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  • 02 giugno 2011
  • Casale Monferrato

Lo scandalo sanità e i conti della Regione Piemonte

Cade Novara, cade Pavia, per un soffio il centro sinistra non ha la Provincia di Vercelli, cadono però, e quasi non ci si accorge, e non certo per colpa di toghe rosse, le teste di Caterina Ferrero, Assessore alla Sanità piemontese e con lei cadono sui pannoloni le teste della farmacopea associativa piemontese che, sui pannoloni pare facessero la cresta del 30%. Lo scandalo della Sanità piemontese la dice lunga su come Cota abbia sotto controllo la spesa sanitaria piemontese. E pensare che il centro destra aveva fatto fuoco e fiamme sulla riorganizzazione del sistema sanitario piemontese voluta dalla giunta Bresso. Pur avendo buone ragioni il centro sinistra però, nel suo complesso ha pagato un prezzo altissimo. La perdita dell’Asl ci è stata imputata come un cedimento all’unità del territorio e alla sua identità, sulla scorta dell’esperienza della sua distrettualizzazione sul territorio. Ma Cota, non si è fermato alla propaganda locale sul ripristino dell’Asl locale con Caterina Ferrero, ha proposto Asl interprovinciali. Noi, almeno l’ospedale l’abbiamo difeso, la sua centralità per il nostro territorio, gli investimenti, la necessità del rinnovo del turnover, la professionalità degli operatori sanitari l’abbiamo difesa e con onestà e continueremo a farlo, mentre qualcuno impone tagli e poi distribuisce favori con appalti truccati. Mentre Cota è impegnato a risolvere il problema del nuovo assessore alla Sanità, perde Novara, la sua città. Ma il centro destra perde ovunque e dove non si vota è dilaniato da lotte intestine come da noi e l’abbiamo denunciato da tempo, crisi amministrative prima, crisi politica oggi. I nodi stanno venendo al pettine. Tutti ormai sanno delle riunione segretate dove nemmeno il Sindaco si sente di intervenire nelle liti non su un progetto, non sulle prospettive della città, dei servizi ai cittadini, sul lavoro che non c’è, ma unicamente per occupare tutti gli spazi di potere utili a chiarire di chi è il comando. Mentre la città è lasciata sola senza risposta: dalle tariffe tarsu, ai rifiuti del centro, dai quartieri lasciati a se stessi alle case popolari da ristrutturare, mentre i consumi calano e le famiglie impoveriscono. Mentre questo accade, avanza demagogia e populismo e qualche referendum telematico per toccare corde ormai stonate di una coalizione frutto di un assemblaggio pasticciato. E la Lega? In questo ginepraio cosa ci sta a fare a sostegno di un PDL in crisi e senza prospettiva? E’ vero non si decide a Casale il che fare, deciderà Bossi, ma perché far finta di non vedere che tutto ciò con il federalismo, la trasparenza amministrativa, gli sprechi, non ha nulla a che fare? Né potrà valere a lungo rincorrere la denuncia degli errori delle precedenti amministrazioni per far da velo ad una crisi profonda che ormai lacera questa maggioranza. Noi continueremo una opposizione riformista non ideologica, centrata sui temi della città, del suo sviluppo, del suo futuro. Il Partito Democratico lavorerà nei prossimi mesi mettendosi a disposizione per la costruzione di una coalizione ampia e plurale che sia rappresentativa della parte migliore di Casale: Quella parte che quando serve la pubblica amministrazione per prima cosa si premura di pagare l’affitto del proprio studio o del proprio negozio. Perché la trasparenza comincia da chi guida altrimenti non la si può chiedere agli altri impunemente.

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