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Al castello di Carla Bruni in Monferrato....

Il «gossip dell'anno» sono state le nozze tra Carla Bruni 40 anni topmodel e cantautrice torinese e il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy 53 anni. A inizio settimana i giornali hanno pubblicato, prendendo come spunto il contratto di matrimonio, che Carla Bruni è molto più ricca del marito, proprietaria di appartamenti a Parigi, e -con la madre e la sorella- di una villa nel Var e di un castello in Monferrato. E la foto del castello è apparsa a tutta pagina sui principali quotidiani francesi: si tratta del castello di Castagneto Po, tra Casale e Torino, su cui pubblicammo un «Viaggio d'autore» il 25 agosto 2006 che riproponiamo.- "Nell'alto medioevo la regione dov'era situata l'originale rocca di Castagneto, che poi diventò ai giorni nostri grazie al suo ultimo proprietario il maestro Alberto Bruni Tedeschi quella piccola «Versailles Musicale», tale definita per gioco d'arte dagli illustri ospiti che nel suo tempo la frequentarono, confinava con la strada romana che collegava Torino a Valenza (Forum Valentinum), Casale Monferrato e Pavia. Era una terra ricca di castagni e sorgenti di acque solforose già note ai Romani, di cui lo scrittore e martire San Genesio era diventato patrono per culto". Così si legge nel volumetto intitolato "Il Castello di Castagneto", a cura di G. P. Bona, pubblicato da Cast Industrie Grafiche di Moncalieri nel giugno 2006. Donata poco dopo il Mille dal duca di Borgogna ai monaci dell'Abbazia di Fruttuaria (San Benigno Canavese), la rocca di Castagneto ospitò la chiesa, ampliata dai cenobiti nel 1150, il monastero e il castello, considerato al pari di Fruttuaria un importante centro di cultura. Infeudato nel 1164 dall'imperatore Federico Barbarossa alla dinastia aleramica, per volontà di papa Onorio III nel 1223 passava al vescovo di Ivrea, ma pochi anni dopo i marchesi del Monferrato, dopo aver prestato fedeltà ai prelati eporediesi, ottennero l'investitura di Castagneto, insieme a Casalborgone, Chivasso e Verolengo, in seguito confermata da alcuni diplomi imperiali. "Attraverso lotte e devastazioni - ricorda poco dopo l'autore dell'opera - il controllo della regione passò prima ai Paleologi, subentrati da un secolo agli Aleramici, poi ai principi di Acaja, senza perdere la propria importanza; basti ricordare i suoi prestigiosi plasticatori, argentieri, intagliatori del legno e soprattutto i pittori: il casalese Giovanni Martino Spanzotti, il quale tenne qui bottega dal 1507, e Defendente Ferrari, chivassese di stirpe, che fu qui attivo nella prima metà del Cinquecento". Ed egli aggiunge: "L'insediamento dei Savoia diede luogo a feroci attacchi da parte dei marchesi del Monferrato e nel 1397 Castagneto e la sua rocca vennero dati alle fiamme dal condottiero Facino Cane e dalle sue truppe. Ricostruita, la rocca divenne dapprima feudo di Roero di Asti, poi dei Socci e infine nel 1491divenne proprietà dei Provana. Nel 1620 venne data in feudo da Vittorio Emanuele I a Giovanni Antonio Trabucco, potente generale delle finanze del re". Nell'estate del 1705 dal castello di Castagneto, a picco sulla piana circostante, il sovrano Vittorio Amedeo II, ospite del suo ministro il conte Augusto Lodovico Trabucco, «potè seguire al "canociale", di fronte alle Alpi, [...] il fatidico assedio di Chivasso». Forti del titolo di signori di Castagneto, i Trabucco affidarono nel 1740 all'arch. Nicolis di Robilant l'incarico di edificare sulla loro antica rocca il castello barocco che ancor oggi si può ammirare. Ultimati nel 1835 dall'architetto del re, Ernesto Melano, i lavori conferirono alla nobile residenza il