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Presentazione
Un puzzle di famiglia in una vicenda di Resistenza
L'ultimo libro di Patrizia Monzeglio a Vignale Monferrato
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Vignale, anzi “Pozzo Nuovo”. È questa la “location”, che cela in realtà l’identità del borgo monferrino – rintracciabile in numerosi indizi e licenze poetiche, sulla quale si intrecciano le vicende de “La valigia di Zia Elsa”, la seconda “fatica” di Patrizia Monzeglio in veste di autrice di romanzi, uscita per Neos Edizioni.
In conversazione con la referente della Biblioteca Maria Rosa Dell’Angelo e la collega di penna Maria Antonella Pratali di Casorzo, vincitrice nel 2023 della prima edizione del premio di narrativa “Parole in Collina”, la scrittrice ha presentato sabato, nella Sala di Lettura “Nino Sannazzaro”, il volume, erede del fortunato esordio “La ragione del silenzio”, anch’esso edito da Neos. Fino a quindici anni fa impiegata presso un grande gruppo bancario, Patrizia Monzeglio indossa dal 2014 al 2019 la fascia di Assessore al Comune vignalese: con tale veste cura le mostre "Memorie di Resistenza Vignalese" nel 2015 e "Vignalesi ai tempi della Grande Guerra" nel 2018.
Concluso il quinquennale mandato, consolida l’impegno culturale: sboccia, nel frattempo, il corso editoriale. Nel 2022 Monzeglio contribuisce al progetto storico-divulgativo “Vignale si racconta”, sotto l’egida del Club Unesco “Monferrato degli Infernot”. Poi la svolta con il debutto narrativo de “La ragione del silenzio” e la pubblicazione dei racconti “Anno Domini 1691”, “Draghi, draghesse e altri inquietanti animali”, “Ascoltando le nuvole”, “Nascosta alla vista” e “Il paese dei due campanili”, medaglia d’argento a "Parole in collina" 2023.
Esattamente come “La ragione del silenzio”, Monzeglio colora “La valigia di zia Elsa” di giallo e riconferma l’amata cornice monferrina, ma varia il contesto storico che dagli anni di Piombo arretra di qualche decennio alla lotta partigiana della Resistenza: una scelta per nulla casuale, ma che si sovrappone all’80° anniversario della Liberazione dal Nazifascismo. La protagonista Francesca, scrittrice di successo, sollevando uno scrigno di vecchie fotografie, scritti e ricordi lasciati dalla defunta zia Elsa, si accorge della discrepanza fra ciò che già conosce e che le era stato raccontato dalla sua famiglia e i contenuti che apprende da questa valigia.
Decide, allora, di “imprimere” in un nuovo capitolo letterario l’esperienza di scoprire il passato effettivo che scaturisce dal rinvenuto carteggio. Il flusso delle vicende scorre su un doppio binario: la ricerca personale di Francesca, che ricostruisce il puzzle del vissuto degli avi, e i personaggi del suo romanzo che sceglie di scrivere - una sorta di “libro nel libro” - rispondendo anche a un’esigenza auto “terapeutica”. Mi è stato domandato del perché abbia scelto la Resistenza come scenario storico – ha precisato l’autrice – Mi sto accorgendo che questo avvenimento, sul quale cade quest’anno l’anniversario degli otto decenni, sta diventando un “tabù”: e io non voglio che succeda. Ho concepito, quindi, “La Valigia di zia Elsa” come un passaggio di memoria dai miei genitori, a cui l’ho dedicato, alla mia generazione che li ha conosciuti, fino alle nuove leve”.
Profili monferrini
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