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  • 18 ottobre 2011
  • Casale Monferrato

Staffettandem: storie di pista e di solidarietà

Francesco e Maria Rita Torino proiettati nel cinema muto che si cimentano in improbabili quanto ironici “cambi” tra apprendisti della staffetta. La simpatica gag intruce alla seconda edizione di Staffettandem, anche quest’anno promossa e realizzata dai ragazzi dell’Oratorio del Duomo casalese, nell’ambito delle iniziative a sostegno delle Missioni in America Latina. Affrontiamo queste righe con spirito diverso dal solito. Si parte col parlare di un pomeriggio di svago e solidarietà ma si sa che si potrebbe sfociare senza accorgersene nelle vicissitudini della Casale podistica degli ultimi 40 anni, con le sue bellezze gelosamente nascoste, ma anche camminare su ferite ancora scoperte. Chi conosce la storia della Stracasale sa che, sebbene uscita da tempo dai circuiti competitivi, ha mantenuto intatto quell’aggancio al sociale civile e che regolarmente porta utili introiti destinati ai diversamente abili. Il volontariato confessionale casalese opera in diverse parti del mondo e negli ultimi anni si è accattivato le simpatie del mondo podistico, partorendole sotto forma di staffetta, modulo “squadra” in uno sport individualista per sua stessa natura. STAFFETTANDEM – in programma sabato 29 ottobre - Come già la passata edizione, che ci regalò un pomeriggio gradevole e ben partecipato nonostante il tempo da lupi, la data è stata fissata per l’ultimo sabato di ottobre, anche ultimo giorno di ora legale. Data infelice? Il fatto è che non esistono date felici (questa è ancora la meno peggio), se si ragiona nei termini canonici. I fattori a cui i ragazzi hanno fatto riferimento sono altri. Il sabato, che non “tira” per le gare, è invece ideale per l’età scolastica. L’Avis Casale, squadra di riferimento della città e per la quale Francesco e “Chicca” sono tesserati, in quel fine settimana non ha prove di campionato. C’è il richiamo di una “mezza” di spicco il giorno successivo (l’anno scorso cadeva prima), ma i ragazzi contano ugualmente sulla non defezione degli avisini soprattutto perché nella non competitività del raduno ciò che conta è la presenza, non la prestazione. E proprio in tale ottica quest’anno l’invito è stato esteso agli atleti del comprensorio casalese (triangolo Valenza-Trino-Moncalvo) in qualità di testimonial. Così come ai presidenti delle società della provincia e di zone limitrofe è stata richiesto l’invio anche di una sola staffetta societaria come adesione all’iniziativa. La scorsa stagione fu una “prova in casa”, per vedere se funzionava. A sorpresa si presentò Corinne Favre, nota campionessa francese di corsa in montagna che, con Elena Patrucco, l’intera squadra Avis e altri atleti del casalese contribuì a creare il giusto clima e un tutt’uno con le staffette giovanili. Ora, nel secondo passo, la verifica dell’estendibilità dello spirito (non della competizione) ad atleti e società extra casalesi che si sentano di entrare in tale ruolo. I ragazzi del Duomo non sono certo professionisti dell’organizzazione in tale settore ma nella prima occasione se la sono cavata decisamente bene. I dati tecnici ricalcano quelli della passata edizione. Sono stati ridotti i tempi morti tra le batterie per terminare con luce sufficiente anche con cielo coperto. Dopo il raduno, fissato per le quindici, le staffette giovanili 2 x 1000 (due atleti per staffetta, ognuno un giro di pista, che misura 1 km esatto). Prima le Medie (nati dal 1998 al 2000 compresi), quindi le Superiori (dal 1993 al 1997). Ci dicono che qualora genitori o insegnanti volessero far partecipare al raduno ragazzi nati dopo il 1 gennaio 2001 è necessario contattare preventivamente l’organizzazione per valutarne la fattibilità, anche in base al numero delle richieste. Spazio agli adulti dopo le 16,30, ma qui la distanza da coprire aumenta (2 x 3000 metri). Meglio ricordarselo perché lo scorso anno un atleta percorse il primo giro di pista a ritmo da primato; giunto al traguardo cercò il compagno ma gli fecero notare che doveva correre ancora per due “anelli”. Non ne fu entusiasta, anche perché lo sorpassarono in molti…. Le staffette potranno essere maschili, femminili o miste (tira aria di adesioni a quest’ultima, perché “fa fine e non impegna”). L’ampio spazio per il riscaldamento è previsto sull’argine del fiume Po in direzione della Canottieri. Il medico del raduno sarà il dott. Vincenzo Cocito (magari anche atleta) e l’assistenza con ambulanza, come nel 2010, sarà curata da Monferrato Soccorso/Croce