Il Pd e il balletto delle Asl. «Ma il vero problema è la sanità privata»
Sfidando il buonsenso e i dati della realtà i rappresentanti del Centro-Destra casalese continuano a insistere sulla favola del ripristino della seconda ASL a Casale. Forse perché i cittadini casalesi hanno visto svanire nel nulla tutte le mirabolanti promesse della campagna elettorale, il richiamo ai miti (l’ASL, la Corte d’Appello, la sicurezza, ecc.) serve al centro-Destra come un comodo escamotage per sfuggire al proprio fallimento politico.Tornando all’argomento dell’ASL, tralasciamo di argomentare ancora una volta la pretestuosità e la malafede di chi tenta di addebitare all’accorpamento i problemi della sanità casalese, cercando di far dimenticare i disastri prodotti dalle passate gestioni dell’azienda. Non vogliamo infierire, ma basterebbe ricordare alcune scelte, in primis il taglio selvaggio dei posti letto, per esprimere un giudizio più obiettivo sull’argomento.Ma il fatto è che, qualunque sia l’opinione, il problema non si pone neanche più, dato che la nuova amministrazione regionale ha già detto che intende muoversi su una strada del tutto diversa. Spiace che questo giornale abbia in qualche modo minimizzato il fatto che Cota, nella sua recente visita a Casale abbia nella sostanza chiuso definitivamente l’argomento. Magari si potesse ancora discutere se sia meglio una o due ASL!Il modello di sanità proposto dal Centro-Destra regionale
per il Piemonte si rifà esplicitamente a quello lombardo, e non già a quello veneto (regione pure gestita dal Centro-Destra, i livelli del cui sistema sanitario sono tra i migliori del Paese, insieme a quello toscano ed emiliano). In Lombardia il sistema prevede la completa separazione fra aziende ospedaliere ed aziende territoriali, con largo spazio alla sanità privata, considerata non complementare, bensì concorrenziale (ma in modo spesso “sleale”) rispetto a quella pubblica. Basta ricordare quanto di male dice del mirabolante sistema sanitario lombardo l’ex-assessore alla sanità della Regione Lombardia (il leghista Cé) e, ancora, citare Giorgio Lambertenghi Deliliers, professore di ematologia al Policlinico e presidente dell’Associazione
Medici Cattolici di Milano: «la sanità pubblica lombarda è stata drammaticamente penalizzata dallo strapotere del privato che ha una maggiore agilità burocratica e può scegliere i pazienti con DRG economicamente più vantaggiosi. L’Ospedale pubblico ha visto in questi ultimi dieci anni una diminuzione dei posti letto e un blocco dei concorsi. Anche le lunghe liste d’attesa nell’Ospedale pubblico (dovute anche alla carenza di personale) favoriscono il privato che interviene con maggiore rapidità…»E, a proposito, proprio il blocco totale delle assunzioni e del turnover è stato il primo provvedimento adottato dalla Giunta regionale, con gravi conseguenze sulla funzionalità degli ospedali pubblici, in molti casi già drammaticamente in carenza di organico, col prevedibile peggioramento della qualità dei servizi e l’ allungamento delle liste d’attesa. Sarà un caso, ma questo ha tutta l’aria di un provvedimento che non dispiacerà alle cliniche private, già concentrate, nel Piemonte orientale, nelle mani di un unico imprenditore.Perciò, ineffabili amici del Centro-Destra casalese, l’invito che vogliamo rivolgervi è di smetterla di trastullarvi con questioni già superate dalle scelte dei vostri stessi rappresentanti regionali, e se avete davvero a cuore gli interessi dei cittadini casalesi, di concentrarvi sui problemi reali, in primo luogo sulla difesa della sanità pubblica.
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Nota del direttore de "Il Monferrato":
(mg) Cota a Casale, a pochi giorni dal suo insediamento, ha detto semplicemente che era troppo presto per esprimersi:
e questo è stato registrato. Che le prime dichiarazioni
che vengono dalla Regione - riportate anche su questo stesso giornale - parlino di un modello di organizzazione del tutto diverso, è vero. Ma se il centrodestra casalese ammainasse la bandiera, accontentandosi magari di un altro contentino anche un po’ più sostanzioso della ‘finta’
sede dell’Asl, commetterebbe un errore. Sostanziale, perché la battaglia sul ruolo di Casale è decisiva per il futuro
della città e anche del territorio. Ma anche politico. E’ già accaduto una volta che qualcuno - dopo avere fatto una accanita battaglia contro la soppressione dell’Asl voluta
dagli avversari - ha cambiato clamorosamente idea quando la stessa soluzione è stata proposta da uno schieramento
amico passato al governo in Regione. E l’elettorato
lo ha severamente punito due volte. Ma forse qualcuno non se ne ricorda.
I problemi di Casale però sono seri, la battaglia per la qualità dei servizi ospedalieri anche. E davvero è ora di smetterla di trastullarsi, tutti insieme, sui temi di una campagna
elettorale già finita. Perché altrimenti finisce che le questioni, anche importanti, che vengono poste, dal Pd o da un’altra parte, perdono di credibilità. Alla maggioranza dei casalesi non importa granché che vinca il centrodestra
o il centrosinistra: ma vorrebbe che, qualche volta, vincesse Casale.