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  • 27 maggio 2010
  • Casale Monferrato

Per la seconda Asl non ci sono speranze - Inutile incaponirsi

Gentile Direttore, ci consenta una breve replica al suo commento sulla questione ASL. Una cosa è difendere il ruolo di Casale (e delle sue strutture sanitarie), altra cosa è incaponirsi (in buona o cattiva fede?) su una prospettiva definitivamente cassata da tutti: dall’amministrazione regionale, dagli amministratori di Centro-Destra di Alessandria, dall’Amministrazione di Valenza. Può bastare? Lei sostiene poi che il Centro-Sinistra avrebbe clamorosamente cambiato idea sull’ASL unica e che questo sarebbe stata la causa della successiva sconfitta elettorale. Ci permetta di ricordarLe che quel piano Sanitario proposto dalla Giunta Ghigo (nel momento più basso della sua credibilità, quello del caso Odasso e e dello scandalo delle valvole cardiache) prevedeva molto di più e di peggio degli accorpamenti delle ASL, cioè una strisciante privatizzazione della sanità; senza dimenticare che la nostra ASL ed il nostro Ospedale iniziavano già a subire le conseguenze delle azioni dei vari “commissari liquidatori” (Zerella, Tabasso, Peona) mandati a Casale con il preciso mandato di depotenziare la sanità casalese. Ci dica Lei, gentile Direttore, se ritenga davvero che sia l’accorpamento delle ASL ad aver causato problemi al nostro Ospedale e non piuttosto il taglio selvaggio dei posti letto, la lottizzazione con conseguente fuga di tante valide figure professionali, gli sprechi (ancora sotto la lente della Corte dei Conti), ecc. In quanto alla presente gestione, aldilà dei prevedibili ritardi e delle prevedibili difficoltà che scaturiscono dal dovere armonizzare strutture ed organizzazioni diverse, credo che nessuno possa sostenere credo che il nostro Ospedale e la nostra sanità territoriale siano stati depotenziati, visto che molti reparti sono stati ristrutturati, è stata realizzata la risonanza magnetica, si è provveduto alla nomina o alla sostituzione di dirigenti medici, è stata avviata la realizzazione della nuova piastra operatoria, ecc. Ed infine, anche se è giusto aspettare che i progetti della giunta regionale vengano definiti meglio, è giusto a nostro parere prepararsi a fronteggiare l’ipotesi peggiore che si prospetta, ovvero quella di un’unica azienda ospedaliera provinciale che comprenda anche l’Ospedale di Alessandria, e nel cui contesto l’Ospedale di Casale diventerebbe una struttura non di serie B, ma di serie C o forse di Promozione. Allora, Sig. Direttore, accogliamo il suo invito a mettere da parte le polemiche da campagna elettorale, ma crediamo che lo stesso invito dovrebbe rivolgere a chi amministra la nostra città, magari accompagnandolo da una sollecitazione a fare una seria autocritica sulle posizioni demagogiche e populiste fin qui tenute. Sempre che davvero il Centro-Destra abbia a cuore gli interessi di Casale e della sanità pubblica. *** Nota del direttore de "Il Monferrato": (mg) Non mi pare che ci sia nessuna intenzione - non inganna quella espressione retorica alla fine - di accogliere l’invito a mettere da parte le polemiche da campagna elettorale. Peraltro pubblico la lettera, persino nell’insinuazione che ritengo palesemente offensiva nei miei confronti (in cattiva fede?), dal momento che il giornale è luogo di dibattito, di democrazia, non certo di censure.

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