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Dopo l'emergenza
«Non possiamo tollerare che il nostro territorio continui ad impoverirsi e a vivere senza sicurezza»
Interviene il Comitato Alluvionati del Casalese
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«Pochissimi giorni fa la frazione Terranova è stata evacuata e sembra quasi che sia una cosa normale, è assuefazione oppure... rassegnazione? È normale vivere con l’ansia ad ogni pioggia un po’ abbondante? È normale correre a salvare l’auto, è normale correre a tranquillizzare salvo poi evacuare gli anziani di famiglia? Noi diciamo che non è normale trovarsi ancora in queste condizioni dopo 25 anni dall’alluvione 2000!».
Interviene così il Calca (Comitato Alluvionati del Casalese) che continua: «Non è normale passare ore a controllare i livelli dei fiumi (soprattutto Po e Sesia) e le precipitazioni previste a monte di Casale, non è normale tranquillizzare chi ti telefona o scrive e domanda se deve spostare al piano superiore quello che si può salvare in una casa. Tutto è finito bene semplicemente perché il livello del Sesia non è salito come nell’ottobre 2020 ed il Po non è arrivato ai livelli del 2000 ma se anziché 72 ore la pioggia fosse caduta per il quarto giorno consecutivo cosa sarebbe successo?»
«Non è normale che oggi a distanza di 25 anni si sia ancora qui ad elemosinare i finanziamenti per completare degli interventi di prima fase sul Po e che dovevano essere realizzati almeno 15 anni fa! Non è normale che dopo tutti questi anni ci sia ancora mancanza di dialogo da parte degli enti preposti alla messa in sicurezza idrogeologica, non è normale che si diano risposte senza senso ai sindaci del territorio casalese o addirittura non si dia nessuna risposta al nostro comitato C.AL.CA. che da 25 anni è portatore degli interessi della popolazione casalese alluvionata».
I soldi necessari alla messa in sicurezza idrogeologica «potevano essere disponibili ma sono stati dirottati in altre direzioni come abbiamo segnalato più volte nei mesi e anni precedenti. Se la mancanza di sicurezza idrogeologica è invece dovuta a carenza di personale o ad incapacità tecnica degli enti preposti lo si dica chiaramente e la politica intervenga a rimediare in tempi brevi».
«È normale che il Piemonte subisca ancora oggi oltre 500 frane, strade e ponti distrutti, abitazioni, industrie e coltivazioni allagate, morti ed evacuazioni e danni per decine di milioni di euro? È normale che a fronte di condizioni meteorologiche caratterizzate da piogge sempre più frequenti e abbondanti in tempi brevi si diminuiscano gli stanziamenti e le opere per la messa in sicurezza idrogeologica?».
Secondo i rappresentanti del Comitato «di normale in tutto quanto evidenziato c’è ben poco e se altri vogliono farlo passare per normale noi non ci adatteremo sicuramente. Ora basta! Chiediamo e pretendiamo che ci siano dei cambiamenti, finanziamenti con programmazioni e opere sensate fatte in tempi adeguati e non dilazionate per anni. Non vogliamo e non possiamo tollerare che il nostro territorio continui ad impoverirsi e a vivere senza sicurezza».
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