Raccolta rifiuti: la verita dell'ex presidente Spinoglio
di Giovanni Spinoglio
Chiedo ospitalità a seguito di un articolo apparso recentemente sulle pagine de “Il Monferrato” sul tema raccolta dei rifiuti dove si è fatto riferimento anche all’operato del Consorzio Casalese Rifiuti all’epoca della mia presidenza.
Come sindaco e cittadino che continua ad occuparsi delle sorti ambientali del territorio desidero condividere, con la massima serenità, alcune riflessioni con i lettori.
Nel 2006 il territorio consortile decise il cambiamento nella gestione della raccolta poiché la raccolta differenziata era fuori legge, bloccata al 23%.
All’epoca l'obiettivo dell’assemblea dei sindaci fu quello di ottenere una riduzione della produzione dei rifiuti non recuperabili mediante l’incremento della differenziata, il tutto con un nuovo modello di raccolta che fosse già ampiamente collaudato per non rischiare, senza la certezza dei risultati, ingenti investimenti, consapevoli che questi inevitabilmente sono sempre a carico dei cittadini
La scelta del sistema di raccolta fu ampiamente discussa e infine condivisa dall’assemblea dei 44 comuni del Consorzio con l’attuazione di un progetto del tutto identico a quello in uso in altre città che avevano ormai raggiunto, e superato dopo un ragionevole periodo di rodaggio e ottimizzazione del servizio, il 70% di RD, non senza la soddisfazione dei cittadini,
La progettazione per i servizi innovativi della raccolta differenziata per i 44 comuni, oltre alla proposta di quantificazione dei costi, venne affidata dal Consorzio alla società COSMO spa perché questa si era offerta di farlo, essendo perfettamente a conoscenza delle proprie risorse ed anche delle peculiarità del territorio, e poi perché sarebbe stata in ogni caso il soggetto attuatore di tutta la trasformazione, avendo l’assemblea dei sindaci scelto la strada dell’affidamento diretto del servizio di raccolta alla società.
Per tale progettazione il Consorzio di Bacino, nel 2006, corrispose a Cosmo S.p.A. €.20.000 oltre Iva, per un totale di €. 24.000 (come da fattura n. 24 del 17.01.2006 della società).
L’attuazione del progetto ci ha consentito di ridurre del 50% la quantità di rifiuti portati in discarica con benefici sulla sua durata e ci ha permesso di raggiungere nel 2009 il 51% di raccolta differenziata, obiettivi della mia presidenza entrambi mirati a portare il territorio in linea con il 50% imposto per il 2009 dal D.L. 152/2006, e avviandolo così a raggiungere gli altri obiettivi di legge, sia comunitaria che nazionale, che ricordo essere il 55% di RD entro il 2010, il 60% entro il 2011 ed il 65% per il 2012. Risultati che, se raggiunti, ci mettono al riparo dalle sanzioni.
Tuttavia, a distanza di un anno e mezzo dall'avvio del servizio, quando ci si attendeva da Cosmo che provvedesse ad ottimizzarlo eliminandone le criticità - la società, con nostra grande sorpresa ci informò che i costi erano sensibilmente più elevati rispetto a quelli preventivati nel progetto che lei stessa aveva redatto.
Per questo motivo, affermare che i costi sono elevati – come leggo - “non per incapacità di Cosmo ma per un progetto sbagliato” potrebbe sviare dalla realtà dei fatti, dimenticando che la paternità del progetto è della società.
Sono invece preoccupato leggendo che una delle possibili cause dello sforamento dei costi possa attribuirsi nel numero di operatori, affatto trascurabile, non del tutto adatti all’attività di gestione dei rifiuti: qualora fosse vero, vorrei sapere se ciò è giusto, e quanto ciò possa incidere sui costi reali del servizio.
Sono certo, come in tutte le cose, che anche il metodo di raccolta adottato su questo territorio sia comunque migliorabile, ottimizzabile, o addirittura possa essere in futuro sostituito con sistemi completamente diversi (salvo l’accurato accertamento degli investimenti necessari), ma sono altrettanto certo che anche la nostra società pubblica dovrà perseguire seriamente obiettivi di ottimizzazione dei costi di produzione indipendentemente dai sistemi di raccolta scelti, altrimenti progetti di raccolta più ambiziosi della raccolta domiciliare potrebbero portare allo sforamento dei costi in misura ancora più preoccupante. Inoltre, la società potrebbe non essere competitiva e non pronta ad affrontare i significativi cambiamenti previsti per il 2011 dalle disposizioni contenute nella Legge 133/2008.
Concludo nel ringraziare le amministrazioni ed i cittadini che si sono impegnati per centrare questi obiettivi, così importanti per la tutela ambientale del nostro Monferrato, con la certezza che deriva dal fatto che questo territorio ha sempre dimostrato, e ancora lo farà, di saper superare anche le prove più difficili, per consegnare alle generazioni future l’eredità di un ambiente migliore.