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La Liberazione 80 anni fa
«Vinse l’onestà e il coraggio per il bene di tutti»
«Nessun regalo, costi alti di vite e di arresti nello sviluppo economico e sociale»

Sono trascorsi ottant’anni dall’aprile 1945. Un segmento temporale breve, se paragonato al corso della storia di un popolo o di uno Stato. Per noi italiani, una frazione invece determinante e ricca di significato. Abbiamo ancora vivi i ricordi, le immagini, i documenti dei genitori e dei nonni che vissero quella primavera del ‘45.
Oggi, organizziamo e viviamo la Festa della Liberazione. In migliaia di località, dalla montagna alla collina, dalla costa ligure alla pianura, ci ritroviamo tutti a ricordare la sconfitta del regime fascista e della sua replica nefanda nella Repubblica Sociale Italiana; a ricordare la sconfitta dei tedeschi che ci occuparono e furono autori, sempre uniti ai fascisti, di stragi e violenze.
Dopo 18 mesi di difficile e drammatica Resistenza, le formazioni partigiane, la popolazione civile sempre di appoggio, le missioni alleate a sostegno, realizzarono il riscatto della nuova libertà.
Nella primavera del ‘45 non vi fu una intesa fra le parti in conflitto, ma vinse l’onestà e il coraggio per il bene di tutti, contro l’arroganza e i privilegi, contro la non cultura e la violenza dei nazifascisti.
Ecco perché fu una Liberazione. Fu un momento di catarsi collettiva, tanto attesa. Nessun regalo, costi alti di vite e di arresti nello sviluppo economico e sociale. Gli antifascisti vittime del ventennio, i giovani, operai e contadini, cattolici ed ebrei, ex militari ed alpini, tutti vollero cambiare pagina, riscrivere una nuova storia.
Efficacemente sottolineava Italo Calvino, in un articolo per inserto su "La Repubblica" del 25 aprile 1985, riferendosi alla Resistenza vissuta in Liguria: «Ciò che chiamiamo Resistenza in molti casi fa parte della memoria familiare, della storia privata prima che pubblica. Questo è in qualche misura vero per tutte le guerre, ma lo è particolarmente in questo caso, dove era meno netta la separazione tra combattenti e popolazione civile, e il comportamento delle donne e degli uomini nella vita quotidiana era il fattore decisivo, il reagire delle persone normali a circostanze eccezionali...la Resistenza si presta male alle interpretazioni dottrinarie, la sua realtà era piena di gente semplice e umile e oscura come gli italiani di allora...».
La Liberazione del ‘45 che oggi celebriamo ci ha regalato la Libertà, sì una Libertà maiuscola perché valore assoluto e morale. Beppe Fenoglio sempre ci richiama all’alto concetto di lotta per la Libertà: «E Chiodi si voltò un’ultima volta e disse, con la faccia stanca, aggravata dalla barba trascurata: - Ragazzi, teniamo di vista la libertà». (da Il partigiano Johnny, edizione Einaudi, Torino 2022, Et Scrittori, cap. 2, pag. 25).
Ed ancora Fenoglio: «Partì verso le somme colline, la terra ancestrale che l’avrebbe aiutato nel suo immoto possibile, nel vortice del vento nero, sentendo com’è grande un uomo quando è nella sua normale dimensione umana. E nel momento in cui partì si sentì investito – nor death itself would have been divestiture – in nome dell’autentico popolo d’Italia, ad opporsi in ogni modo al fascismo, a giudicare ed eseguire, a decidere militarmente e civilmente». (da Il partigiano Johnny, al termine del capitolo IV).
Liberazione e Libertà non sono affatto termini sequenziali per mera gemmazione. La Liberazione fu un insieme di azioni organizzate da CLN e partigiani, dalla popolazione civile. La Libertà, invece, è un grande patrimonio di attese e speranze, di risultati e di scelte compiute, ma anche di obiettivi da raggiungere. La Liberazione è un dato storico puntuale, la Libertà è un divenire.
In queste settimane è uscito il libro La nostra libertà edito da Interlinea. E’ la raccolta di alcuni discorsi del nostro Presidente Sergio Mattarella sui temi della libertà, della democrazia.
Mattarella scrive: «Il 25 aprile è, per l’Italia, una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia... la democrazia oggi vuol dire anche battaglia per la legalità e lotta severa contro la corruzione e le mafie...».
La Libertà è l’oggi e deve restare sempre. Mattarella ci ricorda il binomio stretto fra libertà e giustizia, due termini e valori non separabili. C’è libertà se c’è giustizia sociale, economica, culturale e nell’informazione, nell’espressione artistica e nel confronto delle idee.
Papa Francesco ci ha sorpreso ancora, coniando una nozione alta e nuova di libertà, una libertà non individualistica, ma sociale. Libertà anche per il vicino, per l’altro, per il diverso, per il bene di tutti.
Papa Francesco sostenne:«La libertà rende liberi nella misura in cui trasforma la vita di una persona e la orienta verso il bene. Per essere davvero liberi abbiamo bisogno non solo di conoscere noi stessi, a livello psicologico, ma soprattutto di fare verità in noi stessi, a un livello più profondo...Se la libertà non è a servizio del bene rischia di essere sterile e non portare frutto...Sappiamo invece che una delle concezioni moderne più diffuse sulla libertà è questa:“la mia libertà finisce dove comincia la tua”. Ma qui manca la relazione! È una visione individualistica. Invece, chi ha ricevuto il dono della liberazione operata da Gesù non può pensare che la libertà consista nello stare lontano dagli altri, sentendoli come fastidi, non può vedere l’essere umano arroccato in sé stesso, ma sempre inserito in una comunità. La dimensione sociale è fondamentale per i cristiani, e consente loro di guardare al bene comune e non all’interesse privato».( Papa Francesco all’Udienza Generale, Sala Nervi, 6 ottobre 2021).
Aggiungo, libertà anche nella ricerca e narrazione storiografica. In questi giorni si susseguono le uscite editoriali sui temi del fascismo, della Resistenza e della lotta di Liberazione. Vi sono due pericoli: il primo, costituito dal tentativo maldestro di alterare la storia fornendo letture strumentali e propagandistiche, palesemente militanti e revisioniste; il secondo, costituito dall’obiettivo di ideologizzare e rendere monocolore la Resistenza che fu invece di molti e fu plurale.
La Libertà poggia sulla verità storica, sul sentire diffuso e sull’impegno di tutti, sulla condivisione etica e culturale, contro le rivendiche identitarie di parte ed esclusive.
Il 25 aprile accomuna oggi, proprio perchè la Liberazione ci fu anche per coloro che fecero allora scelte differenti ed errate.
Profili monferrini
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