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Casale Calcio, purtroppo è tutto come previsto: un pasticcio senza fine, mentre si attende il derby
Per chi non volesse dilungarsi troppo nella lettura, ecco un sunto dell’attualità post-pasquale: chi gravita attorno al Casale, dai dirigenti ai calciatori, è ancora fermo all’unica strategia economica possibile, ovvero attende i soldi del Gruppo Foppiani. Il cocciuto Di Stanislao sta facendo di tutto per far sì che questi ultimi arrivino nelle casse societarie al più presto, ma per finire dove? Gli ex proprietari milanesi, avendo finalmente capito quanta serietà aleggi nel mondo del calcio odierno (tendente a zero, per intenderci), vogliono garanzie sulle intenzioni "romane" e quindi si stanno muovendo con la giusta prudenza. Giorgio Zanon ha tutto il nostro appoggio al riguardo, perché - come scrivono i tifosi più attenti, anche quelli grigi - sarebbe ora di fare pulizia in questo mondo del calcio sempre più malato. E non solo nel calcio, a dire il vero!
UNA MATASSA INGARBUGLIATA
Tornando ai dettagli, la speranza di chi scrive è di offrire informazioni quanto più possibile precise, per evitare che le prese in giro - la sensazione è che ce ne siano - vengano perpetrate ancora a lungo, ai danni della città e dei tifosi. Destreggiarsi fra i personaggi di questa vicenda è molto difficile e prova ne sono le notize palesemente false che sono state fatte circolare ad arte, in particolare sul web.
I fatti di cui siamo a conoscenza sono i seguenti: la semestrale di bilancio del club nerostellato al 31 dicembre 2012 ha certificato perdite che per codice civile andavano ripianate entro 90 giorni, in quanto tali da portare il capitale sociale a una cifra negativa (si parla di oltre 300mila Euro di disavanzo da colmare, rispetto ai 10mila Euro di capitale sociale minimo previsto per le srl). E tutto ciò senza tenere conto delle norme calcistiche che, per l’iscrizione al prossimo campionato, prevederebbero requisiti ancora più stringenti, ma per adempiere ai quali ci sarà tempo fino al 30 giugno 2013.
I DOCUMENTI COVISOC E LA CAMBIALE
Restiamo pertanto al codice civile e chiediamoci ancora una volta se la benedetta ricapitalizzazione, ovvero l’immissione di denaro fresco nella casse sociali imposta dalla legge, è stata effettuata oppure no. A venerdì 29 marzo marzo 2013, l’amministratore unico della società, ovvero il giovane bergamasco Matteo Dellera (lasciatosi coinvolgere ingenuamente in questo intrigo), aveva certificato le perdite e non aveva preso atto di nessuna ricapitalizzazione (un atto formale da eseguire solo ed esclusivamente da parte dell’azionista di riferimento, ovvero della Casale Communication and Marketing, detenuta al 90% da Andrea di Stanislao, figlio di Paolo, e al 10% da soci monferrini). Questo era lo stato delle cose al 29 marzo ed è una delle certezze in nostro possesso, avvalorata dal fatto che tutti i documenti inviati alla Covisoc certificano la perdita al 31 marzo e le relative carenze nei parametri economico-finanziari.
Nella giornata di sabato 30 marzo, a mischiare le carte, è arrivato però il solito Paolo Di Stanislao che, pur senza ruolo alcuno in società perché inibito dalla FIGC, ha affermato che il figlio Andrea ha effettuato la ricapitalizzazione. Con puntualizzazione: “Manca solo la ratifica del notaio, ma l’operazione è stata eseguita”. Matteo Dellera, fuori città fino a mercoledì 3 aprile, ha continuato a negare che qualsivoglia operazione sia stata concretizzata. L’unica parvenza di ricapitalizzazione mostratagli da Di Stanislao sarebbe una cambiale a scadenza 30 giugno, garantita da una sponsorizzazione di una multinazionale francese. Aria fritta al 99,9%, anche se l’avvocato di Di Stanislao, tal Falanga da Napoli, assicura che è tutto in regola. Dellera stesso, sembra credere poco a questo tipo di ricapitalizzazione e sta valutando se tutelarsi dalla mancata copertura del capitale sociale, perché la legge prevede pesanti sanzioni per gli amministratori inadempienti.
DI STANISLAO, SERVONO I FATTI!
Tirando le somme, ci spiace essere poco ottimisti, ma troppi segnali invitano non tanto alla prudenza, quanto alla diffidenza vera e propria, verso chi parla di ricapitalizzazione eseguita. Da quest’estate a oggi, infatti, ci pare che l’unica cosa che davvero interessa attorno al Casale Calcio siano i soldi che il Gruppo Foppiani ha promesso per sponsorizzare il Casale a copertura di debiti passati (ovvero risalenti a prima del 1 luglio 2012): un importo superiore ai 500mila Euro che ha portato in Monferrato tanti spasimanti.
Per riscattarsi in parte e guadagnare in credibilità ai nostri occhi (per quanto possa interessare tutto ciò), l’attuale proprietà dovrebbe saldare al più presto gli stipendi ai tesserati per le mensilità di novembre e dicembre, almeno. In prima persona però, ovvero senza attendere il denaro in arrivo da Milano e sul cui effettivo impiego Giorgio Zanon richiede giustamente garanzie assolute. Di Stanislao senior, ricorderete, aveva detto che gli stipendi non erano stati pagati a metà febbraio perché i tentennamenti di Zanon lo avevano colto alla sprovvista, ma nonostante le ripetute promesse i soldi dalle tasche romane non sono usciti neppure in seguito ed è ormai trascorso un mese e mezzo. Vediamo se cominceranno a uscire ora, ma ne dubitiamo fortemente.
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