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Ad Alessandria

«No alla privatizzazione dei servizi pubblici, lavoriamo per una multiutility provinciale controllata dai Comuni»

L'incontro della Lega

È stato Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e segretario regionale del Carroccio, a trarre le conclusioni politiche dell’incontro organizzato giovedì sera dalla Lega di Alessandria e di Novi Ligure alla ex Taglieria del Pelo, «prima tappa di un percorso di informazione/confronto con la cittadinanza che vedrà certamente altre  puntate, per evitare che scelte sul futuro di asset strategici come acqua e rifiuti, e sul futuro delle multiutility del territorio, siano prese da centrosinistra e 5 Stelle ‘in camera caritatis’, e contro l’interesse della comunità».

Ha detto Molinari: «Dopo quasi due anni, bugie e malafede di sinistra e grillini sulla vicenda acqua vengono a galla, sancite da una sentenza del tribunale che dà ragione all’ex presidente Arrobbio: Amag non deve nulla ad Acos. In merito alla presunta perequazione sugli investimenti idrici il Pd ha cercato in tutti i modi di mettere Alessandria e Novi una contro l’altra, quando le due città erano a guida Lega, con la solita stanca cantilena di Alessandria che “ruba” i soldi a Novi. Noi abbiamo sempre creduto che le città della provincia dovessero collaborare nell’interesse del nostro territorio, uscendo dalla logica campanilistica utile in campagna elettorale, ma che ha drammaticamente indebolito la nostra provincia rispetto alle grandi sfide negli anni passati».

«A nostro avviso quindi si dovrebbe lavorare nella prospettiva di una Multiutility unica per la nostra provincia, a controllo pubblico, unico modo per far fronte ai grandi player del mercato, garantendo le fasce più deboli della popolazione. Il Partito Democratico invece, dall’acqua alla smart city, sembra avere idee confuse, o forse molto chiare: scongiurare la collaborazione fra le società pubbliche di servizi, che da sole alla lunga non potranno stare sul mercato. In attesa magari che qualche player privato possa acquisirle? Ovviamente la collaborazione fra pubblico e privato può essere un valore e migliorare i servizi, ma solo dove il controllo della gestione ed erogazione dei servizi resti pubblico: sull’acqua ad esempio non accetteremo mai la logica “o paghi, o ti chiudo i rubinetti”. Pd e 5 Stelle come la pensano? La Lega anche a Casale Vercelli e Biella, dove attualmente è stato nominato un commissario alla guida dell’Egato2, è stata chiara, e i suoi amministratori hanno votato per l’affidamento in house del servizio idrico, mentre purtroppo i nostri alleati di Fratelli d’Italia hanno preferito schierarsi per la privatizzazione. Grave errore».

«Per quanto riguarda il Gruppo Amag, la situazione è sotto gli occhi di tutti: il progetto smart city, che poteva essere il vero fiore all’occhiello della multiutility, è stato abbandonato nel peggiore dei modi, con il rischio peraltro di dover pagare risarcimenti milionari, mentre anche le comunità energetiche sono ‘al palo’. L’amministrazione Cuttica è riuscita a cedere Alegas al momento giusto, valorizzandola al meglio proprio prima del tracollo di tanti player del settore, e conservando il vero asset strategico, che sono le reti del gas. Ora il Partito Democratico cosa intende fare?  Vendere Amag ai privati o lavorare per una multiutility pubblica di tutta la provincia di Alessandria? Se manca una visione sulle grandi strategie, anche sull’ordinaria amministrazione mi pare ci sia più di un problema. Al netto del divertente sostegno dell’amministrazione comunale alla nostra povera città nella  prestigiosa competizione della “coppa del degrado” sui social, la situazione del decoro urbano è drammaticamente sotto gli occhi di tutti. Tre anni di risanamento e di progetti del presidente Arrobbio sono stati gettati alle ortiche per pura avversione ideologica verso “chi c’era prima”: non è così che si fa il bene di un’azienda, e di un territorio”».

Tra gli interventi quello del casalese Paolo Arrobbio, presidente del Gruppo Amag dal 2019 al 2022. È partito da un chiarimento sulla vicenda acqua, per poi estendere la riflessione al tema smart city e situazione della Multiutility: «Sull'acqua, come sapete, c'è una sentenza del Tribunale di Alessandria che parla chiarissimo: nulla è dovuto da Amag Reti Idriche e da Comuni Riuniti Belforte a Gestione Acqua, in nome di una supposta perequazione. Al contrario di altri le sentenze sono abituato a leggerle, e a rispettarle. Non a stravolgerne il senso. Poi c'è la rinuncia del Comune di Alessandria alla realizzazione della smart city,  che non è solo una grande occasione perduta per modernizzare la città, ma per come è maturata rischia anche di essere un salasso estremamente oneroso. Alla scadenza del mio mandato, nel settembre del 2022, ho presentato una relazione puntuale sullo stato dell'arte del Gruppo Amag, con numeri di bilancio aggiornati, e scadenze dei vari progetti da completare. La relazione è stata presentata all'Assemblea degli azionisti, e inviata tramite Pec ai sindaci dei comuni soci, al collegio sindacale, ai sindacati».

«Lì - ha proseguito Arrobbio - ci sono tutti i numeri chiave: 29 milioni di euro di liquidità nelle casse del Gruppo, oltre a 17 milioni di euro di fondi PNRR che ci siamo conquistati, e soli 6,6 milioni di debiti verso fornitori. Questo era lo stato di salute del Gruppo Amag alla scadenza del mio mandato. Poi, nell'autunno del 2022, è cominciato un percorso di incertezza gestionale e amministrativa. In sintesi: le comunità energetiche, nonostante si fosse stipulato uno specifico accordo con l'amministrazione provinciale, sono rimaste al palo, mentre le due grandi questioni, acqua e smart city (con l'annessa questione del ciclo dei rifiuti) hanno vissuto una serie di passaggi delicatissimi che ben sappiamo».


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