I primi trent’anni di ALT 76: la volontà di 12 persone colpite dal problema della droga
I rappresentanti dell’associazione ALT 76 ci hanno mandato un contributo per ricordare i trent’anni del sodalizio.
Come per tutte le creature, anche per le associazioni esiste un atto di nascita: ALT 76 – Associazione lotta alle tossicodipendenze - nasce il 21 maggio 1985 dalla volontà di un gruppo di 12 persone, colpite dal problema della droga, per alcuni vissuto all’interno della famiglia, per altri invece per interesse di carattere sociale, o perchè tecnici del settore sanitario. Di queste persone, per vari motivi, tra cui ovviamente la scomparsa, come avvenuto per il primo presidente Pino Brambilla, dei soci fondatori è rimasta solo una persona.
Ripercorrendo in questi giorni la storia dell’associazione abbiamo riflettuto che non si tratta solo del vissuto di un gruppo di volontari, ma in questi trent’anni è passata davanti ai nostri occhi la vita di una città, conosciuta nella vita di molte persone e di molte famiglie.
Non si tratta solo di un arido numero di individui censiti dallo sportello (più di 7.000 senza contare i “senza nome”) ma della realtà di esigenze, di vissuto a volte tragico, di progressi, di sforzi, di sorrisi e di lacrime di chi ha creduto come noi in un progetto di accoglienza a 360 gradi.
Senza queste persone che vengono con fiducia i volontari non troverebbero la forza di ricominciare ogni giorno a tessere la rete di relazioni, come non si potrebbe lavorare senza l’aiuto di amici, che nel pubblico e nel privato vanno ben oltre il “dovere” di ufficio, per essere realmente accanto a chi ha bisogno.
In un primo tempo l’attenzione era rivolta soprattutto ai problemi dei genitori colpiti in modo brutale dalla dipendenza dei figli, e l’allarme sociale era molto alto, per cui le prime comparse in pubblico di ALT 76 avevano forte partecipazione da parte della cittadinanza, ed era anche importante il collegamento con analoghe Associazioni sullo stesso tema in ambito piemontese: i temi dominanti, oltre il comportamento con i figli, erano la ricerca di una comunità terapeutica, tra le molte che sorgevano, a volte in modo incontrollato.
Si è tentato di creare da parte nostra una comunità, individuando anche il luogo, ma il progetto non è andato avanti; si è sviluppato invece per anni, con la collaborazione del Gruppo Abele, un gruppo di auto-mutuo-aiuto per i genitori, creando poi un gruppo diverso per altri famigliari, che è stato molto efficace nel motivare i genitori, stimolandoli alla crescita e alla collaborazione tra loro.
Nel frattempo, ed è una costante nello sviluppo dell’associazione, arriva un altro macigno, visto con gli occhi di allora, il problema dell’Aids: due sono i livelli, l’aiuto dato al Reparto Infettivi del nostro ospedale, improvvisamente gravato dall’arrivo di giovani, la maggior parte senza la presenza di parenti, poi la prevenzione e l’informazione nelle scuole, senza contare chi nel gruppo di auto-aiuto si era trovato con questo ulteriore problema. Con altre forze del territorio si crea un Coordinamento Sieropositività-Aids che organizza un sistema di ascolto telefonico.
L’Asl 76, volendo istituire un servizio per persone sole ed anziane, invita le associazioni di volontariato della città, e solo l’Associazione ALT 76, in collaborazione con la Croce Rossa, accetta di gestire il servizio di Telesoccorso e Telecontrollo. Su incarico dell’ASL si gestisce per anni un Centro di Prima Accoglienza per tossicodipendenti che si preoccupa di orientare i giovani verso il rientro in famiglia, se possibile, o l’aggancio alle comunità, o l’inserimento lavorativo. Fra gli operatori, e sembra un anticipo di quello che verrà poi, ci sono anche tre stranieri. ALT 76, che ha sempre avuto un ottimo rapporto con il Gruppo Abele, nel ‘95 aderisce alla fondazione di “Libera”, contribuendo alla raccolta di firme per la legge che confisca i beni dei mafiosi.
È del 2002 l’iscrizione presso la Provincia di Alessandria al Registro Provinciale del Volontariato, a nel settore Servizi alla persona.
Sempre nel 2002 ALT 76 decide che la prima versione dello statuto, incentrata quasi esclusivamente sul tema delle dipendenze, è “stretta”, e non rispecchia più la reale attività, per cui si inserisce tra le finalità “la solidarietà sociale, si realizza attraverso lo svolgimento di attività nel settore socio-assistenziale e socio-sanitario”. L’associazione, a seguito di documentata richiesta, ottiene dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel giugno 2005, l’iscrizione alla Prima Sezione del Registro delle Associazioni ed Enti che svolgono attività a favore degli immigrati, essendo così in grado di gestire pienamente tutte le procedure necessarie per i cittadini stranieri. A livello locale nel 2006 sottoscrive la convenzione per l’assistenza ai cittadini stranieri nei procedimenti amministrativi in materie di immigrazione, presso la Prefettura di Alessandria.
Nel 2007 viene creata la cooperativa sociale “Il Salto” per gestire incarichi da parte della pubblica amministrazione: anche qui si tratta di un ascolto telefonico dedicato ai genitori su incarico dell’ASL, e la gestione, per un breve periodo, del Centro di Aggregazione per adolescenti, per conto del Comune di Casale Monferrato. Da queste esperienze nasce la volontà di compiere scelte non settoriali, e l’occasione viene nel 2008, quando il Comune di Casale sente l’esigenza di istitiure un nuovo servizio dedicato alle famiglie: lo sportello “Agenzia Famiglia”. Oltre i cittadini Italiani, la “novità” sono gli stranieri, per cui si fa riferimento a quanto già sviluppato a Torino, utilizzando la figura della mediatrice interculturale, e proponendo una serie di attività, come seminari, corsi di formazione e occasioni di incontro.
In tutto questo periodo c’è sempre stato un occhio di riguardo per il coinvolgimento delle persone, sotto diverse forme: la partecipazione, il volontariato, la formazione. È sempre stata data, sotto le diverse amministrazioni, l’adesione presso il Comune di Casale alle Consulte delle Donne, dei Giovani e del Volontariato. ALT 76 ha ospitato, per periodi più o meno lunghi, persone che desideravano offrire parte del loro tempo a favore degli altri, ha anche partecipato alla fondazione e alla gestione del Centro dell’Associazionismo Sociale, voluto sempre dal Comune di Casale.
Si è fatto anche carico di gestire periodi di stage con giovani degli istituti superiori della città, per l’alternanza scuola-lavoro e con persone iscritte ai corsi di formazione per mediatrici interculturali. Ha relazione con enti come Ministeri, Regioni, Province, Questure, Prefetture, Comuni, ASL, Centri per l’impiego, Ambasciate, Scuole, per una serie di pratiche a favore dei cittadini italiani e stranieri, ma come segretariato sociale aiuta anche nella compilazione di richieste riguardanti enti gestori di servizi, banche, fornitori, datori di lavoro. Nella sua azione privilegia il rispetto dell’autonomia, pensando sempre alla possibilità di cambiamento: in questi 30 anni ha dimostrato capacità di adattamento e risposta alle necessità delle persone, rinnovando abilità operative.
Un grande ringraziamento a quanti, utenti, volontari, simpatizzanti, stampa, ammistratori di enti, associazioni, hanno collaborato a vario titolo alle nostre iniziative. Dall’inizio ad oggi sono trascorsi 30 anni! È un traguardo che il consiglio direttivo propone di ricordare a settembre 2015.