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«Fare squadra per superare le difficoltà»
Gabriele Carenini rieletto presidente Cia Piemonte e Valle d’Aosta
Confermato all’unanimità all’Assemblea dei soci

«Gabriele Carenini, 44 anni, orticoltore e cerealicoltore di Valmacca, è stato rieletto presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani del Piemonte e della Valle d’Aosta. Si tratta del suo secondo mandato quadriennale consecutivo, resterà in carica fino al 2026. A confermare Carenini al vertice dell’Organizzazione è stata l’Assemblea dei delegati, svoltasi sabato 5 marzo alla Tenuta La Romana di Nizza Monferrato».
Lo comunica la Cia di Alesandria: «Alla sessione pubblica dell’incontro, sono intervenuti l’assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte, Marco Protopapa e numerosi parlamentari, assessori e consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti del mondo agricolo e dell’economia del territorio. Le conclusioni sono state affidate al direttore generale di Cia Agricoltori italiani, Claudia Merlino».
«Sono grato ai soci che mi hanno confermato la fiducia – ha detto Carenini -, ci aspettano sfide molto impegnative, ma l’esperienza maturata in questi anni certamente sarà di aiuto a me e a tutta l’Organizzazione. Ho avuto la fortuna di lavorare a fianco di collaboratori straordinari, in Piemonte Cia Agricoltori italiani può contare su un tessuto associativo e una dirigenza molto qualificati e determinati. Siamo agricoltori a servizio degli agricoltori e questo fa la differenza. Rinnovo l’impegno ad agire all’insegna dell’ascolto e della vicinanza concreta ai soci, portando all’attenzione dei tavoli di Torino e Roma le emergenze che necessitano di interventi immediati e di programmazione a lunga scadenza e rafforzando il più possibile la rete di relazioni politiche e istituzionali dell’Organizzazione, con serietà e nel rispetto dei ruoli».
«Territorio, cibo, ambiente, clima e welfare – ha osservato Carenini - hanno subito una profonda trasformazione, nella quale il settore agricolo è chiamato ad assumere un ruolo da protagonista. I meccanismi di intervento devono essere concertati con chi, come noi, abbia il polso vivo della situazione. Le molte risorse che l’Europa mette a disposizione, devono avere un’utilità effettiva, senza sprechi in troppi step farraginosi e inutili. Il futuro di imprese, cittadini e territori dipenderà dalla capacità di saper interpretare i modelli di sviluppo all’interno dei mutamenti del contesto in cui ci si trova, con duttilità e velocità di azione e decisione».
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