Giornata del ricordo: «Spiace che una vicenda così tragica sia poco conosciuta»
di Marco Piemonti
Puntuale, assieme alle celebrazioni del “giorno del ricordo” sulle vittime delle foibe, arriva la lettera di Claudio Debetto, scarsamente condivisibile.
E giusto ricordare che dopo l’annessione al Regno d’Italia in seguito alla disgregazione dell’Austria-Ungheria l’Istria, da secoli parte della Repubblica di Venezia ed abitata prevalentemente da Italiani (con importanti presenze croate nell’interno) fu sottoposta ad un processo di italianizzazione forzata. Veniva imposto l’uso della lingua italiana nelle scuole ed uffici pubblici, ma non si arrivava all’espulsione, alla rapina o allo sterminio degli altri.
Sorte speculare toccava agli Italiani di Dalmazia, passati (tranne Zara e le isole) sotto dominazione Jugoslava. Era il modo di procedere praticato da tutti gli Stati dell’epoca, perchè non si concepiva il principio di minoranza etnica.
Poi la guerra con le sue inevitabili crudeltà: guerriglia e controguerriglia, attentati e rappresaglie.
Ad aprile del 1945 la guerra finiva, ma invece di cominciare la pace cominciava la pulizia etnica ai danni degli italiani. Questo è il punto fondamentale: non si trattava di vendette di singoli o di “punizione” degli avversari vinti, come purtroppo avviene alla fine di ogni conflitto: era un genocidio dell’etnia italiana, freddamente studiato e pianificato da parte dello Stato Jugoslavo e dei suoi capi (Tito e Kardelj), che lasciava agli Italiani, da sempre abitanti di quelle terre, la scelta tra la foiba e l’esilio. Solenne falsità che nelle foibe siano finiti solo i nazifascisti (che prudentemente avevano già preso il largo): ad esempio a Gorizia, tra gli altri 600, sono stati infoibati i rappresentanti socialista ed azionista del locale C.L.N. (Olivi e Sverzutti) e si potrebbe continuare.
Incomprensibile la contestazione sulle cifre: cambierebbe qualcosa se gli esuli fossero duecentomila invece che trecentomila e gli infoibati diecimila invece che ventimila?
In sintesi spiace constatare che una vicenda così tragica sia mal conosciuta (non voglio pensare alla malafede): credo che l’utilità delle celebrazioni delle foibe come della shoah risieda nello stimolare l’approfondimento critico dei fatti per evitare che simili tragedie si ripetano. Sulla complessa vicenda delle foibe è calato per anni un oblio dovuto alle verità che non si voleva far emergere perché scomode per tutte le forze politiche. Fortunatamente negli ultimi anni sono stati pubblicati molti libri storici che permettono a ciascuno di farsi un’opinione ragionata.