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Al Municipale di Casale
Caterina Guzzanti e le fragilità nei rapporti di coppia in "Secondo lei"
Martedì 7 e mercoledì 8 gennaio alle 21
Con il suo primo testo di prosa e la sua prima regia, Caterina Guzzanti affronta un tema universale e su cui il dibattito oggi è più aperto e vivo che mai. “Secondo lei” è uno spettacolo sulla fragilità: un lungo, intimo, delicato flusso di pensiero dal punto di vista femminile, sulle dinamiche nascoste che regolano i rapporti di coppia. Una prospettiva di parte, ma aperta e mai giudicante, che in modo perentorio pone al centro una profonda riflessione sulla giustezza della coppia a tutti i costi.
L’amore idealizzato come luogo sicuro e salubre diventa negazione quotidiana e sistematica del bisogno e del desiderio altrui: un silenzioso campo di battaglia in cui fraintendimenti e necessità affondano goffamente in un pantano di aspettative tradite e promesse disattese, mentre il solo imbarazzante desiderio sarebbe quello di essere capiti, accettati e perdonati. “Secondo lei” è una storia sulla crisi tanto del maschio quanto della femmina, nella quale dolore e ironia convivono nel paradosso della coppia, in cui ognuno riconoscerà tante storie.
Da dove viene la sensazione che per diventare adulti ci si debba rifugiare nell’altra persona anziché investire nella propria indipendenza? Perché non scappiamo a gambe levate neanche quando nella coppia ci sono più compromessi che felicità? Caterina Guzzanti (che abbiamo intervistato) e Federico Vigorito ce lo diranno martedì 7 e mercoledì 8 gennaio alle 21 al Municipale di Casale (biglietti in vendita sul sito Vivaticket e le sere dello spettacolo al botteghino del teatro).
Iniziato l’anno. “Secondo Lei” quali auspici porta agli spettatori?
Il teatro può stimolare la riflessione. Si ascolta una storia si partecipa si introietta, si vivono le proprie emozioni che in parte si condividono all’interno della piccola comunità che in quel momento vive la medesima esperienza. Spero che in questo si riconoscano molti argomenti. Il tabù della fragilità fisica e mentale, maschile e femminile, la paura di ferire di perdere e di perdersi di non rispettarsi. Vorrei che tutte le ragazze avessero la possibilità di diventare adulte autonome e di scegliere con chi passare la vita o parti della vita con chi dà loro davvero un valore aggiunto e non uno status rispettabile.
Da autrice del testo, cosa indaga lo spettacolo?
La voglia di scrivere questo spettacolo è nata per raccontare che la crisi del maschio e la crisi della femmina si rispondono e si avviluppano in un garbuglio di richieste incomprese, paure, offese, promesse non mantenute e il silenzio che anziché risolvere ingigantisce tutto.
Relazioni. Forse quello che manca nella società di oggi?
La mia sensazione è che l’idea di coppia stia cambiando, anche se a volte mi accorgo che viviamo nelle nostre bolle di persone che ci siamo scelti personalmente, o che un algoritmo ha deciso che ci somigliano. Penso che la coppia stia andando verso una direzione di maggiore consapevolezza.
Come si immagina l’emisfero-donna...ideale?
L’indipendenza emotiva dovrebbe essere la propria solida piattaforma su cui accogliere l’altro. Invece in questa società siamo spesso costretti ad aggrapparci alle zattere altrui anche se non sono affatto stabili.Sapere che stare insieme è un valore aggiunto e non una necessità per combattere le paure quotidiane, l’ansia di accendere il telegiornale, il bisogno di arrivare a fine mese. Spero che le donne abbiano più tempo in futuro per guardarsi intorno e scegliere con chi condividere la felicità, cercando prima la propria identità e solidità individuale.
L’incomunicabilità all’interno della coppia coincide anche con...?
La fragilità, che è è un argomento molto controverso oggi nella coppia: ci possiamo permettere di essere fragili senza apparire deboli? Ci possiamo dichiarare delicati e chiedere di essere trattati tutti con cura? Possono gli uomini essere sensibili e virili allo stesso tempo? Riescono le donne a sentirsi serenamente alla pari sottraendosi alla perversione di essere materne?
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