carattere di elegante dimora di villeggiatura. Estinta la dinastia nella persona del conte Gianbattista Giulio Cesare Trabucco, il castello fu venduto al banchiere torinese Vincenzo Ceriana, il cui figlio Arturo lo abbellì con affreschi eseguiti dal celebre pittore Francesco Gonin e dal casalese Costantino Sereno. Da oltre mezzo secolo l'elegante dimora è di proprietà della famiglia Bruni Tedeschi. Dionigi Roggero -AL CASTELLO. MOSTRA. PARCO. MUSICHDI CASTAGNOLI. - Evasione dal brutto tempo ferragostiano per il castello di Castagneto dove il Touring Club segnala la mostra "Il vento dal Settecento all'Arte Contemporanea". Il luogo, oggi una grande villa in un grandissimo parco, si raggiunge attraverso la strada collinare per Torino, superiamo Monteu da Po (scavi di «Industria» città romana) e la deviazione per San Sebastiano (dove brilla il nome dei Radicati, famiglia probabilmente originaria della zona un tempo sede del priorato di San Michele di Radicata, altro nome attuale visto che abita in un'ala del castelllo quello del conte Camillo Riccardi Candiani ultimo erede di quell'ammiraglio Camillo Candiani d'Olivola su cui un giorno scriveremo un libro... ) quindi a sinistra seguendo le frecce, si percorre una strada quasi di montagna, e infine sulla destra svolta per il castello Bruni-Tedeschi. Parcheggio nel parco, biglietto (allora c'era la mostra ndr.). Si entra. Prima sorpresa nel sentire nella sala seminterrata che ospita l'installazione di Pier Luigi Menegaldo («La rosa dei venti») le musiche del noto compositore Giulio Castagnoli (casalese d'adozione, abita a palazzo Magnocavalli) suonate al violoncello dalla moglie Erika Patrucco.... All'interno delle altre sale del castello la mostra mette in evidenza una notevole collezione storica di ventagli realizzati tra il Settecento e il Novecento, mentre nelle scuderie e sellerie trova luogo un'esposizione di arte contemporanea ispirata sempre al vento. Non manca una grande scultura di Icaro che spicca il volo da un terrazzone... E' anche l'occasione per dare un'occhiata oltre alle bacheche della rassegna e ammirare affreschi (e due tavole che ci ricordano Spanzotti...) e alcuni arredi (in una biblioteca- e ne siamo orgogliosi - vediamo gli «Annali del Monferrato» di Aldo di Ricaldone). Impagabile dal terrazzo dell'ippocastano il panorama sul Po e sulla pianura (bisogna solo non guardare la centrale Enel di Chivasso). Immaginiamo qui il riposo di Alberto Bruni Tedeschi a capo di un impero industriale mondiale, un grande personaggio: fu anche collezionista di opere d'arte, musicista e per 14 anni Sovrintendente del Teatro Regio di Torino. Teatro che, bruciato nel 1936, fu ricostruito grazie al suo impulso. Per inciso sue figlie sono Valeria, attrice e Carla, modella e cantautrice. Al ritorno piccola deviazione per far tappa alla chiesa romanica di San Genesio edificata dai benedettini nel XII secolo, conserva della costruzione originaria il coro, il campanile e le due absidi, mentre la facciata e le pareti laterali sono state completamente ricostruite all'inizio del '900. A fianco fonte sulfurea citata già nel 1725. E' chiuso il vicino ristorante che ha buona fama ma sono chiusi anche tutti gli altri lungo il percorso di ritorno e la prima tappa (confortevole, nostra segnalazione per i tajarin) è per noi all'Italia di Cerrina lungo la statale sulla sinistra (nei ricordi: una cena con l'artista Camillo Francia e il vice direttore di "Famiglia Cristiana"...). Luigi Angelino FOTO. Il castello di Castagneto e il vicino complesso romanico benedettino di San Genesio

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Michele Castagnone

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