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Un simpatico birbante

Trippa, una favola per Natale

Il racconto di Paolo Testa

Il bosco era in subbuglio.

Trippa era sparito, o meglio, non si riusciva a trovarlo da nessuna parte.

E pensare che tutti gli animali erano impegnati nella sua ricerca!

Trippa, quel simpatico birbante che ne inventava sempre delle nuove.

Ma come, non ne sapete niente?

Allora forse è meglio incominciare da quando questa storia ebbe inizio…

Dovete sapere che Trippa era un coniglietto, così chiamato per via della sua pancetta che, fin troppo prominente, sfiorava il terreno.

Beh, non usiamo mezze misure, diciamo pure che era grassottello, proprio a questo particolare stato fisico era dovuto il suo buffo nome.

Ultimo nato di una cucciolata di otto coniglietti, era il più vezzeggiato dai genitori e, prima con il latte, poi con le erbette più prelibate, era quello che non si stancava mai di mangiare.

Non solo era un golosone, era pure un vivace monello, sempre alla ricerca di nuove avventure e pronto a fare scherzi e burle a tutti.

Ancora oggi, l’intero bosco si ricorda di quella volta che Trippa durante l’assemblea annuale degli animali residenti, dipinse di nero gli occhiali del Presidente, il vecchio e venerabile Gufo Amilcare; questi, ora di leggere il verbale con i punti all’ordine del giorno, inforcò gli occhiali e, vedendo tutto buio, pensò che fosse sopraggiunta la notte e ben tosto si mise a russare!

Per non parlare poi, di quando scambiò le nocciole della signora Scotty, l’anziana scoiattolina del grande olmo, sostituendole con pietre di fiume; ahi, ahi, poveri denti!

Comunque veniamo ai fatti che diedero inizio a questa nuova avventura.

Erano gli ultimi giorni dell’Avvento e nel bosco si respirava un’arietta frizzante che rendeva concitata la vita degli animali.

Tutti erano indaffarati a pulire le tane, i nidi, i tronchi, insomma tutti i luoghi delle loro dimore, poiché si sa come, persino le bestie, essendo creature del buon Dio, conoscano e aspettino l’arrivo del Natale.

Unico rammarico, condiviso da tutti, era dato dalla penuria di cibo, già di per sé scarso in tale stagione, dovuta alla neve che era caduta abbondante coprendo ogni cosa.

La mamma di Trippa, Coniglia Cesira, finiti i lavori domestici, verso l’imbrunire decise di portare tutta la sua tribù nel vicino paese dove, nello slargo della via d’ingresso, gli abitanti avevano costruito un Presepe.

- Su, su ragazzi! Mi raccomando, tutti in fila; seguite le mie orme sulla neve, e soprattutto cercate di non farvi vedere da nessuno. -

- Uffa, mamma! Dove andiamo?-

- Fa freddo! -

- Ma cos’è questo Pepete? -

- Presepe, si dice, Presepe; è la rappresentazione della nascita di Gesù Bambino. Vedrete che vi piacerà. -

E così, durante il tragitto, mamma Cesira raccontò tutta la Sacra Storia ai suoi coniglietti

Arrivarono al paese protetti dalle prime ombre, guardinghi si avvicinarono al Presepe allestito ed i cucciolotti incominciarono a tempestare la mamma di domande per sapere o riconoscere questo e quel personaggio.

- Ragazzi, ragazzi, prima che sia buio buio è meglio avviarci verso casa. Su accodatevi in silenzio. -

E così, tutti contenti e un po’ borbottoni, incominciarono il ritorno.

Arrivarono alla tana che già si alzava la luna, ma…

Ecco, puntuale, arrivare il “ma”: ma naturalmente mancava… Trippa!

Ed è così che tutti gli animali del bosco si misero alla ricerca del coniglietto scomparso.

-Trippa, Trippa! Piccolino, dove sei? -

Niente da fare; quel piccolo terremoto non si riusciva a scovare da nessuna parte.

Tutti gli animali erano disperati, e quando dico tutti vuol dire proprio tutti; pensate che pure Pina la Volpe era uscita alla sua ricerca, in quel frangente, come in ogni occasione di pericolo, gli animali si sentivano tutti un’unica famiglia.

Quando la disperazione incominciava a sovrastare la fiducia di trovarlo, da dietro un tronco abbattuto spuntò un ciuffettino di peli di un colore bianco più bianco della neve.

- Trippa! Ma dove sei stato? Vuoi far morire di crepacuore la tua povera mamma? -

- Ma mamma, ho dovuto parlare col Bambino. Sei stata tu a dirmi che porta i regali nella notte che è nato. Mi sono fermato per fargli le mie richieste e Lui mi ha assicurato che farà il possibile per esaudirle. -

- Ma quella è solo una statua, sciocchino! Non dire bugie. Dai, vieni dentro a dormire e chiedi scusa anche al babbo. -

Passarono così alcuni giorni che videro Trippa in castigo.

Diligente, arrivò il Natale, al mattino quando gli abitanti del bosco si svegliarono una grossa sorpresa li attendeva: sulla neve erano comparsi svariati cestoni pieni di castagne, noci, nocciole, ghiande, carote, trifoglio, insalate ed erbette gustose, mele, susine e altra frutta, insomma, ogni ben di Dio per sfamare ogni tipo di animale.

Mentre tutti si interrogavano stupiti e prendevano parte al lussuoso banchetto, Trippa si avvicinò a mamma Cesira sussurrandole nell’orecchio:

- Hai visto mamma, niente bugie… il Bambino mi ha ascoltato! -.


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