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  • 26 febbraio 2009
  • Casale Monferrato

Castello: verso l'inaugurazione

Da roccaforte a cittadella della cultura può essere lo slogan del "Castello del MOnferrato" (come da logo, ma è il castello di Casale) che sabato 21 marzo verrà inauguratodopo una prima serie di restauri (che continuano). Il programma prevede alle 10 il taglio del nastro da parte del sindaco Paolo Mascarino, dalle 14 accesso libero ai cittadini con visite audio e guidate, spettacoli e mostre. Alle 21 al Municipale concerto di David Van De Sfroos, il cantautore lombardo sarà a Casale per proporre al pubblico oltre alle canzoni del suo ultimo album “Pica!” anche i brani più importanti del suo repertorio (ingresso a pagamento). Alle 23 grandioso spettacolo di fuoco e luci con la compagnia internazionale “La Salamandre” (gratuito) Nel contempo apertura di nuovi spazi dedicati ai giovani e ai turisti; sarà visitabile anche la nuova "Biblioteca delle ragazze e dei ragazzi" intitolata ad Emanuele Luzzati. Il 28 e il 29 marzo "Il castello e la sua storia" a cura dell'Associazione casalese Arte e Storia. LA STORIA Un tempo occupata quasi interamente dalle opere difensive, la piazza Castello coll’ampio parcheggio a due passi dal centro storico è dominata dall’imponente fortificazione che da tanti secoli condiziona la “forma urbis” di Casale. La sua storia si identifica con quella dei signori di Monferrato ed è riassunta dagli stemmi marmorei murati sopra il portale d’ingresso con le armi degli Aleramici, dei Paleologi e dei Gonzaga. Seguendo il muro perimetrale dell’edificio, ancora cinto dal fossato, si scorgono i poderosi torrioni, le profonde cannoniere e le cortine con i resti degli apparati levatoi. Verso settentrione, nei piccoli giardini che affiancano il forte sorge il monumento realizzato da Francesco Porzio (1897) in ricordo dell’eroica difesa di Casale dall’assedio austriaco del marzo 1849. Dietro la fortificazione, di fronte all’altana rivolta verso il Po, si apre il piazzale Divisione Mantova; dal lato di mezzogiorno la cortina è fiancheggiata dal mercato Pavia con l’elegante palazzina liberty. Fanno ala verso l’abitato la bianca costruzione dei Licei e la splendida facciata della chiesa di Santa Caterina da Siena, costruita all’inizio del Settecento su progetto di Giovanni Battista Scapitta. Concludono il giro della piazza gli edifici neoclassici del Teatro Municipale, realizzato su disegno di Agostino Vitoli, e di palazzo Nemours, attribuito al conte Ottavio Magnocavalli. Sotto molti aspetti il castello di Casale rappresenta un esempio unico di architettura fortificata dell’età di transizione tra il XV e il XVI secolo. Sorto in epoca tardo-medievale, la fortificazione seguì il modello tipico dei castelli di pianura di area lombardo-piemontese, con un impianto rettangolare, difeso da quattro torri agli angoli, posto a cavallo delle mura a controllo del fiume. Era chiaramente influenzato dalle contemporanee realizzazioni viscontee, con un corpo di fabbrica centrale addossato al mastio, posto a divisione di due cortili autonomi, come nel castello milanese di Porta Giovia o in quello scaligero di Verona, anch’esso sorto, come il nostro, sulla via fluviale. Già sottoposto ad attacchi con l’uso di antiche macchine da guerra, con la comparsa delle armi fuoco la costruzione difensiva, ormai obsoleta, fu adattata all’uso delle artiglierie con il mantenimento delle torri tonde, rafforzate nelle mezzerie delle cortine da quattro poderosi “rivellini”, vale a dire quattro grandi triangoli che “mascheravano” le cortine e consentivano la difesa con il fuoco radente delle artiglierie. E’ intorno alla meta del Trecento che il marchese di Monferrato Giovanni II Paleologo decise di inglobare una grande torre sorta sul perimetro delle mura medievali accanto alla porta dell’Acquarola in vero e proprio castello, che un successivo intervento di Guglielmo VIII trasformava nella seconda metà del Quattrocento in una splendida residenza di corte, abbellita dalle opere di artisti famosi. Scampato alla pericolosa congiura di Oliviero Capello (1567), il duca Guglielmo Gonzaga trovò sicuro rifugio nel castello di Casale, ormai trasformato in una poderosa “macchina da guerra”. L'importanza strategica dell'edificio, collocato a cavallo delle mura cittadine e posto a dominio del Po consentiva sia la difesa della città contro gli attacchi esterni, sia il suo controllo militare ed economico contro eventuali rivolte. Poco tempo dopo, con la costruzione della Cittadella esagonale progettata da Germanico Savorgnan per volontà del duca Vincenzo I Gonzaga, la fortificazione divenne uno dei punti di forza della difesa di Casale, distante da Mantova e ambita dagli stati confinanti, in particolare dal duca Carlo Emanuele di Savoia. Per motivi di sicurezza molti ospiti illustri, tra cui anche la regina Cristina di Svezia, giunta a Casale nel 1656 per via fluviale da Torino, furono accolti nelle sale del castello, dove nei primi decenni del secolo XVII era stata eretta una chiesetta ducale con affreschi dei pittori locali Nicolò Musso e Giorgio Alberini. Successivamente trasformato su progetto del grande architetto militare Sébastien Le Preste Seigneur de Vauban, il castello restava, dopo la demolizione della Cittadella (1695), la sola fortificazione cittadina, protagonista di tutti i burrascosi avvenimenti di fine Settecento e della prima metà dell’Ottocento. Prima adattato a carcere per rinchiudere i giacobini arrestati durante la Rivoluzione Francese, poi, sotto il comando del barone Solaro di Villanova, fulcro della resistenza cittadina al violento attacco sferrato dall'esercito austriaco durante i terribili giorni della difesa di Casale, nel marzo 1849, il forte, perduti i suoi minacciosi rivellini, lasciò spazio alla grande piazza Castello. Per molti anni sede del Comando del presidio e del Distretto militare, e poi ancora deposito della divisione "Cremona", il castello, acquisito dal comune di Casale, è in fase di avanzato restauro chiamato a svolgere nei prossimi anni un ruolo di primo piano nella vita culturale della città. FOTO. Lo stemma all'ingresso, sulla piazza, inquartato, riassume la storia del Monferrato, particolare della manica lunga e un sotterraneo

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