Il sindaco Demezzi: "Sterili le polemiche sui 150 anni. Li abbiamo onorati al meglio"
di Giorgio Demezzi, sindaco di Casale Monferrato
Sebbene abbia risposto in Consiglio Comunale ad un'interrogazione sullo stesso argomento, per completezza d'informazione mi sembra doveroso rispondere alla lettera che il Consigliere Comunale dei “Democratici per Casale” Maria Merlo ha inviato alla stampa locale lamentando “la scarsa comunicazione e il coinvolgimento da parte di coloro che hanno responsabilità pubbliche”, in occasione delle celebrazioni del 17 marzo in cui ricorreva il 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Il ricco programma di mostre, convegni, spettacoli teatrali e concerti predisposto dagli Assessorati alla Cultura e alla Gioventù – che ringrazio ancora – per celebrare degnamente l'importante ricorrenza, è stato ampiamente pubblicizzato sia attraverso gli organi d'informazione, sia con appositi pieghevoli e, non ultimo, sul nuovo sito del Comune.
Il primo rammarico nasce dall' aver visto il Teatro Comunale pressoché deserto in occasione del concerto inaugurale la sera del 16 marzo, a differenza della massiccia partecipazione 6 giorni prima per la “lectio magistralis” di Crepet.
Voglio ricordare che quella stessa sera erano ancora in atto le avverse condizioni meteorologiche che avevano indotto la Provincia ad attivare anche nella nostra Città l'apertura precauzionale del Centro Operativo di emergenza, la cui chiusura è stata autorizzata mentre lo spettacolo teatrale era in corso. Poi, come ho detto in Consiglio Comunale, in entrambi gli eventi teatrali l'Amministrazione non poteva né doveva ricorrere ai “buttafuori” per far posto a chi era rimasto fuori e ai “buttadentro” per riempire le poltrone vuote, affidandosi alla libertà e al buon senso dei cittadini.
Le altre lamentazioni hanno avuto come oggetto la cerimonia dell'Alza Bandiera voluta dall'Amministrazione come atto formale per la ricorrenza e che è stato mantenuta nonostante il persistere della pioggia. Anche se non c'era una folla di persone, mi sembra che le autorità fossero tutte presenti ed affiancate dai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma con i loro Labari e Vessilli, con in testa il Gonfalone della Città. Essendo giorno di festa le scuole non potevano essere coinvolte ufficialmente, ben sapendo quanti e quali momenti celebrativi ogni scuola ha predisposto per i propri studenti.
Mi è parso molto naturale ed umano che l'Inno di Mameli venisse cantato da ognuno dei partecipanti facendo vibrare le proprie corde vocali con la forza dei sentimenti che in quel momento provavano. Pochi giorni or sono ho avuto il piacere e l'onore di partecipare ad una analoga cerimonia in occasione del Raduno Nazionale della Stampa Alpina, affiancato dal Vice Comandante Generale degli Alpini e dal Presidente dell'Associazione Nazionale Alpini: anche in questa occasione l'Inno è stato cantato solamente a viva voce dai moltissimi presenti provenienti da ogni parte d'Italia e dall'Estero. Lamentare e porre l'accento sulla mancanza di una direzione e di un supporto musicale al canto in quella circostanza mi sembra polemica sterile ed inopportuna!
Nella lettera vengono anche evocate alcune buone ragioni per le quali Casale non si meriterebbe cotanta “leggerezza” visto il contributo dato al processo di unificazione dell'Italia, citando l'apporto di personalità quali Lanza e Rattazzi ed il conferimento della medaglia d'oro come “Benemerita del Risorgimento Nazionale”. Sarà un caso o una pura coincidenza ma sono gli stessi argomenti che quel 17 marzo ho ricordato nel mio messaggio quello stesso che, a detta della Merlo non è stato possibile udire per la mancanza del microfono!
Alla luce dei fatti, mi sembra che ancora una volta si sia ricorso a futili argomenti per alimentare la vis politica ma soprattutto polemica, ergendosi impropriamente a paladini della nostra Città con argomenti pronunciati precedentemente da altre persone.