Conzano: parco dei Caduti e ricordo di Cappa, medaglia d'oro
di Luigi Angelino e Dionigi Roggero
Venerdì, prima di raggiungere Conzano, una breve tappa alla frazione di San Maurizio dove la memoria dei caduti (tredici nella prima guerra mondiale e uno nella seconda) è affidata ad una lapide in Piazza Banda Lenti.
Poi proseguiamo verso l’abitato, fino alla regione Martini per una sosta al Parco dei Caduti, sorto negli anni Venti del Novecento vicino alla chiesa di San Biagio e alla torre civica, come ricorda Franco Scarrone nel suo “Conoscere Conzano”.
Formato dai cippi con il nome e il ritratto dei caduti della prima guerra mondiale, fu trasferito nella sede attuale nel 1934 dopo la costruzione del serbatoio dell’acqua potabile.
Fin dal 1919 il comitato promotore formato dai reduci aveva iniziato la raccolta dei fondi per la costruzione del monumento ai caduti della Grande Guerra, eretto nella piazza antistante il palazzo comunale e inaugurato il 4 novembre 1920 con un discorso dell’avv. Mario Cappa, il sottotenente del Genio zappatori, ferito e decorato con una medaglia di bronzo al valor militare nei combattimenti di Plava il 16 giugno 1915.
Protetto da una cancellata, poi fusa per scopi bellici, il monumento ha poi trovato adeguata sistemazione nel Parco dei Caduti.
Ha come degna quinta la chiesetta dedicata a San Rocco, la cui statua in cotto decora la facciata. Le più antiche notizie sull’edificio risalgono al Cinquecento, quando era retta da un priore. E’ stata più volte restaurata, a partire dagli anni Settanta del Novecento, da Mario, Francesco e Stefano Cappa.
Il monumento a obelisco in granito sormontato da una stella in bronzo ha questa iscrizione dedicatoria: “Conzano memore e riverente ai suoi figli caduti per la Patria”.
Sui quattro lati del basamento sono applicate le lapidi in marmo con i nomi dei caduti della prima guerra mondiale, cui è stata aggiunta quella relativa al secondo conflitto mondiale e il nome del primo conzanese caduto nella prima guerra d’indipendenza, il cannoniere Paolo Giuseppe Cantamessa. In basso una targhetta indica la ditta Mombelli, con sede nella Piazza della Stazione di Casale, costruttrice del monumento.
Una copia del monumento è stata realizzata anche al centro del cimitero comunale (dal piazzale insolita veduta di Camagna tra gli alberi). Entriamo, nella stele tra i caduti della prima guerra mondiale leggiamo in testa il nome di Francesco Cappa, che riposa nella tomba di famiglia del cimitero di Casale, che raggiungiamo poco dopo.
Nella cappella che Edoardo Cappa (ci sta guidando telefonicamente da Milano...) definisce “minimalista, con lastra bianca”, non facile da individuare per la mancanza del nome della famiglia, riposa il venticinquenne tenente di vascello Francesco Cappa.
Era nato a Casale l’11 giugno 1888, decorato di medaglia di bronzo e di due medaglie d’argento al valor militare, morì in combattimento nel cielo di Latisana il 5 novembre 1917 alla guida del proprio idrovolante nel corso di una missione aerea. Alla sua memoria nel 1937 gli venne intitolato l’aeroporto di Casale. La struttura militare in uso alla Regia Aeronautica era sede di un reparto di manutenzione i cui avieri furono ospitati nella palazzina comando costruita nel 1936.
All’uscita ci ferma con molta cortesia un addetto del cimitero “Quando vedo qualcuno con la macchina fotografica ho l’ordine di chiedere, senza arroganza, il motivo delle riprese”.
Atterraggio a Piancada per Cappa
Da aggiungere che nel secondo remake del volo su Vienna organizzato da Aero Club Palli e Fly Story il 10 agosto 2008 due velivoli dell’Ac Palli si sono posati, non senza difficoltà, sull’aviosuperficie di Piancada in arrivo da Lignano e dalla Laguna di Marano. In ricordo di Francesco Cappa, caduto a pochi chilometri di distanza, su quel campo assolato Dionigi Roggero ha letto la motivazione delle onorificenze a Cappa.
Nei due aerei, oltre a Roggero: Giancarlo Panelli, Paolo Stefano, Luigi Angelino, Stefano Bragato, Edoardo Cappa (nipote di Francesco). Sandro Deambrosis e Matteo Babando.