Cavallero: acquisire una coscienza civile condivisa che condanni l'omicidio
di Annamaria Crosio - Presidente Comitato Unitario Antifascista
Come cittadina di Casale e come Italiana che onora il Tricolore, vorrei porre alcune domande ai tre estensori dell’articolo “Cavallero, Badoglio e la mostra sul colonialismo” (“Il Monferrato”, 17 febbraio 2012).
È utile fare confronti sulle maggiori o minori gravità delle stragi perpetrate nella storia del nostro Paese, ordinate dall’uno o dall’altro generale? Non sarebbe meglio acquisire una coscienza civile condivisa che condanni l’omicidio anche di un solo bambino, anche di un solo anziano, anche di una sola donna inerme, perpetrato allo scopo di terrorizzare e costringere un’intera popolazione a subire un potere imposto con la violenza?
È corretto addossare la responsabilità dell’aiuto italiano ai ribelli libici al Capo dello Stato Giorgio Napolitano? Non fu il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a decidere di combattere l’amico Gheddafi, dopo aver per anni preso a braccetto il “Rais”, al quale il popolo libico si è ribellato? Non si incita all’odio antinazionale mettendo in cattiva luce il Capo dello Stato, rispettato in Italia e all’estero come persona e come figura istituzionale?
Gli Italiani nel mondo hanno dato esempi eccellenti in vari campi. Siamo orgogliosi di essere italiani in Italia e all’estero. Ma non è esempio di onestà intellettuale riconoscere gli atti riprovevoli compiuti durante il periodo del colonialismo e della seconda guerra mondiale, così dagli Italiani come da altri ben più potenti Stati colonialisti?
Durante la dittatura fascista avremmo avuto la possibilità di dibattere sui giornali a proposito delle macchie del colonialismo, come stiamo facendo in questo periodo, a partire da un fatto di cronaca come l’intitolazione a Cavallero?
La mostra “L’occupazione italiana della Libia. Violenza e colonialismo” è stata studiata e realizzata molto prima dell’intitolazione a Casale dei giardini “Cavallero”, e a prescindere da questo fatto di cronaca locale. È un evento nazionale. Anzi, internazionale. Un avvenimento culturale. Utile a informare. E, se possibile, a discutere.