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Trinesini, un piccolo scrigno di morbidi nocciolini di cioccolato

Sono ricoperti da un involucro dorato che gli dà le sembianze di un piccolo scrigno, morbidi nocciolini di cioccolato fondente ripieni di una raffinata ganache dalla ricetta originale ed esclusiva. Stiamo parlando dei Trinesini, dolce tipico di Trino, inventati negli anni ’70 da Giovanni Portinaro, nonno dell’attuale sindaco e rappresentano una tradizione dolciaria che adesso viene portata avanti dalla pasticceria Bodiglio di Antonello Varalda (nella foto), monferrino d’adozione che nel suo laboratorio artigianale si ispira alla pasticceria tipica piemontese, con materie prime di qualità, ingredienti bilanciati al punto giusto, bravura e tanta passione. Si tratta della pasticceria più antica della città, che regala dolcezze ai trinesi da oltre ottant’anni, prima in corso Italia, quindi sotto i portici di corso Cavour e ora nei nuovi locali adiacenti a piazza Garibaldi. I Trinesini - premiati a Torino con l’eccellenza artigiana - sono diventati celebri in maniera del tutto spontanea, con il passa parola, e soprattutto in questo periodo di festività natalizie sono richiestissimi. Un cuore leggero su cui il cioccolato è calibrato e temperato per esaltare il palato e stimolare la golosità. Non è stato semplice aggiudicarsi questo riconoscimento: è infatti richiesto di sottoporsi ad una serie di esami da parte di una apposita commissione per verificare sia i metodi di produzione che il rispetto di specifici requisiti ritenuti indispensabili dalla giuria. Ma i Trinesini non sono l’unica specialità della casa: su richiesta ci sono infatti anche i Trapülin, biscotti tipici - lingue di gatto con ripieno di crema - che prendono il nome dall’antico straminom degli abitanti di Trino. Varalda può anche vantare la creazione del “Gabin”, voluto fortemente dalla Pro Loco di Costanzana per creare un prodotto locale e tipico, anche per avere una identificazione precisa sul mercato. Una specialità “territoriale” realizzata a partire dagli ingredienti reperibili sul territorio: «Ho deciso di utilizzare ingredienti semplici che fossero realmente la rappresentazione della cultura di Costanzana, evitando quindi cioccolato, cannella e nocciole. La ricetta è molto semplice, farina di riso, di grano turco e di grano con zucchero burro e aromi, perchè deve ricordare il passato molto povero del paese» spiega lo stesso Varalda. Tradizione ma anche modernità. Adesso in pasticceria si sta affacciando la nuova generazione, con Benedetta, figlia d’arte, destinata a continuare la tradizione di famiglia e che si occupa del nuovo angolo bar, visto che nel frattempo, per adeguarsi alle nuove tendenze di mercato, la pasticceria Bodiglio è diventata anche caffetteria, per chi vuole gustarsi un caffè o un cappuccino, sempre avvolto in un clima di dolcezza…

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Ilaria Saletta

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