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396-La riscoperta dell’immagine, abside affrescata dell’antica cappella dei Conti

“In questo nostro tempo nel quale grande è il pericolo di una superficialità senza storia e senza cultura, è motivo di ammirazione e di compiacimento il constatare che una Comunità dinamica come la Parrocchia di Motta de’ Conti ha voluto fare memoria della sua storia sacra e civile, con un bel volume, insieme documentato e narrativo”. Così scriveva, da Roma il 18 ottobre 2006, nella prefazione alla seconda edizione del volume di Antonio Balanzino intitolato “La riscoperta dell’immagine” (Vercelli, 2006) il Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, vicino alla comunità mottese fin dagli anni trascorsi alla guida della chiesa eusebiana. Un’opera nata - come ricorda l’autore - dalla scoperta casuale, effettuata con l’allora parroco don Cristiano Bodo, dei resti di un’antica abside affrescata. “Era un tranquillo pomeriggio di mezza estate e, come ormai accadeva abbastanza di frequente, ci stavamo aggirando all’interno della Chiesa Parrocchiale intenti alla ricerca e allo studio di nuove soluzioni per rendere più accogliente la casa di Dio. Avevamo già progettato di spostare al fondo della Chiesa i due confessionali che si trovavano sui lati, in modo da rendere più spaziose le navate laterali. Ed ora eravamo intenti a verificare la possibilità di collocare una presa nei pressi dell’Altare dei Conti, per potervi in seguito collegare i nuovi portacandele elettronici”. Poco dopo egli aggiunge: “Ma ecco che, esaminando lo stato dell’intonaco sul lato sinistro dell’altare, sotto la statua del Sacro Cuore, abbiamo notato che una parte di esso era staccata e lasciava intravedere l’esistenza di un’apertura, successivamente chiusa in maniera precaria. Incuriositi, abbiamo fatto filtrare un fascio di luce attraverso l’orifizio che si apriva nella parete e, con grandissimo stupore abbiamo potuto notare l’esistenza, oltre la parete chiusa, di un cunicolo che presentava le pareti affrescate”. Dopo aver ampliato l’apertura e illuminato l’interno con un potente faro, la cripta ha svelato i suoi misteri. “Un affresco biblico che potrebbe rappresentare un apostolo o un santo si stagliava alto sulla parete di fondo in maniera piuttosto nitida, permettendoci chiaramente di notare come la costruzione dell’altare, che ora avevamo alle spalle, ne aveva rovinato una parte. Una serie di greche di color rossastro si snodavano al di sopra ed al di sotto della figura biblica. Due finestrelle, murate all’esterno e quindi invisibili, davano adito a pensare come quella cripta, con volta emisferica, avesse potuto essere parte dell’abside dell’antica cappella dei Conti della Motta”. Insomma una scoperta troppo importante per restare nascosta. Un segreto che non poteva rimanere tale, ma che doveva essere svelato e condiviso con tutta la popolazione, anche con coloro “che hanno vissuto nell’ombra come umili cespugli fra i grandi alberi del bosco”. Dionigi Roggero MOTTA TOUR Statale da Oltre ponte, dopo Villanova entriamo in provincia di Vercelli e, dopo un cavalcavia, in Motta dei Conti. Uno striscione rosso annuncia la festa di San Giovanni legata al150° della II Guerra di Indipendenza e festoni tricolori creano il giusto clima. Andiamo subito alla chiesa della Confraternita di San Giovanni Battista, ha davanti una croce del Giubileo posta nel 1999. Entriamo per il quadro di San Giovanni, un ex voto, perchè dalla battaglia di Solferino (San Giovanni del 1859) rientrarono tutti i soldati mottesi; ci sono anche le bandiere storiche portate in processione. Ammiriamo dietro l’altare una Crocefissione di Nino Campese, casalese, datata 1936. Priore è Ubaldo Marchese. Poi ci trasferiamo alla parrocchiale, dedicata all’Assunta, parroco don Ambrogio Asei Dantoni. E’ strepitosa, in navata destra, una pala del Lanino che raffigura il “Matrimonio mistico di Santa Caterina”. Sono invece in restauro i “Misteri del Rosario”, sempre del Lanino. Uscendo ci affacciamo al Castello, privato, in condizioni disastrose. Peccato. Luigi Angelino

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