Giuseppe Barco, per tutti “U dutur d’Sansalvadùr” - Il barone S. Agabio e la guerra di Crimea
“Dico Il medico condotto, non Un medico condotto. Giuseppe Barco – che per più di mezzo secolo intensamente visse e operò in San Salvatore, in questa piccola perla paesaggistica del nostro Monferrato, all’ombra protettrice dell’antica torre quattrocentesca – è stato il Medico Condotto per antonomasia”. Così scrive Giovanni Sisto nel prezioso volume intitolato “Giuseppe Barco un medico e il suo tempo” (Tipografia Barberis, 1987) che documenta la mostra organizzata dal Centro Culturale e dalla città di San Salvatore Monferrato.
E poco dopo aggiunge: “Un uomo straordinario, eclettico, esperto in ogni attività sociale... Nel 1908 fondò la Cantina sociale; nel 1910 promosse i lavori di restauro del Santuario della Madonna del Pozzo e di impianto del Parco della Rimembranza; fu anima della commemorazione del 50° dell’Unità d’Italia; indisse Mostre zootecniche; tenne Corsi per infermiere volontarie della Croce Rossa; istituì la biblioteca popolare, l’Associazione antitubercolare, la Colonia solare; fece ristampare gli antichi Statuti di San Salvatore, restaurare la Torre storica, ricostruire il Campanone crollato nel 1916; promosse, in seno alla Società Operaia di Mutuo Soccorso una Scuola di Arti e Mestieri: assecondò l’opera dell’Unione Rurale, cooperativa degli agricoltori; fu delegato della CRI, membro del Comitato di Vigilanza della Banca Popolare di Novara, commissario della Fondazione Panza per le colonie marine e montane, membro della Società di Storia Arte e Archeologia, presidente dell’Ordine dei Medici Condotti, ristrutturatore dell’Ospedale S. Croce. Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia nel 1894. Commendatore nel 1926: legittimi corollari della sua molteplice e multiforme attività”.
Una personalità ricca e complessa la cui storia esistenziale si intreccia con quella di San Salvatore, dove era giunto trentenne (era nato a Casal Cermelli nel 1859) nel giugno 1888, dopo diciotto mesi di imbarco come medico di bordo sui bastimenti carichi di emigranti diretti in Brasile. Era risultato vincitore della condotta medica nel paese monferrino, scelto per il clima, le acque minerali e la bellezza paesaggistica, cui si aggiunse poi la direzione dell’ospedale Santa Croce.
A San Salvatore il dottor Barco risiedeva e visitava i pazienti nella bella dimora con corte, già di proprietà del cav. Federico Malfettani sindaco di Sampierdarena, poi acquisita nel 1987 al patrimonio comunale che l’ha destinata a sede della biblioteca civica.
Una vita intera dedicata alla professione medica, fedele ai valori umani ed etici, documentata con precisione nei preziosi quaderni in cui ogni giorno (domeniche e feste comprese) annotava le visite ambulatoriali e domiciliari, le medicazioni e i piccoli interventi terapeutici effettuati.
Giuseppe Barco scomparve nel luglio 1947, alla bella età di 87 anni, e fu sepolto nella tomba di famiglia del cimitero di San Salvatore, sua città di adozione.
Dionigi Roggero
PER SAPERNE DI PIU’
Nel 1911, per festeggiare il cinquantenario dell’Unità d’Italia e ricordare la seconda guerra d’indipendenza venne costituito un comitato presieduto dal colonnello di Stato Maggiore Eugenio Caputo, impegnato presso la direzione dell’Istituto Geografico Militare di Firenze, che affidò al dottor Barco l’incarico della redazione di un numero unico.
Era presente nel gruppo direttivo anche il barone Carlo Re della Pona, che aveva ospitato (a Castelletto, ndr) il re Vittorio Emanuele II. Con la pubblicazione del numero unico “San Salvatore nel passato e nel presente”, ricorda Roberto Barberis, per la prima volta veniva affrontato in modo sistematico il problema della storia civile, religiosa, sociale, militare e sanitaria di San Salvatore dall’epoca romana ai primi del novecento.
