INTERVISTA / "Eternit, sentenza ingiusta e sbagliata"

di Massimiliano Francia

La sentenza della Cassazione sul Processo Eternit è ingiusta e sbagliata non solo dal punto di vista della giustizia (come ha ammesso il PG della Cassazione Francesco Iacoviello) ma anche per quanto concerne il diritto. Lo ha affermato l’avvocato Laura D’Amico questa mattina - venerdì - alla riunione che nella Sala Consiliare di Palazzo San Giorgio, sede del Municipio di Casale, ha riunito le delegazioni internazionali che rappresentano le vittime dell’amianto per fare il punto sulla situazione. Questo perché il reato non solo non è prescritto ma è tutt’ora in atto - dice la D’Amico - che sottolinea che l’impostazione della Procura era stata vagliata e ritenuta corretta da ben tre istituti giudiziari: il giudice della udienza preliminare, il Tribunale di Torino e la Corte d’Appello. La tesi della Corte d’Appello poi era chiarissima: il reato di disastro consiste nel creare un rischio, che è tutt’ora presente perché le bonifiche non sono state effettuate. La "condotta" dell'imputato quindi non è solo quella di avere immesso le fibre nell'ambiente, ma di non avere fatto nulla, in seguito, per eliminare il rischio da lui stesso creato. Prima "attiva" e poi "omissiva". Impostazione alla base della sentenza della stessa Corte di Cassazione per quanto riguarda il caso di Porto Marghera e su cui era strutturata l'accusa della Procura di Torino per il Processo Eternit. Appare poi sorprendente - nella requisitoria del PG Francesco Iacoviello - l’affermazione che da un lato le istituzioni (e non l’imputato!) sono responsabili dei ritardi sulla bonifica: «Casomai regioni e Comuni sono parti offese, e infatti come tali si sono costituite nel processo», dice la D’Amico. La decisione di cancellare il processo ha peraltro proprio l’effetto di ritardare o rendere comunque più difficoltose le bonifiche, visto che cancella ipso facto anche i risarcimenti (per esempio i 30 milioni di euro destinati al Comune di Casale) che sarebbero serviti proprio a effettuare il risanamento. E tutto ciò in un momento di grandi difficoltà economiche per gli enti pubblici.