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Il Museo delle reliquie, trecento quadri con la storia della chiesa, brilla il Monferrato

Domenica (31 ottobre, ndr) salirà a Crea il Segretario di Stato cardinal Tarcisio Bertone continuando la tradizione delle grandi visite. Noi lo anticipiamo martedì. Sul piazzale i guardiaparco stanno piantumando un carpino al posto del vecchio contorto acero negundo. Nel saloncino De Gasperi (ricorda uno storico incontro con Bidault, ndr) ci ricevono il rettore del Santuario mons. Francesco Mancinelli e il canonico don Claudio Cipriani (una curiosità sono stati ordinati sacerdoti nello stesso giorno del 1979 dal vescovo Cavalla). Cipriani ha appena realizzato il Museo delle reliquie che il card. Bertone inaugurerà alle 11,30. Ci incuriosisce la genesi “Ho scoperto la passione per le reliquie quando ero bambino e frequentavo il mio padrino di battesimo prof. Giovanni Montino (preside della media Hugues, ndr.) il quale aveva un fratello che a Palestro possedeva una cappella delle reliquie’’. In quarant’anni il sacerdote ne ha raccolte circa quindicimila esponendole parzialmente una prima volta nel coretto del palazzo vescovile (lipsanoteca diocesana, vedi Viaggio d’autore 31 marzo 2006). Ora a Crea visita in anteprima. Si entra da una porticina laterale alla sinistra della facciata della basilica. Subito sei immerso in un percorso suggestivo. Si inizia con le reliquie della Passione e si prosegue con i Santi più antichi, i dottori della chiesa, i fondatori delle congregazioni religiose e dei titolari di speciali patronati cari ai fedeli. “Un luogo dove si esprime la cultura ispirata alla fede”, commenta il rettore. Luigi Angelino- Una storia iniziata nel 1929 e conclusa con le reliquie In un breve articolo intitolato “Crea ha il suo Museo”, pubblicato sulla prima pagina del n. 5 del bollettino mensile del santuario “La Madonna di Crea” (anno XX, 1929), si annunciava l’imminente apertura del museo “al pubblico, di ambi i sessi, in qualunque giorno” a partire dalla prima domenica del mese di maggio. Opera iniziata nel 1911 “con tenacia meravigliosa, con discernimento e con instancabile alacrità” da un umile religioso francescano che, come si legge nell’articolo, aveva iniziato a raccogliere in uno dei due matronei della basilica minerali, fossili, monete, statue e quanto altro potesse in qualche modo ricordare il passato del Sacro Monte. Chiuso nel 1965 per mancanza delle norme di sicurezza, il museo è stato recentemente trasformato dal canonico don Claudio Cipriani, cappellano dell’ospedale Santo Spirito di Casale, in “Cappella delle Reliquie” e adattato ad ospitare gli oltre 300 quadri reliquiari, esposti con i rispettivi documenti di autenticazione, nel piccolo ingresso cui si accede dall’atrio della basilica, sulle pareti della scala di accesso e ai lati dell’altare della chiesetta con il simulacro-reliquiario di Santa Felicita martire. La visita rappresenta, al di là dei valori della fede cristiana, una sorta di viaggio nella storia religiosa di Casale e del Monferrato, dai primordi del Cristianesimo con l’opera di evangelizzazione di sant’Eusebio vescovo di Vercelli all’origine della chiesa casalese attraverso il culto di sant’Evasio, dalla presenza dalla beata Arcangela Girlani (Trino, 1460 – Mantova, 1494) o del beato Angelo Carletti (Chivasso, 1411 ca. – Cuneo, 1495), fino a San Luigi Gonzaga (Castiglione delle Stiviere, Mantova, 1568 – Roma, 1591). E poi ancora don Giovanni Bosco e altre testimonianze a noi più vicine come quelle di Luigi Variara(1875-1923), salesiano di Viarigi, proclamato beato da Giovanni Paolo II il 14 aprile 2002 e Secondo Pollo, sacerdote e martire (Caresanablot 1908 - Dragali, Montenegro, 1941). Del resto non possiamo dimenticare la presenza del monogramma di san Bernardino da Siena nello stemma dell’antica capitale del Monferrato, il cui nome, fin dal Medioevo, era unito a quello del santo patrono Evasio. E in una sorta di continuità col passato, il ricordo della particolare venerazione da parte della marchesa Anna d’Alençon che, ritiratasi nella vedovanza nel monastero domenicano di Santa Caterina, venerava nel suo oratorio privato tra gli altri lo splendido reliquiario in argento contenente un frammento del legno della Santa Croce, sfuggito al depauperamento da parte dei Gonzaga di tanti preziosi tesori trasferiti a Mantova. Ed ancora l’ulteriore grave impoverimento causato dall’annessione del Piemonte alla Francia rivoluzionaria e dalle successive soppressioni napoleoniche di conventi e monasteri, tra cui l’abbazia di Crea che riuscì a mettere al sicuro la preziosa reliquia del piede di Santa Margherita d’Antiochia, traslata a Casale e oggi parte del Tesoro del Duomo. Insomma una vera e propria passione per le reliquie, quella di don Claudio Cipriani, che risale al periodo della fanciullezza e che è stata coltivata intensamente negli anni successivi nella certezza di un felice innesto su una tradizione quanto mai feconda e rigogliosa a Crea, il santuario più amato e frequentato dalle popolazioni del Monferrato. Dionigi Roggero -Il Museo è aperto tutte le domeniche dalle 15 alle 17, in estate anche il venerdì e sabato, altri giorni a richiesta. FOTO. Alcune immagini della Cappella (f. Angelino)

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Michele Castagnone

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