"Casale diventi la prima città a dire no ai circhi che usano animali"
di Chiara Montiglio
Vedo con disappunto che cambiano le amministrazioni comunali ma il rispetto per il benessere animale resta invariato, cioé poco o forse siccome sono sempre i soldi a dettare legge, benvengano anche quelli che il circo lascia per occupare il suolo pubblico, perché pecunia non olet.
Eppure basterebbe semplicemente applicare la legge è vietato detenere animali in condizioni non conformi alle loro caratteristiche etologiche. Ma forse pensiamo che le tigri stiamo benissimo in gabbia e gli elefanti incatenati ai ceppi. Anzi, a dire il vero quello dell’attuale circo ospite a Casale, era libero, quando l’ho visto. Stava in un circuito con tre dromedari (animali tipici del Monferrato, che sicuramente apprezzeranno l’inverno freddo e nebbioso...) e dondolava senza sosta da un piede all’altro, così come ha imparato a fare per noia e disperazione nei lunghi giorni chiuso o legato nel suo carrozzone. Che pena, che pena per lui, per i cammelli, per la tigre addormentata in gabbia e per tutti gli altri disgraziati che per fortuna non ho visto. Soprattutto che pena per tutti quei genitori e nonni che porteranno i bambini a ridere e godere delle miserie di altri esseri viventi. Proprio una bella lezione di vita.
Perché a Casale qualcuno non si decide a dire basta? Perché non diventiamo per una volta una città con un primato positivo, i primi in Italia ad aver rifiutato il permesso a tutti i circhi che usano animali.
Ma forse i tempi non sono maturi per una evoluzione mentale così drastica.
Caro il mio elefante, dondola ancora un po’ intanto che noi ci evolviamo.