Farssineto: due monumenti ai Caduti dei casalesi Campese e Capra
di Dionigi Roggero
Il 18 settembre 1921 la popolazione di Frassineto Po, cui si erano aggiunte le rappresentanze di associazioni con bandiera dei paesi vicini, prese parte alla solenne inaugurazione della lapide ai caduti della prima guerra mondiale.
Dopo il discorso del sindaco Valentino Patrucco, il parroco don Eugenio Capra diede la benedizione alla lapide murata sul fianco della seicentesca chiesa di San Giovanni Evangelista con un rilievo dell’artista casalese Nino Campese e l’elenco dei caduti, di cui il tenente Pippo Ferrari, ex combattente, lesse i nomi. Tra loro anche il cappellano militare don Francesco Girino, tenente degli alpini, colpito a morte sul monte Grappa il 25 ottobre 1918, poco prima della vittoria, mentre assisteva i soldati.
E anche il capitano del 3° battaglione bersaglieri ciclisti Severino Ubertis, nato a Frassineto Po il 12 maggio 1890 e caduto sul Carso a quota 146 sul monte Flondar il 26 maggio 1917, cui è dedicata la piccola piazza. A lui venne conferita la medaglia d’argento al valor militare per questa eroica azione militare: “Durante una marcia eseguita sotto intenso fuoco nemico, dava bella prova di fermezza e valore. Gravemente ferito, mentre con ardimento riconosceva una posizione, raccomandava ancora l’onore della compagnia all’ufficiale cui ne cedeva il comando. Presso alla fine, dicevasi lieto di morire per la patria e solo spiacente di lasciare i suoi bersaglieri. Mirabile esempio delle più elette virtù militari”. Il 3 maggio 1959 il sottosegretario alla Difesa on. Edoardo Martino e il prof. Giovanni Novelli di Frassineto rievocarono i fatti che segnarono l’inizio della seconda guerra d’indipendenza. In occasione del centenario della gloriosa difesa dall’attacco austriaco delle truppe del generale Cialdini, fu inaugurato il nuovo monumento ai caduti, opera dello scultore casalese Guido Capra. Dopo la benedizione impartita dal parroco don Bassignana, alla presenza del sindaco Cesare Margara l’on. Livio Pivano, primo prefetto della provincia di Alessandria dopo la Liberazione, pronunciò l’orazione ufficiale.
Resta il “mistero” sulla presenza alla cerimonia della “madrina mancata”, come ricorda Graziella Gaballo nel libro “Il partigiano Fieri. Da Frassineto alla montagna”, pubblicato dall’Isral di Alessandria nel 2010. Rosa Imarisio era la persona più adatta a ricoprire il ruolo, avendo perso il marito Giovanni Greppi, caduto sul Monte Asolone il 14 maggio 1918, e il figlio Alfieri, fucilato dai tedeschi a Usseglio, in Val di Viù, il 28 settembre 1944. Ma Rosa, che rappresentava le famiglie dei caduti nel comitato per l’erigendo monumento, secondo la memoria del paese avrebbe declinato l’invito, mentre per la cronaca locale sarebbe stata proprio la Ruzën a togliere il drappo che lo copriva.
Questo l’elenco sulla lapide: “Audoglio Giovanni; Baracco Luigi; Berrone Giovanni; Bisoglio Antonio; Bonifacio Domenico; Chiesa Domenico; Debernardi Quirico; Ferrari Ugo cap.le; Gatti Felice; Girino Don Francesco ten.
capp.; Greppi Giovanni; Guaschino Riccardo; Margara Giuseppe di Giov. cap.le; Margara Matteo; Melchiorre Luigi; Moretti Giuseppe fu Gio. Batta; Moretti Giuseppe di Luigi; Muzio Michele; Narratone Alessandro; Negri Giovanni fu Giuseppe serg.; Pampiglione Agostino; Romussi Dionigi serg.; Ubertazzi Ernesto fu Luigi; Ubertazzi Luigi di Francesco; Ubertis Severino cap.; Vaccarone Lorenzo”.
FOTO. Particolare del secondo monumento, scultore Capra (f. Angelino)