Oltre ad una lapide commemorativa fu inaugurata la bandiera dell’antica “Società operaia”, fondata il 1° dicembre 1851.
Personaggi, cimeli del Risorgimento e la msotra storica di Roberto Barberis
San Salvatore (orgogliosamente 'Monferrato') è una piccola capitale del Risorgimento, lo rileviamo ancora nel corso di due sopralluoghi per la presentazione di “Monferrato Tricolore’’ (libro strenna per gli abbonati 2011 del bisettimanale casalese, a cura del Viaggi d'autore team) che si terrà il 5 novembre nel teatro Cavalli della città.
Partiamo dalla piazza principale con il sindaco Corrado Tagliabue sotto la lapide che ricorda il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia e il maggio 1859, quartier generale (villa Lingua) della seconda guerra di Indipendenza. Il sindaco ci annuncia che il prossimo anno sarà fronteggiata da una epigrafe che ricorda il 150°
Attraversata la piazza dove si stanno ultimando i lavori di pavimentazione entriamo in Biblioteca, intitolata a Domenico Fava (San Salvatore 1873-Bologna 1956) soprintendente ai beni librari della Toscana e insigne benefattore. Siamo a casa Barco ('u dutur, vedi articolo): al piano terra pregevoli pavimenti alla veneziana del XIX secolo; di scuola piemontese di fine Ottocento sono gli affreschi della scala e del salotto della contessa. E’ arredata con mobili d’epoca, sovraporte e quadri antichi, la nostra attenzione è attirata da un ritratto del Barone Carlo Vicario di Sant Agabio (1819-1880), fu sindaco di San Salvatore e la moglie, contessa Giuseppina Veglio di Castelletto benefattrice di Fosseto (frazione di San Salvatore) e della chiesa di San Michele di Vercelli, parrocchia nella quale esiste tuttora il palazzo di San’Agabio in piazza Cavour. Un grande personaggio del Risorgimento monferrino (dovremmo fare una seconda edizione...). Maggiore nei lancieri di Novara dal 1859, dopo aver servito in Genova e Nizza cavalleria e nei Cavalleggeri di Monferrato ed Alessandria, fu promosso tenente colonnello e nominato comandante dei Cavaleggeri di Lodi partecipando subito alla lotta contro il brigantaggio. Fu decorato di una medaglia d’argento al valor militare, per essersi distinto nel 1848 nel contrastare l’avanzata austriaca dopo Custoza, e dell’Ordine Militare di Savoia per il suo esemplare comportamento nella battaglia di Castelfidardo.
Trasferta in via Tarchetti ospiti dell'amico Roberto Barberis, tipografo (la nostra disegnatrice Laura Rossi rimpiange ancora il suo tochio e per ora emigra a Vercelli....) e storico, ci anticipa alcune preziosità che gentilmente saranno messe in sei vetrine per valorizzare la presentazione libraria, la prima riguarda proprio il barone S. Agabio e la guerra di Crimea, poi, come è ovvio, molto sul 1859 e una chicca: il grande portafiammiferi in smalto dorato che il re utilizzava a Villa Pona di Castelletto (figura nelle foto d’epoca), poi stampe e documenti di interesse locale. Si chiude con Giovanni Lanza, il primo ministro casalese di Roma Capitale. Saluti di fronte al Teatro dove Emanuele Giachino, amministratore delegato de Il Monferrato dona in anteprima al sindaco il quadro copertina di Monferrato Tricolore ricambiato dalle memorie di Panza di Biumo.
Luigi Angelino
-La mostra storica di Roberto Barberis sarà visitabile venerdì 5 al pomeriggio, sabato 6 e domenica 7 novembre. Info in comune
FOTO
1 - Il dottor Barco
2 - Casa Barco nei primi anni del Novecento, acquistata nel 1987 dal comune e destinata a sede della Biblioteca Civica.
3 - Al teatro Cavalli il sindaco Corrado Tagliabue, lo storico Roberto Barberis e l’amministratore delegato de ‘Il Monferrato’ Emanuele Giachino con la copertina del libro ‘‘Monferrato tricolore’’.