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La mappa killer dei polverini dell'Eternit: 140 siti censiti. E continuano a emergerne

È il polverino - attualmente - la vera emergenza amianto, il materiale sparso da Eternit su tutto il territorio di Casale e in tanti Comuni limitrofi. Poco meno di 140 i siti censiti (104 solo a Casale) una novantina quelli già bonificati. Una mappa inquietante che spiega fin troppo bene come per i cittadini ci sia stato e ci sia ancora un rischio gravissimo, perché puntuale e diffuso al tempo stesso, e del tutto inconsapevole. «Centoquaranta sono i siti individuati - dice Cinzia Cazzola, ingegnere ambientale, referente del Polo Amianto di Casale - ma crediamo che siano molti di più e che il “sommerso” sia ancora tanto. Purtroppo più passa il tempo e più è difficile individuarli, perché se ne perde la memoria e la consapevolezza». Possono poi emergere in caso di interventi e ristrutturazioni, come è avvenuto in passato per esempio all’Istituto Leardi. La mappa killer Una «mappa killer» che a causa degli smaltimenti criminali di Eternit si è via via disegnata sul territorio, una quantità di bombe a orologeria innescate decenni fa con gli scarti di lavorazione «regalati» (ma talvolta persino venduti, è emerso al processo) da Eternit e portati in sottotetti, cortili, vialetti. Nell’elenco ci sono anche scuole, oratori, asili, piazze, sagrati di chiese e il cortile del Castello. Luoghi di grande affluenza dove nei decenni (la bonifica è iniziata pochi anni fa) sono passate o hanno vissuto decine se non centinaia di migliaia di persone. I militari che hanno fatto servizio al castello, i bimbi che hanno frequentato scuole e oratori, i cittadini che si ritrovavano in piazza per chiacchierare, andare a messa, giocare a pallone o bocce. Una realtà agghiacciante soprattutto se si considera che già nel 1973, come è emerso al processo, il responsabile del Servizio Igiene del Lavoro interno di Eternit era stato informato dei rischi e - siccome nella casa che aveva acquistato aveva trovato un battuto di polverino all’ingresso del garage - aveva immediatamente provveduto a farlo bonificare. Cani e bimbi nel polverino Una cautela giusta, che però i dirigenti di Eternit impedivano alla popolazione del Casalese di assumere, continuando a negare il rischio e impendendo quindi che si formasse una adeguata consapevolezza. Nessuno che abbia avuto responsabilità in Eternit, a quel che si sa e che è emerso finora, ha in seguito mosso un dito o speso un euro per eliminare questo gravissimo rischio. Il tecnico dell’Arpa racconta con sgomento di «situazioni di gravissimo pericolo, perché ancora oggi ci sono persone che non comprendono il pericolo. In un cascinale con un cortile in polverino c’erano cani che entravano e uscivano di casa e bambini che giocavano con gli animali e li abbracciavano, come fanno i bambini... «In un’altra abitazione una signora anziana ci raccontava che regolarmente toglieva l’erba, sollevando così il materiale e disperdendolo nell’aria...». In altri casi ci sono testimonianze di cittadini che ripulivano dalle erbacce il battuto in cemento-amianto addirittura con il decespugliatore. «È molto importante - dice la referente del Polo Amianto di Casale - che le persone che hanno anche solo il sospetto della presenza di polverino facciano la segnalazione al Comune, che poi ci allerta per fare il sopralluogo. «È tutto gratuito, sia i controlli sia la bonifica e noi preferiamo fare un sopralluogo in più, anche se poi è un falso allarme, perché più ne saltano fuori e vanno in bonifica con il finanziamento pubblico meglio è...». La bonifica oggi infatti non costa nulla, è completamente a carico dell’amministrazione pubblica. Un altro capitolo importante è però anche quello delle coperture, meno insidiose del materiale friabile, mail pericolo aumenta con il tempo e il degrado. Circa 1,3 milioni i metri quadrati di tetti in eternit censiti finora. Ne restano da bonificare almeno 600mila, ma si ritiene che quelli sfuggiti alle mappature siano ancora molti. «Come per i polverini» - dice la responsabile del settore Ambiente del Comune di Casale Carla Coggiola - «per i quali in media emergono una ventina di nuovi siti ogni anno».

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Enea Morotti

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