La mia proposta è semplice e pubblica: riportare la maggiore età a 21 anni. Anzi a 25. Nel passato recente la vita era scandita dalla cartolina rosa (18 anni), il servizio militare (20 anni) e quando tornavi a casa, in grado di difendere la Patria, e ti mettevi a lavorare, potendo quindi ipotizzare di sostenere una famiglia, ecco, allora diventatvi maggiorenne.
L'antica saggezza è stata travolta dall'ondata di giovanilismo che ha pervaso il dopoguerra, tragicamente combinata con la scomparsa del rispetto della maturità: il risultato è che ci troviamo con milioni di sbarbatelli e sbarbatelle che della vita non sanno assolutamente nulla, convinti che, avendo compiuto 18 anni, debbano essere considerati maggiorenni, ovvero CONSAPEVOLI e MATURI.
E' agli occhi di tutti che i nostri diciottenni non sono né consapevoli né maturi, vivono - come doveroso - di passioni fisiche e ormonali e, a volte, di ideologie per nulla supportate dalla praticità.
Magari decidono anche di aver trovato l'uomo della vita e ci vanno a convivere, scatenando l'ira dei genitori, ira che purtroppo, a volte, si trasforma in tragedia per eccesso di amore protettivo.
I diciottenni prendono la patente, e da immaturi e inconsapevoli, guidano dopo aver fumato,bevuto, sniffato: i sabato sera stradali sono una straordinaria conclamazione dell'errore nell'attribuire la maggiore età ai 18 anni.
Va detto poi che la vita, rispettoa quela tipica del mondo agricolo di cento anni fa, è divenuta molto, ma molto più complessa, il che dovrebbe portare non all'abbassamento ma all'ulteriore innalzamento della maggiore età.
Ma il mondo, politicamente corretto e corrotto, va all'incontrario della ragionevolezza.
E i risultati si vedono.