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Appello a Letta per i risarcimenti

Dare concretezza ai risarcimenti stabiliti dalla Corte d’Appello per il Processo Eternit. L’appello è rivolto direttamente al presidente del Consiglio Enrico Letta, e ai titolari dei dicasteri di Giustizia, Ambiente, Salute, Esteri, oltre che a tutte le istituzioni e gli enti coinvoltei e a cui la Corte di appello ha riconosciuto titolo ai risarcimenti e a una ventina di parlamentari. La richiesta di «un sostegno concreto e deciso dello Stato, finalizzato al superamento degli ostacoli procedurali ed economici» viene dall’AFEVA (Associazione familiari vittime Eternit) e dai sindacati casalesi e ha lo scopo di «dare tutela effettiva alle vittime di una strage purtroppo ancora in corso (solo a Casale e Cavagnolo circa 60 mesoteliomi all’anno) ma soprattutto per il principio di giustizia in esso affermato». La Corte d’Appello - si ricorda in una lunga missiva - ha disposto a carico dell’imputato svizzero Stephan Schmidheiny e delle società a lui collegate il pagamento una provvisionale immediatamente esecutiva di 30.000 euro in favore di 932 cittadini ed ex lavoratori. Ai numerosi risarcimenti in favore di ammalati ed eredi di deceduti si aggiungono le provvisionali disposte in favore di regioni, enti locali e associazioni tra cui - si ricorda - 20 milioni di euro alla Regione Piemonte, e poco meno di 31 milioni al comune di Casale Monferrato, cinque all’ASL di Alessandria e 100.000 euro per sigle sindacali e associazioni di familiari (compresa l’AFEVA) per un totale di oltre 90 milioni di euro. «Alla soddisfazione per l’esito processuale si accompagna tuttavia una profonda preoccupazione per l’effettiva riscossione di tali somme», evidenzia la lettera sottolineando che «l’unica soluzione possibile per dare esecuzione alla sentenza consiste dunque in azioni esecutive internazionali (anche di carattere cautelare) a carico delle persone indicate. Un procedimento complesso ed economicamente molto impegnativo che rischia di mutilare la giustizia cui hanno diritto le vittime del “disastro ambientale doloso”, in quanto non sono in grado di affrontare spese ingenti che sarebbero oltretutto sproporzionate rispetto alle somme esigibili. Afeva e sindacati evidenziano che c’è «una normativa europea che prevede il patrocinio gratuito dello Stato per le parti processuali comprese nei paesi membri ma a certe condizioni reddituali» ed evidenziano d’altro lato la «rilevanza a livello sociale» in quanto il pagamento delle provvisionali rappresenta «non soltanto un risarcimento per un danno ai beni della vita e della salute, ma la piena affermazione di un atto di giustizia nei confronti di un immane disastro che ha causato 3000 vittime e quindi una sentenza storica che non ha precedenti a livello internazionale». Il Governo Italiano si era già impegnato su tale fronte – evidenzia la lettera inviata a Letta – nel Piano Nazionale Amianto del marzo di quest’anno che con «l’obiettivo 5» aveva istituito (attraverso il ministero del Lavoro) «un tavolo nazionale con le altre amministrazioni interessate e i soggetti danneggiati, al fine di assicurare il principio della effettività delle tutele in favore delle parti lese». Purtroppo a guidare la «crociata» per il recupero delle provvisionali e delle esecuzioni all’estero c’era l’INAIL che nella sentenza di appello è stata esclusa dalle parti offese aventi diritto ai risarcimenti, e ciò complica non poco il quadro. Il tavolo è perciò ancora più importante, anzi è «indispensabile momento di confronto e coordinamento» utile anche per valutare se necessario «l’opportunità di specifici provvedimenti governativi». A sostegno di un provvedimento in tale direzione tante «interpellanze e mozioni parlamentari, una delle quali, la 1-01112 del 19 luglio 2012, sottoscritta da oltre 100 deputati». Una situazione che l’Associazione di familiari delle vittime di Casale e Cavagnolo e CGIL CISL e UIL chiedono di poter rappresentare personalmente al Presidente del Consiglio: «Pur consapevoli dei molteplici impegni e dei compiti gravosi che richiedono la piena attenzione del capo dell’Esecutivo, confidiamo di poter dimostrare, in un incontro diretto, già di per sé significativo, l’estrema importanza di un intervento statale in difesa dei principi fondamentali dello stato di diritto»

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Carlotta Prete

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