Bianca con i suoi volontari. DI PISTA IN PISTA – A Casale se dici pista viene alla mente la quattro corsie del Natal Palli. In realtà la dismissione della medesima risale alla prima metà degli anni ’70 (!). Da allora stop a gare ufficiali e su quella terra rossa, man mano sempre più simile a un cross per i tacchetti dei calciatori, qualcuno si è ancora allenato al mezzofondo, altri hanno cercato una ragione per il ripristino, ma invano. La convivenza problematica con il calcio, l’impossibilità di ampliarla almeno a sei corsie e, oggi, i costi di un’eventuale gestione con i comuni “al verde”, ci impongono di consegnarla alla storia definitivamente. Anche per questo la prima parte della galleria fotografica di oggi è dedicata quell’epoca d’oro. In particolare la prima immagine, che abbiamo battezzato “golden photo”, ritrae i due personaggi che hanno lasciato un solco indelebile, con i chiodini delle loro scarpe, in quella terra. Livio Berruti, dalla vicina Stroppiana, non la disdegnava per i suoi allenamenti; quindi Piercarlo Busto (meglio conosciuto come “Pica”), che lì ha mosso i suoi primi passi quando ancora non immaginava che sarebbe stato il primo a scrivere ufficialmente il suo nome nel libro bianco (di polvere) della più recente e drammatica storia cittadina. Ma proprio Pica è l’ideale “testimone” (il bastoncino che si passano gli atleti nella staffetta) che congiunge la pista del Palli con la “ciclabile”, così detta per l’originaria destinazione, anche se il tempo ha deciso che sarebbe diventata il punto di riferimento cittadino per i podisti e Staffettandem è l’unica manifestazione, al momento, che vi si svolge. Sorge al quartiere Ronzone, in via XX settembre. Dopo la “bonifica”, a sud ovest la skyline è completamente cambiata. La fabbrica, “quella” fabbrica, fortunatamente non c’è più. Rimane la ciminiera di un cementificio, e forse rimarrà, ed è giusto che rimanga. Per ricordare. Per tre lati la pista è immersa nel verde del parco del Po. C’è un progetto sul bosco che arriva fino alla diga del Lanza, che già ora molti atleti usano per allungare il percorso. E’ probabilissimo che in futuro anche lì possano essere organizzati degli splendidi cross come alla Partecipanza trinese. Dalla parte opposta l’argine porta fino al lungo Po cittadino, dove in primavera c’è passata l’EcoCorsa e sabato 29 verrà destinato al riscaldamento degli atleti. Qui sta sorgendo l’attracco per il canottaggio. Lo sport, simbolo di vita, sta appropriandosi di spazi che appartenevano a ben altro. La pista, in asfalto, lunga mille metri esatti, ha una forma strana ed è su leggero dislivello. Chi la definisce ad “U”, chi a “ferro di cavallo” (se porta fortuna…). Il musicista ci vede due note musicali, due ottavi uniti tra loro. Nella parte “aperta” ci sono gli ampi parcheggi e l’accesso al campo d’allenamento del Casale Calcio. Ciò che la renderebbe perfetta, in questa stagione, sarebbero i colori sfumati autunnali delle piante e un tiepido sole (che mancò lo scorso anno) nonché il “gonfiabile” al traguardo formato da un numero esagerato di palloncini colorati. Speriamo i ragazzi abbiano ancora previsto questa loro originalissima “firma” al tracciato. Mea Culpa. Facciamo ammenda. Non avremmo mai immaginato di vedere il futuro del podismo cittadino in una pista ciclabile. L’abbandono del Palli pareva inaccettabile. Augurandoci che gli amici di Tortona, Novi e Ovada difendano con unghie e denti gli impianti che hanno (in effetti il recente fatto tortonese un po’ ci ha turbato), per il presente casalese riconosciamo che tale dislocazione, se ben sfruttata, non è poi male. Anche se, parlando di atletica leggera, rimane sospeso l’argomento “pedane”. Certo che il solo sentir parlare di impianti per lo sci lungo la strada per Valenza un certo shock, ai podisti di qui, l’ha causato… DAL MONFERRATO ALLE ANDE - L’Oratorio del Duomo mantiene forte la sua identità anche in Perù dove, con centralità presso l’omonima struttura di Quivilla, diretta da don Daniele Varoli, irradia la propria attività verso altre sedi a sostegno delle fasce deboli della popolazione e, naturalmente, con un occhio di riguardo verso i giovani. A Quivilla sono presenti una scuola maschile di falegnameria ed una femminile di tessitura. Dopo la scuola i ragazzi peruviani vengono introdotti nel mondo del lavoro presso le stesse strutture. A Lima presta la sua opera, ormai da due anni, una ragazza casalese, Tiziana, presso il locale orfanatrofio. Tra poco sarà il turno di Luigi (che porterà con sè il ricavato della manifestazione) di partire. La sua destinazione sarà