Ancora a rischio il bosso in Monferrato: contro la piralide bisogna utilizzare il "bacillus"
È allarme per quanti coltivano bossi in giardino e in particolare per i Comuni che hanno la responsabilità delle siepi nei cimiteri: con i primi caldi sta tornando in Monferrato la Piralide, il bruco vorace che attacca e distrugge il bosso. La peste è arrivata da tre anni e ha già fatto molti danni.
L’insetto sverna come larva in un bozzolo tessuto in autunno tra le foglie. Ma in questi giorni, con l’aumento delle temperature, completa il suo sviluppo, s’impupa e sfarfalla per dare il via alla prima generazione. Le larve hanno colore verde-giallastro con bande nere e striature bianche. A maturità raggiungono una lunghezza di 4-5 centimetri. L’adulto è una farfalla con apertura alare di 4 centimetri di colore bianco con bande marroni. Le larve, in poco tempo, possono spogliare completamente l’arbusto e non si nutrono solo delle foglie, mangiano anche la corteccia verde dei nuovi rami.
Come combatterle? È ormai dimostrata l’efficacia dei trattamenti con il Bacillus thuringiensis (lo stesso che viene usato contro l’Hyfantria). Il bacillus provoca la paralisi del tratto digerente delle larve che cessano di nutrirsi e muoiono; non è fitotossico e non pregiudica la vita dei parassiti naturali degli insetti dannosi. Quando l’attacco della piralide sarà già troppo avanzato, diventerà necessario trattare con insetticidi specifici (tipo Decis) ma con tutti i danni all’ambiente che si può immaginare. Meglio il bacillus, quindi, e subito!