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Venerdì 21 marzo alle ore 21

La fanfara dei Carabinieri: concerto benefico al Municipale di Casale

Raccogliere fondi per il progetto “Un robot chirurgico per l’Ospedale Santo Spirito”

La Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri “Lombardia” nasce nell’inverno del 1946 ed è composta da 30 elementi diretti dal Maresciallo Capo Andrea Bagnolo.

Venerdì 21 marzo alle ore 21 concerto benefico della fanfara al Teatro Municipale organizzato e promosso da Rotary Club Casale Monferrato, Lions Club Host Casale Monferrato e Lions Club Casale dei Marchesi di Monferrato, Soroptimist Club Casale Monferrato e Kiwanis Casale Monferrato.  L’ evento, con il patrocinio della Città di Casale e dell’Arma dei Carabinieri, ha l’ obiettivo di raccogliere fondi per il progetto “Un robot chirurgico per l’Ospedale Santo Spirito”. Ingresso libero a offerta fino a esaurimento posti.

Il progetto è  stato presentato anche sabato 15 marzo alla San Giuseppe, presso lo stand dell’Associazione Nazionale Alpini dal primario di chirurgia Stefano Silvestri. La chirurgia robotica è un settore in costante evoluzione, in cui la tecnologia medica sta trasformando il modo in cui vengono eseguiti gli interventi chirurgici, non solo per procedure complesse. È l’ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva: se fino a qualche anno fa la chirurgia laparoscopica ne rappresentava l’unica declinazione, attualmente è proprio la chirurgia robotica a guidarne i progressi rendendone ancora più evidenti i vantaggi. 

Il sacrificio di Carlo Vittorio Morozzo della Rocca

Durante il concerto sarà commemorato il sacrificio di Carlo Vittorio Morozzo della Rocca di San Michele, Luogotenente decorato dell’Arma dei Carabinieri, morto nel 1849 per respingere il nemico austriaco nel corso dell’assedio di Casale del 1849. 

Ricorrono 176 anni dalla  battaglia di Novara, combattuta il 23 marzo 1849: è stata un importante scontro militare durante la Prima guerra di indipendenza italiana. Questa battaglia vide contrapporsi le forze piemontesi, guidate dal re Carlo Alberto di Savoia, e l’esercito austriaco, comandato dal feldmaresciallo Joseph Radetzky.

Dopo una serie di successi iniziali, le forze piemontesi subirono una pesante sconfitta a Novara. La battaglia si svolse in un contesto di tensioni nazionali e aspirazioni di unificazione italiana, e la sconfitta piemontese portò alla fine della prima fase della guerra di indipendenza.

Dopo la battaglia, Carlo Alberto abdicò in favore del figlio, Vittorio Emanuele II, e il Piemonte si ritrovò in una posizione difficile, ma la lotta per l’indipendenza italiana continuò negli anni successivi. La battaglia di Novara è spesso ricordata come un momento cruciale nella storia del Risorgimento italiano. Casale era assediata dagli austriaci Il maresciallo Wimpfen tolse l’assedio non appena informato dell’avvenuto armistizio dopo la battaglia di Novara. L’informatore fu niente meno che il Re Carlo Alberto, che , viaggiando come conte di Barge, era sulla via dell’esilio con destinazione Oporto. Fermato alle porte di Casale senza essere riconosciuto, all’ufficiale che gli consigliava di prendere un’altra direzione perché il ponte era impraticabile, Carlo Alberto disse che non si doveva attaccare Casale perché era subentrato l’armistizio. Passò poi il Po al traghetto di Pontestura. 

Ma nel frattempo sulle rive del Po tre furono i morti per difendere la città assediata ( Granella Faustino, sellaio da Brescia; Morozzo conte Vittorio, luogotenente dei carabinieri da Torino, Deregibus Pietro, fabbro ferraio da Casale) e quattordici furono i feriti 

Il Conte Carlo Vittorio Morozzo di Magliano di San Michele- figlio del conte Giuseppe e della contessa Anna Secchi di professione benestanti- era nato a Torino il 12 novembre 1818 la sua famiglia nobile aveva radici che affondavano nel medioevo ed era ricca di avi illustri. A diciotto anni- seguendo le tradizioni di famiglia- si era arruolato nel 1° Reggimento fanteria Savoia; il primo servizio come ufficiale, sottotenente, lo effettuò nel 13° reggimento Pinerolo.

Passò quindi , era il 1844, nei carabinieri nel cui corpo conseguì, il 2 aprile 1848, il grado di luogotenente.

Nel marzo del 1849, subito dopo la “fatal Novara”, il Conte scortò, al comando di un drappello di carabinieri, un carico di armi e munizioni che da Alessandria- dove era di guarnigione- veniva inviato a Casale in lotta contro gli austriaci che volevano espugnarla.Venne coinvolto , il conte Morozzo di San Michele, nei combattimenti e fu ferito gravemente il 25 marzo, presso la cascina Vitta in zona Oltreponte, in uno scontro con un drappello di “ulani” austriaci

Morì alle ore 8 di mattina del 1° aprile in “casa Greppi (Greppi, era un chirurgo casalese con casa e studio in via Saletta), munito dei santissimi sacramenti…”. Aveva ventinove anni. Il sindaco De Giovanni, ne tessé pubblicamente le lodi, scrivendo anche una lettera calorosa al comandante dei carabinieri di Alessandria. La sua salma fu tumulata, al termine di una “…grandiosa manifestazione di autorità e di popolo…” in un “…luogo distinto…” a cura della Municipalità. Venne poi trasportata nella tomba di famiglia a Valfenera, vicino ad Asti, dove tutt’ora riposa. L’atto di morte fu redatto dal parroco di Sant’Ilario don Giuseppe Alchera.


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Roberta Musso

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