Transazione Eternit: la differenza tra le scelte dei cittadini e dell’amministrazione pubblica
di Enrico Bruschi
Per la seconda volta in poche settimane viene pubblicata su “Il Monferrato” una lunga lettera di Francesco Boverio in cui sostanzialmente si sostiene che, avendo un cospicuo numero di familiari di vittime dell’amianto accettato l’offerta di Schmidheiny (60.000 o 30.000 euro) e non essendosi levate critiche a quella decisione, sono prive di legittimità le critiche all’Amministrazione comunale che quell’offerta ha allo stesso modo accettato. Tesi che non solo appare scorretta, ma profondamente priva di rispetto per la scelta delle famiglie che hanno accettato la transazione. A nessuno può infatti sfuggire la profonda differenza tra le scelte di un singolo cittadino, spesso influenzate, talora pesantemente, dai più svariati fattori contingenti, di cui comunque nessuno ha il diritto di chiedere conto, quando queste non violino le leggi, e le scelte di una pubblica Amministrazione, che devono invece rispondere al comune sentire della comunità che rappresenta, all’etica, al senso di giustizia e che, in caso di un risarcimento, ha il dovere di valutare con il massimo rigore l’entità del danno. Se si considera il senso di giustizia è evidente che i risarcimenti proposti da una persona arricchitasi a dismisura, grazie ad una produzione che ha avvelenato per decenni un territorio, ed alla vendita in tutto il mondo di prodotti tossici, sono vergognosamente inadeguati (Costa Crociere ha offerto ai naufraghi, che hanno vissuto alcune ore di paura, 14.000 euro, l’indennizzo per i morti sarà presumibilmente di alcune centinaia di migliaia di euro). Ma anche in termini strettamente economici l’offerta al Comune è ben lontana dal rappresentare un congruo risarcimento del danno (...).
Un comportamento trasparente avrebbe imposto all’Amministrazione, su una vicenda che ha così dolorosamente inciso la carne dei Monferrini, un’ampia consultazione dei cittadini o, ancor più correttamente, la richiesta di un parere vincolante all’Associazione dei familiari delle vittime dell’amianto, che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma del mesotelioma e che solo chi è accecato da un preconcetto odio ideologico può delegittimare. Invece non è stato neppure concesso il Consiglio comunale aperto, anzi è stato richiesto lo sgombero dal pubblico dall’aula consiliare alle Forze dell’ordine, che saggiamente non hanno dato seguito a tale richiesta. Perché?
L’unico effetto positivo derivato dalla decisione scellerata del Consiglio comunale è stata proprio la fortissima reazione della nostra comunità, tanto disprezzata da Boverio e Zullo, che ha reso la vicenda Eternit fatto di rilevanza nazionale, con l’auspicio che anche la Regione e lo Stato, possano affiancarsi come parti civili al processo per ottenere non solo il risarcimento degli immensi danni, ma anche giustizia nei confronti dei criminali che tutt’oggi continuano la loro redditizia produzione portatrice di morte in varie parti del mondo.