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Operazione Mato Grosso
L’oratorio del Duomo di Casale continua la sua solidarietà per il Perù
Parla il giovane volontario Federico Rivetti
La città di Casale Monferrato è, ormai da molti anni, molto attiva e propositiva anche sul fronte sociale. Abbiamo parlato con Federico Rivetti, uno dei molti ragazzi dell'Oratorio del Duomo, che si è approcciato per la prima volta giovanissimo al mondo del volontariato. Infatti, poco più che adolescente, si è già immerso in moltissime esperienze a scopo benefico e, in generale, dedicate all’assistenza dei meno fortunati.
Sicuramente, però, l’opera caritatevole più intensa che ha intrapreso è il viaggio in Perù con l’Operazione Mato Grosso, dove ha speso dieci mesi della sua vita ad aiutare le famiglie che versavano in estreme condizioni di povertà e disagio.
L’Omg è un movimento di volontariato gratuito di ispirazione cattolica, prevalentemente giovanile, che svolge un insieme di attività in America Latina. Questo movimento è nato in Piemonte nel 1967, ma da allora l’iniziativa è molto cresciuta.
Il giovane, dopo anni di altre iniziative di assistenza in oratorio, ha deciso di fare il passo successivo: a giugno 2023 è partito per il Perù, precisamente il villaggio di Yanama, situato a 3500 metri d’altezza sulla Cordillera Blanca delle Ande, nella regione di Ancash. Proprio da qui il ragazzo è partito nel raccontarci la sua storia: «Dopo anni di volontariato, sono stato mosso, prima di tutto, dal desiderio di conoscere quelle persone, a cui per anni avevamo inviato fondi e aiuti, e di scoprirle - racconta Federico Rivetti, ventidue anni - Volevo immergermi nella loro cultura, vivere a contatto con una realtà diversa dalla bambagia a cui siamo abituati nei Paesi sviluppati: insomma imparare a condurre una nuova vita e sforzarmi di comprendere, per quanto possibile, la “faccia meno fortunata" del mondo. Insieme agli altri volontari e ad alcuni operai, ci siamo dedicati principalmente a creare nuove abitazioni, oppure a sistemare le case diroccate della zona».
«Infatti, a Yanama, come nella maggior parte dei piccoli paesi del territorio, le case sono costruite di mattoni assemblati insieme a terra e fango, sono del tutto inadatte a resistere nel tempo e soprattutto a fronteggiare le difficile condizioni metereologiche che talvolta si possono manifestare nelle Ande. È stata un’esperienza formativa e interessante, ho imparato molto più di quello che ho insegnato. Un’altra attività in cui mi sono cimentato, è stata gestire il gruppo di venti “local” disoccupati, a cui la parrocchia del paese si impegnava a trovare un lavoro nei campi, oppure organizzando una sorta di corso di avviamento professionale per insegnargli la falegnameria. Alla fine del mio viaggio, ad aprile di quest’anno, mi sono reso conto di aver ricevuto molto di più di ciò che ho dato; sono stato pagato non in denaro ma con una moneta di valore incommensurabile: la bellezza della vita».
Il ragazzo ci ha tenuto a concludere, invitando chiunque avverta la necessità di dedicare parte del suo tempo al prossimo, di recarsi in oratorio per svolgere attività anche meno estreme, come i vari lavori che svolgono così da poter devolvere il ricavato all’Omg. Il lavoro di tutti può permettere a Casale di fare ancora la differenza.
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