Articolo »
L'esposizione della copia della Sacra Sindone nella chiesa di Sant’Ilario

Venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 marzo verrà esposta sull’altare nella chiesa di Sant’Ilario dove è custodita la copia della Sindone, il telo di lino sepolcrale con impressa la figura di un corpo martoriato attribuito a Gesù. La visita, sempre guidata, sarà possibile solo nei seguenti orari: venerdì dalle ore 15,30 alle 17,30, sabato dalle ore 8 alle 12 e dalle 15,30 alle 17,30, domenica dalle ore 9,30 alle 10,30 e dalle 16,30 alle 17,30.
Il vice parroco don Martin Jetishi insieme a rappresentanti dell’associazione Orizzonte Casale che promuove il patrimonio artistico cittadino, illustrerà ai visitatori la storia relativa alla copia della più celebre reliquia cristiana che viene resa visibile al pubblico solo in rarissime circostanze.
È quindi un’occasione da non perdere anche perchè, contemporaneamente si potranno conoscere i dettagli delle due preziose tele cinquecentesche poste nell’abside, la “Madonna col bambino” di Guglielmo Caccia e la “Madonna del Carmine” di Niccolò Musso. L’esposizione della copia della Sindone potrebbe essere prolungata di alcuni giorni ma in questo caso non ci sarà alcuna guida.
La copia della Sindone venne eseguita in tela mussolina a Torino nel 1643 da un autore anonimo che ricopiò fedelmente con la tecnica del ricalco la figura, le ombre, le macchie e le bruciature dell’originale. L’operazione di sovrapposizione dei due tessuti ha creato la sacralità nel nuovo telo rendendolo reliquia.
La copia fu voluta da frate Bonaventura Reilio che per la sua realizzazione richiese il benestare a Cristina di Francia, sorella di Luigi XIII e vedova di Vittorio Amedeo I di Savoia, reggente per il figlio Carlo.
Il frate di origine irlandese voleva donarla ai fedeli cattolici d’Irlanda perchè la venerassero. Però la malattia gli impedì di portare a termine il progetto. Facendo atto di consegna ai confratelli conterranei Patrizio e Giovanni la cura del telo fu affidata a padre Ludovico da Ameno, guardiano del convento di Santa Maria del Tempio perchè fosse custodita nella chiesa di San Bonifacio (oratorio posto accanto al bastione di Sant’Anna, oggi via Aporti) fino al momento della consegna all’Irlanda. La quale però non avvenne mai.
Con la secolarizzazione del convento e l’abbattimento della chiesa di San Bonifacio il sacerdote don Rossaro si impadronì della copia sindonica. Donna Polissena Strambi, erede diretta di una delle chiavi che aprivano lo scrigno in cui era rinchiusa, supplicò il vescovo di Casale di affidare la tela a una chiesa della città e di esporla nuovamente alla pubblica venerazione. Il vescovo Francesco Alciati, accolta la supplica, la consegnò, nella prima metà dell’ottocento, alla chiesa di Sant’Ilario dove è ancora adesso custodita. Dal canto suo questa costruzione, dedicata al vescovo Ilario di Poitier, è tra le più antiche della città.
Le prime notizie della sua esistenza risalgono infatti al 1184. Sorgeva accanto all’antico concentrico urbano delimitato dal fossato interno ma non in esso compreso.
Profili monferrini
Questa settimana su "Il Monferrato"