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Domenica scorsa

La festa patronale di Sant'Agata a Pontestura

Santa messa in chiesa parrocchiale e processione per le vie del paese

La processione con la reliquia della santa

Domenica pomeriggio, la comunità di Pontestura si è riunita in una chiesa parrocchiale per celebrare la festa patronale di sant’Agata. La devozione di Pontestura verso la santa catanese risale al XII secolo, quando il papa Innocenzo III stabilì l’intitolazione della nuova chiesa del paese proprio a sant’Agata della quale la chiesa monferrina conserva una preziosa reliquia giunta nel 1715 grazie alla donazione del Marchese Mossi, funzionario in Sicilia del Regno di Vittorio Amedeo di Savoia, che aveva acquisito la sacra reliquia proprio a Catania.

Una devozione molto sentita confermata dalla grande partecipazione dei pontesturesi alla messa seguita dalla processione. A presiedere la celebrazione è stato mons. Alceste Catella, vescovo emerito di Casale, affiancato dal parroco don Francesco Garis, dal can. Davide Mussone, dal can. Sandro Luparia e dal salesiano don Mario Ercole. Presente anche il diacono Ivan Garofalo, che presta servizio alla parrocchia dell’Addolorata, originario di Catania e, dunque, devoto della santa.

Dopo l’arrivo del vescovo Catella, il parroco don Garis gli ha rivolto parole di benvenuto ricordando l’ultima presenza del presule a Pontestura il 5 giugno 2016: «Io ero diacono in servizio qui. Pontestura la accoglie con lo stesso affetto di allora perché i pastori non si dimenticano». E poi, riferendosi alla patronale: «Non si può capire Pontestura senza sant'Agata. La nostra è una comunità viva e vivace: questa chiesa è ancora punto di riferimento per il paese che cerca di tenere unite le persone in un mondo in cui poche cose ci legano».

Di «momento importante e significativo per la comunità» ha parlato anche mons. Catella: «Sono sempre venuto per sant’Agata e ho sempre vissuto con gioia questa celebrazione che mi permette di sentire una comunità viva e partecipe». Il vescovo emerito ha poi ricordato lo storico parroco mons. Renzo Monti riservando, poi, un pensiero per don Garis che «è stato l'ultimo sacerdote che ho ordinato, il mio ultimo nato».

Da mons. Catella anche un ricordo del suo ex vicario generale, oggi vescovo di Chiavari, mons. Giampio Devasini: «Vi chiedo anche scusa per aver contribuito a portarvi via il caro don Giampio». Al termine della messa, presieduta dal can. Mussone e accompagnata dalla banda di Occimiano, si è tenuta la processione per le vie del paese con la reliquia della santa patrona. Come l’anno scorso, è stata distribuita a ogni famiglia una grissia e una candela: un’antica tradizione riscoperta dagli storici locali Elisabetta Meda, Renato Pugno e Francesco Romanello e che don Garis ha voluto ristabilire.


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Mario Martuzzi

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