Chaccho; in quella località, oltre a preparare i giovani al lavoro edile, si producono mobili che poi vengono venduti in Italia e il ricavato reimpiegato nei progetti peruviani. Una mostra di questi mobili, a Casale, sarà visitabile presso il salone Tartara dal 25 novembre all’ 8 dicembre. In America Latina da anni l’Oratorio del Duomo agisce in stretta collaborazione con l’Operazione Mato Grosso. GIGI ED ELENA, DI CORSA NEL MONDO – “La sofferenza in gara è il punto di partenza per capire le altrui sofferenze”. Questa frase, che stimola la riflessione, ci viene da Elena Patrucco. Senza risalire fino alle “fiaccolate”, che comunque non scarteremmo come concetto in quanto sono i tedofori, con quella fiamma passata di mano in mano, a portare i valori decoubertiani tra le folle e poi al braciere olimpico, fissiamo il principio di questa storia verso la metà dello scorso decennio. Gigi Cabrino, atleta casalese tesserato per la Sanfront (compagno di squadra del fratello Ivo e di Elena Patrucco, che lui stesso “scoprì” per l’atleta che tutti conosciamo), segue la vocazione sacerdotale entrando in Seminario a Roma. A questo punto del testo era prevista la frase “smette a malincuore le scarpette” ma avremmo mentito in quanto pare che i giardini vaticani siano ottimi per allenarsi e qualche maratona, specie a Roma (dopo passate “puntate” a New York) l’ha ancora corsa. Di lui sappiamo di 1h19” sulla “mezza”. Giusto per inquadrarlo come atleta. Nel 2009, a San Salvatore come aiuto in quella parrocchia, affianca don Giorgio Bertola, direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano, per promuovere l’adozione a distanza. Nasce così l’idea della Staffetta della Solidarietà, che quest’anno è giunta alla terza edizione. La prima ebbe come testimonial d’eccezione il tortonese-casalese Francesco Galanzino (quell’anno campione mondiale di corsa nel deserto) e la squadra de Gli Orsi, il celebre team di mountain runners che lega il suo nome a “Le Porte di Pietra”, l’ultratrail di 72 km. Furono 90 km da Crea ad Oropa (e dovettero fermarsi per il troppo anticipo sulla tabella di marcia…). Negli anni successivi hanno aderito parecchi runners e podisti locali, con l’Avis sempre presente. Rimandiamo alla galleria fotografica qui a fianco che tratta l’argomento. Quest’estate Gigi è tornato in Argentina, a Neuquen, per due mesi di lavoro nella missione diocesana. Lo ha seguito Elena Patrucco, alla sua prima esperienza, e si è occupata soprattutto di aiuto alla vita, in struttura che assiste gestanti in difficoltà, molte delle quali ragazze-madri, che segue coi bimbi fino al secondo anno di vita. Con Gigi ha altresì prestato aiuto agli abitanti delle fatiscenti baraccopoli che costituiscono la periferia cittadina. Fonti bene informate ci dicono che Elena in Argentina ha trovato il tempo per allenarsi (piuttosto non dorme) mentre Gigi, con le sue attuali responsabilità… beh, era umanamente impossibile. Tornato in Italia, è ora a supporto, come diacono, alle parrocchie di Ozzano e Sala. Sarà ordinato sacerdote il giorno 8 dicembre. Stiamo attenti alle parrocchie cui verrà destinato: lì verranno sicuramente avviati ragazzi al podismo. E occhio agli oratori in generale. Specialmente in città, se sapranno agire in sinergia potrebbe essere quella la nuova fucina di podisti (nel latitare di altri). Ci sarà a Staffettandem? Lui è impegnatissimo ma sappiamo che parecchi “premono” per una sua presenza e che sarebbe di stimolo per molti. Ci perdonerà se usiamo affettuosamente un termine che di religioso non ha nulla: quale miglior modo per un “addio al celibato” ? Elena Patrucco ci sarà. Ci piacerebbe vederla con la maglia nera dell’ U.M. indossata con gli altri che l’hanno portata in questi anni (Porta, Zanello, Deangeli, Zanarotto, Ivo Cabrino, Audagnotti, Secco e chi ci sfugge…). PENULTIMA DI CAMPIONATO AICS – Domenica penultima di campionato, decisamente atipica. Si corre a Pavone di Pietra Marazzi con partenza alle 10. La prova di campionato sarà di 10 km ma, come già a Novi, la gara clou sarà l’ half marathon denominata “La Mezza con la Gobba” proprio perché ha nel percorso collinare la sua caratteristica principale. Molti atleti, compresi parecchi avisini, propenderanno per questa, per cui la classifica non dovrebbe muoversi. Per gli ultimi “verdetti” di categoria bisognerà attendere il 13 novembre, l’ultima prova ad Alluvioni Cambiò. Qui a lato sono altresì pubblicati i risultati ufficiali dei 3000 metri di Alessandria – video ancora presente abbinato all’articolo precedente.

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