Articolo »

Presentato al Balbo il concorso "Diventiamo Cittadini Europei" - La lezione del prof. Maiocchi

Il liceo scientifico Palli dell’istituto Balbo ha ospitato la conferenza di rito in preparazione del concorso regionale “Diventiamo cittadini europei” indetto dalla Consulta Europea del Consiglio regionale del Piemonte nell’aula magna del plesso Lanza. La prof. Maria Luisa Nebbia, promotrice dell’iniziativa presso il collegio docenti e coordinatrice del concorso, che coinvolge tutti gli indirizzi dell’ Istituto Balbo, continua con successo una tradizione che viene da lontano (introdotta dalla prof. Anna Maria Ariotti e proseguita con la prof. Silvia Sorisio) e che ha sempre visto gli alunni dei licei fra i vincitori del concorso stesso. Ad illustrare i due temi proposti dal concorso è stato il prof. Luigi Vittorio Majocchi, docente di Storia dell’Europa occidentale, Università di Pavia. Il prof. Majocchi è stato presentato dal preside Riccardo Calvo che ha ricordato agli alunni convenuti che "non possiamo non dirci europei” e che pertanto dobbiamo auspicare che il processo di unificazione europeo si completi, superando le difficoltà sul suo cammino. La novità di quest’anno è stata la presenza del vice presidente del Consiglio regionale del Piemente, incaricato alla Consulta, Riccardo Molinari, che ha definito il concorso annuale come l’iniziativa più importante della Consulta per avvicinare i giovani all’Europa. Ha inoltre voluto precisare di aver personalmente suggerito la seconda traccia del concorso, quella inerente il protagonismo delle regioni ed enti locali nel processo di unificazione in corso. L’argomento, ha sottolineato, è poco dibattuto ma di grande rilievo per incentivare la cooperazione tra le regioni degli stati membri dell’Unione europea, in particolare fra le regioni limitrofe come ad esempio il Piemonte italiano e la Savoia francese. “Le regioni possono essere protagoniste nel processo di costruzione dell’ Europa, senza il filtro degli stati nazionali”, e questo attraverso un organo importante con sede a Bruxelles: il "Comitato delle regioni”, creato nel 1994 in applicazione del Trattato di Maastricht. Il Consiglio dell’Unione europea ha l’obbligo di rivolgersi al Comitato delle regioni per questioni inerenti 10 materie fra cui la coesione economica e sociale, la sanità pubblica, l’istruzione, la cultura ecc… Al prof. Majocchi è toccato prevalentemente parlare sulla 2° traccia legata alle commemorazioni per i cento cinquanta anni dell’unità d’Italia. L’ invito è a collocare questa unità nel quadro più vasto del processo di unificazione europea, cogliendo le nuove opportunità e non trascurando i nuovi problemi e i nuovi rischi. Il progetto auspicato dovrebbe condurre ad una nuova unità federale italiana nel quadro di una unità federale europea. Majocchi ha delineato a grandi linee le radici unitarie della cultura europea e il senso di comune appartenenza all’Europa dei suoi cittadini fino all’800 quando sorgono gli stati nazionali e le inevitabili rivalità fra di essi. La nazione quando coincide con lo stato, ha detto, diventa violenta e si generano le guerre, legate agli egoismi nazionali. Ha sottolineato la ”artificialità” degli stati nazionali“ che sono “polvere senza sostanza” se non sono inseriti in un contesto più vasto di “governo del mondo”. Il ruolo degli stati nazionali non è però sostituibile; una federazione europea che avesse come membri diretti, non gli stati come adesso, ma centinaia di regioni finirebbe per soccombere soffocata dai particolarismi prevalenti. Gli stati nazionali devono rinunciare alla loro sovranità assoluta per delegarla ad una comunità superiore che sola potrà garantire il rispetto delle regole e quindi la PACE. L’anarchia internazionale, in assenza di un organismo internazionale efficiente, dominata dalle rivalità fra stati nazione ha procurato le due guerre mondiali, che hanno distrutto l’Europa. Ora il processo di integrazione europeo iniziato nel secondo dopo guerra sta creando un’entità comunitaria che dovrà sfociare negli Stati Uniti d’Europa, con un governo europeo, cioè con una politica estera e di difesa condivisa; l’Ue, col suo cammino di integrazione democratico, dovrà essere il preludio agli Stati Uniti del Mondo. Il federalismo sia interno (quello italiano è già in cammino ma la strada è lunga e ad ostacoli) che esterno, cioè quello europeo, dovrà però essere solidale e basato sul principio di sussidiarietà. La solidarietà non è solo un imperativo etico ma anche un’esigenza di realismo politico perché se i divari fra regioni non vengono affrontati tramite un’efficace solidarietà interregionale producono inevitabilmente flussi migratori incontrollabili, instabilità politica, guasti economici ed ecologici, destinati a compromettere la qualità della vita delle regioni più ricche. Nella foto l'intervento del prof. Maiocchi

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Armano Gozzano

Armano Gozzano
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!