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STRAGE ETERNIT / Don Luigi Ciotti: "Abbiamo la verità vogliamo la giustizia... Tecnicismi, furbizie, ma lasciatemelo dire... qui si parla di corruzione”

Libera sarà al fianco delle vittime e dei cittadini di Casale nella lotta per ottenere giustizia. «Di nessuna delle stragi avvenute in Italia non sappiamo la verità. Qui la verità c’è, ma manca la giustizia...». Lo ha detto don Luigi Ciotti giovedì sera all’auditorium San Filippo a Casale, davanti a tanti giovani e a tanti meno giovani accomunati da un sentimento di Giustizia che la Cassazione, con la sentenza vergognosa sul caso Eternit, ha offeso ma non spento. Tanti, accomunati dalla “rivoluzionaria” umanità contenuta nella parole di Papa Francesco che don Ciotti ha voluto ricordare: «Una persona che muore non fa notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia». Tanti, accomunati dal desiderio di cambiamento, per creare un Paese migliore di quello che ha portato alla brutta pagina scritta dalla Suprema Corte: «Tecnicismi, furbizie e - lasciatemelo dire - corruzione perché qui si parla di corruzione...», ha detto senza giri di parole don Ciotti. La sentenza, i lutti... «La sentenza della Cassazione mi ha proprio mortificata e devo dire che alla mia età qualche volta mi sento ancora ingenua», aveva detto poco prima Romana Blasotti, presidente dell’Associazione Familiari Vittime amianto seduta al tavolo a don Ciotti, con il sindaco Titti Palazzetti e Luigi Ferrando, sindacalista. «Il 19, il giorno della sentenza due persone a Casale morivano», ha ricordato Romana. «L’indomani un’altra persona. Ormai penso siano tutti cittadini. È una cosa che dovrebbe far piangere anche le pietre». Poi “la Romana” ha ricordato che la lotta a cui la Cassazione ha negato giustizia dura da 40 anni: «Abbiamo dato un esempio, e abbiamo portato avanti la bonifica per le nuove generazioni. Speriamo che Casale entro il 2020 possa essere pulita. Ma non abbiamo finito. So quanti anni ho, quanta fatica faccio ma nel mio piccolo non mollo...». Tra gli interventi anche quelli dei sindacalisti Luigi Ferrando e Luciano Bortolotto, dell’on. Cristina Bargero e di Sara Scapinello giovane esponente del presidio monferrino di Libera “Totò Speranza” (che pubblichiamo integralmente a fianco). Le parole di don Ciotti «Non sono venuto a esprimere solidarietà, ma per condividere corresponsabilità e speranza. Non basta la solidarietà...», ha detto don Ciotti. «Mi sento piccolo piccolo rispetto alla complessità dei problemi, a quanti non ci sono più, a quanti portano dentro le ferite per amori e affetti spezzati, ma sono qui per dirvi che saremo al vostro fianco perché si faccia giustizia. Non vi lasceremo soli... Ci sentiamo corresponsabili perché tutte queste morti e tante altre le sentiamo come una ferita che ha colpito anche noi, e così deve essere perché altrimenti diventa celebrazione, diventa retorica». Don Ciotti ha parlato di Casale definendola una «città che ha orgoglio e che ha gente meravigliosa» e ha poi annunciato la costituzione parte civile di Libera al fianco delle vittime nel prossimo processo. «Ci sarà tanta gente che oggi più che è mai al vostro fianco dove la verità è lampante, trasparente e chiara». La speranza - ha detto don Ciotti - è che il senso di responsabilità piano piano vinca. Don Ciotti ha anche ribadito «nonostante tutto», di credere nella giustizia. E la sua convinzione è che alla fine si otterrà giustizia. «Ci sono questioni - ha aggiunto poi - che non possono essere ridotte a fatti tecnici... norme... L’etica, la scelta del bene o del male non è un fatto tecnico ma di coscienza e responsabilità». E il conflitto fra diritto e giustizia - dice don Ciotti - è stato in realtà un «conflitto fra il diritto e la vita delle persone. Qui si parla di vita! Noi chiediamo che la giustizia si faccia carico di tutto questo». Poi don Ciotti ha affrontato il tema della prescrizione oggetto di una petizione che Libera ha lanciato pochi giorni dopo la sentenza ammazzagiustizia della Cassazione. La prescrizione-privilegio «Il Italia il 35% dei reati vanno in prescrizione. Io dico: venga cancellata la prescrizione. La prescrizione rischia di diventare un salvacondotto. Serve ai ricchi e ai potenti che possono pagarsi fior fior di avvocati e allungare i tempi dei processi... «E i “poveri cristi” invece vanno in carcere. Non c’è legalità senza uguaglianza». La Cassazione francese - ha concluso don Luigi Ciotti - ha impedito la prescrizione di orrendi delitti: «Questo è un orrendo delitto non può andare in prescrizione. Mai!».

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Carlotta Prete

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