Solonghello la Grande Guerra è ricordata dalla lapide commemorativa in marmo posta nel 1920 sul palazzo comunale in piazza Castello e dal vicino Parco della Rimembranza (da valorizzare). Ha la forma di torre comunale con incisa una figura di profilo (allegoria della Vittoria) sopra l’elenco dei Caduti con questa iscrizione commemorativa: “Alla memoria dei valorosi figli del Comune di Solonghello che eroicamente combattendo caddero per una più grande Italia 1915-1918”.
Il monumento ai Caduti della piccola borgata di Fabiano è circondato da una balaustra metallica, presenta su un piedistallo una statua in bronzo di un soldato con una bandiera nella mano destra e nella sinistra una piccola ma ben modellata figura con ali e corona di alloro fra le mani, allegoria della Vittoria. Una curiosità già rilevata a suo tempo da Idro Grignolio: la sostituzione nel dopoguerra del saluto romano con la bandiera che l’eroe tiene per la punta dell’asta.
Sotto sono ricordati i nomi con questa iscrizione commemorativa: “Umili grandi cuori pregando nella nostra chiesa lavorando nei nostri campi impararono che la vita è dovere e fede. Il giorno del dovere fedeli donarono la vita per la pace il lavoro la preghiera del piccolo paese della grande Italia”.
È opera dello scultore Attilio Gartmann (Vercelli 1877-1928) figlio di un noto orologiaio di origine svizzera che aveva il negozio nella centrale piazza Cavour di Vercelli dove è stato allievo dell’Istituto di Belle Arti di sotto la guida di Francesco Porzio, autore del monumento alla Difesa di Casale. Gli studi proseguono alla all’Accademia di Brera, con Tallone, Butti e Confalonieri; diventa uno dei maggiori esponenti della cosiddetta “monumentalistica di guerra”, scompare poco prima dell’inaugurazione.
La cerimonia si tenne domenica 19 agosto 1928 alla presenza del Principe di Piemonte Umberto di Savoia e di molte autorità tra le quali il sottosegretario alla guerra Ugo Cavallero, gli onorevoli Olmo, Mazzucco e Alice, il quadrumviro e governatore della Somalia Cesare Maria Devecchi di Val Cismon, il vescovo Albino Pella. Era presente anche uno dei decani del giornalismo subalpino Ermenegildo Gallardi, direttore del giornale vercellese “La Sesia”, padre della medaglia d’oro Carlo, sottotenente di complemento della Compagnia mitraglieri Fiat, morto il 22 agosto 1917 per ferite riportate in combattimento sul Carso (quota Alberata) e sepolto nel piccolo e suggestivo camposanto. Nato a Vercelli il 25 luglio 1885 da Ermenegildo ed Ermelinda Barioglio, il giovani di vivace ingegno, educato agli alti ideali di Patria, di era uno degli 83 giornalisti eroi della prima guerra mondiale, avendo esercitato l’attività giornalistica, scrivendo sul giornale paterno.
Questo l’elenco dei caduti di Fabiano con l’età e la data di morte: Amelotti Ernando d’anni 24 - 19.6.1917; Corrado Francesco d’anni 33 - 30.6.1917; Deandrea Andrea d’anni 19 - 7.12.1917; Degiovanni Pietro d’anni 20 - 21.10.1918; Massa Giovanni d’anni 32 - 21.10.1918; Manacorda Secondo d’anni 30 - 28.1.1918; Manacorda Ercole d’anni 24 - 3.6.1918; Picco Guglielmo d’anni 22 - 24.6.1918; Picco Demetrio d’anni 20 disperso”. Questo l’elenco dei caduti di Solonghello: Barioglio Francesco; Barioglio Eugenio; Corrado Francesco; De Giovanni Pietro; Barioglio Dante; Gallardi Carlo S.T.M. Med. d’oro; Picco Demetrio e Picco Guglielmo.