Saliamo martedì strombazzando nelle strette strade di Lu Monferrato per un appuntamento con Stefania Dolce (Ditta Pagella) sul piazzale della chiesa di San Nazario, dedicato a papa Giovanni XXIII, per la conclusione dei lavori di restauro. Ammiriamo la facciata barocca, poi entriamo da una porta laterale in via Onetti che ci introduce nella sacrestia restaurata dai fratelli Tizzani dove campeggia uno splendido mobile appena riportato a nuova vita da Michele Scaggioni di Torino.
Raggiungiamo subito la cappella dei Bobba dove è stato ultimato il restauro conservativo, la pulitura delle decorazioni ha restituito le tinte originali di un bel colore blu.
Da ricordare anche la donazione da parte della famiglia Bobba di una reliquia della Croce, oggetto di assidua venerazione da parte degli abitanti, che venne posta nella cappella di testata dedicata alla Madonna del Carmelo per un voto fatto nel 1905.
Sulla strada del ritorno una breve sosta al cimitero di Lu (non alzate gli occhi ai ripetitori...). Ci soffermiamo davanti alla cappella Gherzi (con la foto del gen. Luigi Edoardo Gherzi, nato a Lu nel 1899 alla cascina Orto del Bobba, trucidato dai Tedeschi nel 1943 a Cefalonia) poi alla tomba che ricorda il tenente pilota Cesare Meda caduto per incidente il 23 giugno 1934, col grifone rampante insegna della 91ª squadriglia (su Meda stiamo preparando un servizio).
Una chiesa che nasce nel Duecento
Sorta nel XII secolo all’esterno dell’antico villaggio fortificato di Lu, la chiesa di San Nazario è attestata alla fine del Duecento nell’elenco dei benefici della diocesi di Vercelli, dipendente dalla pieve di Mediliano.
Le sue vicende storiche sono intrecciate con quelle della nobile famiglia dei Bobba che ottenuta a metà del Quattrocento la signoria di Lu fece costruire, poco distante dalla loro residenza signorile, la sontuosa cappella della Concezione di Maria nella chiesa che dal 1565 al 1986 fu una delle parrocchie della comunità. Sulle pareti laterali della cappella restano le antiche lapidi e due tele. La facciata barocca venne innalzata nel 1697 da Carlo Maria Mariano; nel primo ventennio del Settecento furono realizzati l’altare maggiore e la balaustrata dai lapicidi Cesare Pelagatta e Bernardo Buzzi di Viggiù.
La decorazione ottocentesca venne poi interamente rifatta nei primi anni del Novecento. In quella occasione fu ampliata l’abside con decorazioni a finto mosaico realizzate nel 1914 dal pittore milanese Rodolfo Gambini (Arluno 1855 - Alessandria 1928). Anche la cappella della Concezione di Maria, di patronato della famiglia Bobba, fu restaurata e dedicata alla Madonna di Lourdes con un nuovo altare di marmo, la grotta progettata da Rodolfo Gambini, le decorazioni eseguite dal pittore locale Pietro Colli (Lu Monferrato 1891 - San Salvatore Monferrato 1982) e una nuova statua della Madonna realizzata a Milano. Sulle pareti laterali della cappella restano le antiche lapidi in ricordo di Carlo Guglielmo e Giuseppe Bobba e due tele (oggi in restauro da Anna Bianchini a Milano) con ai lati gli stemmi della famiglia. Quella raffigurante sant’Agata tra santa Lucia e santa Apollonia è opera del pittore valenzano Giovanni Domenico Marziano (1639), l’altra con l’Immacolata e il Bambino venne dipinta nel 1615 da un pittore piemontese. Un cartiglio collocato sopra l’ingresso della cappella restituisce il ricordo il voto fatto da Cristina Besozzi Bobba nel 1913. Il restauro della copertura della chiesa, primo atto di un ambizioso progetto conservativo iniziato nel 2001 ha messo in luce un frammento di pittura murale tardoquattrocentesca con la Crocifissione. Un’altra notevole scoperta è stata fatta duranti i lavori di restauri parete laterale della chiesa accanto al battistero. Sono emerse porzioni di affreschi con viso di un probabile santo (cercansi mille euro per completare la verifica, ndr) e la data 1509 die 13, visionati nello scorso mesi di febbraio dalle soprintendenti incaricate arch. Monica Fantone e dott. Sofia Villano.
Da aggiungere che i restauri alla cappella Bobba -partiti grazie alla donazione di un privato- sono coordinati dall’Associazione San Giacomo presieduta da Leo Rota. Spesa prevista sui quindicimila euro. Il recupero dovrebbe essere inaugurato il 16 aprile (Santa Bernadette).
Fino ad oggi l’associazione ha speso cento mila euro per molti interventi parziali (iniziando dalla sacrestia, i tetti erano stati risanati dalla parrocchia). Sta presentando un progetto da quaranta mila euro per il complesso altare, abside.