fa tastare il peso di un fucile o di uno zaino, indossare un cappello piumato, bisogna stare attenti: sono nelle sezioni rosse “Tocca e prova” a disposizione proprio dei visitatori, come da certi sportellini angolari spuntano stemmi e descrizioni Ci sono le sezioni dedicate alle spie, i modellini dell’artiglieria di Parigi, la stanza delle armi, quella della medicina, una sala dedicata a Desaix. Non manca il calamaio utilizzato per la firma dell’atto di pace. Il secondo piano è in allestimento col patrimonio napoleonico della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Passa un visitatore di Casalpusterlengo, Gian Carlo Ruggeri, sa tutto di Napoleone, tant’è che voleva andare a Lascia o Raddoppia, è soddisfatto: “Credevo un piccolo Museo, sembra di viverla la battaglia, di tornare indietro”. Consigliamo un finale nel Parco dove da non molto tempo si è svolta la rievocazione storica della battaglia (state attenti alle date del prossimo anno). Il chiosco bar ha a disposizione il vino Marengo realizzato con l’ausilio dell’illustre enologo Donato Lanati, si è giunti ad un Cortese di territorio, puro al 100%, proponendolo con tre nuove vinificazioni: frizzante, con metodo Charmat e con metodo classico; fresco è una delizia. Orari. Per tutto settembre da martedì a venerdì 15-19; sabato e domenica 10-19. Orario invernale sabato e domenica 10-19. Info 0131 303670; 339 2300751. Ingresso intero sei euro. Il decreto napoleonico per la Piramide :“Nel maggio 1805 Napoleone, imperatore da pochi mesi, decide di compiere un viaggio in Italia, sui luoghi che lo videro vincitore pochi anni prima. L’occasione è data dalla sua incoronazione a Re d’Italia che deve aver luogo a Milano. Sul cammino si ferma per alcuni giorni ad Alessandria per ispezionare le nuove fortificazioni della città e verificare lo stato dell’organizzazione del nuovo Dipartimento di Marengo, acquisito dalla Francia dopo la vittoria del 1800. Ma lo scopo principale è ritornare sulla piana che gli diede la vittoria; la giornata prescelta è domenica 5 maggio 1805. Quel giorno il tempo è splendido, brilla un sole radioso e tutta la città è corsa a vedere l’Imperatore e Joséphine, la sua sposa. Si dice che succederanno cose mirabili”. Così scrive Giulio Massobrio nel volumetto intitolato “Che si salga di pietra in pietra, come su quella d’Egitto. Sulle tracce della Pyramide de Marengo”, pubblicato nella collana “Le Violette dell’Imperatore” (Impressioni Grafiche, Acqui Terme, 2009). Napoleone è raggiante, indossata l’uniforme e il bicorno di allora, spiega all’imperatrice i fatti della battaglia di Marengo davanti a trenta battaglioni di fanteria in linea, quattro di fanteria leggera, l’artiglieria e sette squadroni di cavalleria in manovra. Lo stesso giorno emana da Alessandria questo decreto imperiale: “Art. 1°. Sarà costruito nella piana di Marengo un monumento alla memoria dei coraggiosi morti in questa giornata. Art. 2°. Questo monumento consisterà in una piramide di grande dimensione. All’interno di questa piramide sarà ricavata una camera rivestita di lastre di marmo, sulle quali saranno incisi i nomi degli uomini che sono morti. Art. 3°. Il genio militare sarà incaricato dell’esecuzione di detto monumento. Saranno impegnati, in quest’anno, 30.000 franchi sui fondi del genio. Art. 4°. Il ministro della guerra è incaricato dell’esecuzione del presente decreto”. La sua volontà è legge e in una lettera ne chiarisce le ragioni: “La mia intenzione è che questo monumento sia una piramide tutta di grandi pietre al fine di essere al riparo del tempo… Avrà le stesse dimensioni della grande piramide d’Egitto, ben inteso che sarà più piccola… sufficientemente grande per avere una bella sala interna, oscura; e, su lastre di marmo, saranno scritti i dettagli della battaglia, i nomi dei soldati morti e avvenimenti diversi. Io non vedrei alcun inconveniente a che, su una lastra di marmo, vi sia il piano figurato della battaglia. Non saranno necessarie scale per salire fino in cima, che si salga di pietra in pietra, come su quella d’Egitto”. Una forma perfetta in un luogo magico che da sempre rappresenta il legame fra cielo e terra. Questo il significato della piramide di Napoleone che nella piana di Marengo ricordasse eternamente, insieme al sacrificio del generale Desaix e dei suoi uomini, la sua gloriosa vittoria. Dopo due secoli il sogno napoleonico si è avverato nella grande piramide simbolo del Marengo Museum. A quota 500 Venerdì 8 gennaio 1993 iniziavamo con “Cuccaro e Colombo” la serie dei “Viaggi d’autore”, che ha raggiunto oggi il traguardo dei cinquecento articoli; la scelta del luogo non era casuale, ma motivata dall’anno colombiano appena concluso. Dopo dieci anni, nel 2003 il numero dei Viaggi sfiorava i duecento da cui l’Editrice Monferrato ne raccoglieva settanta pubblicati in un libro, che ha fatto un po’ da apripista culturale grafico a una fortunata collana. Da allora l’attenta ricognizione sul territorio ha continuato a fornire sorprese sul passato e sull’attualità, a conferma di una non comune vivacità culturale, storica e artistica, spesso è ignorata dagli stessi abitanti. Anticipiamo che stiamo ultimando la redazione del secondo volume dei Viaggi d’autore, libro strenna per gli abbonati 2013.

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Michele Castagnone

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