Crisafulli lascia il Consiglio comunale dopo 16 anni: il grazie di un collega di lista
di Pietro Gilardino, consigliere comunale Casale si cambia
Chiedo ospitalità per ricordare un piccolo evento; avrei voluto farlo, lunedì scorso in Consiglio Comunale, come si è sempre
fatto e per tutti gli Amministratori che hanno lasciato la carica; mi è stato impedito per una ragione che ancora non ho compreso; forse la
politica ha preso la paura per le cose normali.
Gianni Crisafulli lascia il Consiglio Comunale di Casale dopo 16 anni ininterrotti di attività. 16 anni lasciano il segno.
Lasciano il segno in chi li ha attraversati con tanto impegno e dedizione ed anche in chi, come me, ha assistito un po’ da fuori alla sua vicenda e ne è rimasto conquistato.
Gianni ha messo nella politica e nell’amministrazione 2 ingredienti: la disponibilità e l’impegno, la disponibilità ad ascoltare tutti, a tutte le ore, in tutte le circostanze, senza la minima arroganza, anche quando era vicesindaco, e l’impegno a seguire tutte le pratiche, fino a quando non le vedeva definitivamente risolte, insomma, ad esserci per tutti.
Io sono un socialista a riposo, che è rimasto conquistato dal suo modo di fare, al punto di decidere contro il parere di tutti, della famiglia e degli amici, di rimettermi in discussione e di provare a restargli vicino, di dargli una mano in questo difficile mestiere.
Già, perché amministrare, se lo fai bene, è un mestiere, un mestiere che ti appassiona, un mestiere che ti prende molto più di quello che ti dà, un mestiere, che quando ti “gira bene”, ti fa sentire quasi onnipotente, un mestiere, che quando ti “gira i denti” ti lascia
dentro un’amarezza e una solitudine senza pari.
Un mestiere che comunque, da queste parti non ti fa più ricco (economicamente), di quanto non lo fossi prima, e quando smetti di essere in prima fila, ti costringe a cercare un mestiere “vero” per tirare avanti.
Mi piace anche questa “normalità” in Gianni, la normalità con cui 16 anni fa, ha deciso di entrare in politica ed in Consiglio, sapendo di dover rinunciare per questo, di lì a poco, ad un lavoro vero, normale e tranquillo.
Ha fatto l’amministratore a tempo pieno, ricco, giusto delle maldicenze che in quel periodo fiorivano sul conto delle sue ville.
E, quando è tornato consigliere, ha capito di dover scegliere un nuovo lavoro vero, che però non gli lasciava il tempo per fare il consigliere come si deve e per come lo intende lui: presente tutte le volte che serve.
E per essere presente tutte le volte che serve, hai bisogno di un lavoro in città e che ti dà i permessi, o di essere un pensionato come me, o di essere in una città diversa e con una morale diversa, dove il Comune rimborsa stipendi fittizi per un distacco da attività mai
svolte.
Non è andata così, mi dispiace, ma lo capisco e vorrei che tutti la capissero così.
In questa occasione, voglio provare a chiedere a me stesso e alla lista civica di non sentirsi “orfana” e di cercare autonomamente una collocazione dentro al centro-sinistra, per dare al centro-sinistra più smalto e convinzione.
Voglio anche provare a chiedere (sottovoce) a Gianni, di provare a tornare in prima fila: certo, la storia non si ripete mai uguale a sé stessa e spesso non dà neanche l’occasione di rimediare agli errori fatti, ma a volte si ripresentano circostanze che richiedono in forme diverse, e a ciascuno di noi di esserci e di dare una mano. Quel giorno vedi di esserci.
Comunque e per intanto voglio dare il benvenuto a Scagliotti, il primo escluso della lista, ha sicuramente l’età e la stoffa per durare almeno 16 anni e fare un pezzo della storia dell’amministrazione di questa città.
Almeno 16 anni, perché l’amministratore non si fa per caso, per noia, o perché me l’hanno chiesto, o perché mi hanno votato; si fa con la voglia di imparare, di fare la gavetta, di esercitare un mestiere vero, di lasciare un segno. E Dio sa se, oggi c’è davvero bisogno di gente capace di lasciare un segno, con la crisi che c’è e con la politica che non sa decidere.