Della Valle alla Ohio State: «Negli USA studio, mi alleno e seguo la Junior Basket»
di Alberto Marello
Il diciannovenne Amedeo Della Valle è uno dei prodotti d’eccellenza che la Junior Basket ha creato in questi anni. E il presidente rossoblu, Giancarlo Cerutti, lo ha ribadito durante la presentazione di coach Giulio Griccioli, proprio per testimoniare il buon lavoro che la società ha svolto in questi anni sui giovani. Figlio di Carlo, protagonista nella Serie A italiana con 461 presenze e in Nazionale, è partito da Casale e ora sta vivendo il sogno a stelle e strisce a Ohio State. Lo abbiamo contattato al rientro negli Usa al termine di un breve periodo di vacanza trascorso in Italia.
Amedeo, cosa si prova a vivere il sogno americano?
«La scelta di venire al College è nata più di un anno fa. Non è stato facile riuscirci, ho dovuto affrontare situazioni non facili, separarmi dai miei genitori e dai miei amici prima di tutto, una lingua nuova, abitudini diverse con persone nuove. Domenica sera (il 17 giugno, ndr), al mio arrivo al Campus, mi sono emozionato moltissimo, non vedo l’ora di conoscere tutto meglio, gli allenatori, i compagni di squadra, l’atmosfera delle partite ma per questo ci vorrà ancora un po’ di tempo».
A questo punto della tua esperienza statunitense, che differenze hai trovato tra il basket Usa e quello italiano?
«Non sono ancora in grado di dare giudizi sul basket dei College in quanto ci arrivo solo adesso. Anche in Italia ho solo conosciuto bene il basket giovanile, l’impressione è che negli Usa ci siano più fisicità e più atletismo che in Italia».
Che ricordi hai della pallacanestro italiana e in particolare di quella casalese?
«Di Casale prima di tutto ho dei bei ricordi a livello umano, una grande famiglia. Ci ho passato quattro bellissimi anni, ho un sacco di amici, penso che sia stato il posto ideale per crescere. Per quanto riguarda il basket sono stato molto fortunato, ho avuto allenatori bravissimi, ottimi compagni di squadra e la possibilità di allenarmi con la Serie A senza avere nessun tipo di pressione. Quattro anni consecutivi alle finali nazionali non si dimenticano facilmente. Non smetterò mai di ringraziare Marco Crespi e Lorenzo Pansa per come mi hanno formato sia in campo che fuori e, ovviamente, il presidente Cerutti per le strutture umane (e non) che mi ha messo a disposizione. Forse la cosa che mi ricordo di più della Junior è l’entusiasmo che tutti hanno».
E fuori Casale?
«I momenti più belli li ho vissuti con la maglia dell’Italia, non posso dimenticare il torneo in Spagna dello scorso anno, vinto dall’Italia, dove mi hanno premiato come miglior giocatore del torneo e come miglior realizzatore, ho il rammarico di non aver potuto disputare le ultime partite dell’Europeo dove ci siamo classificati quarti, per ultimo l’All Star Game under 18 con i migliori d’Europa, giocata in Lituania durante gli Europei».
Hai avuto modo di seguire la JC nell’avventura in Serie A?
«Certo, credo che la sfortuna sia stata determinante: nel momento cruciale si sono perse partite all’ultimo secondo con tiri quasi casuali, gli infortuni poi non hanno aiutato».
Ora cosa pensi che accadrà a Casale?
«Per quello che vedo adesso, penso che si stia iniziando una nuova era, sono convinto che si riuscirà a cominciare un nuovo ciclo. Come sempre, sarà determinante creare un gruppo affiatato. Spero ci sia spazio per i miei compagni delle giovanili».
Quanto ti senti ancora juniorino?
«Il primo risultato che vado a vedere è sempre quello della Junior e, se posso, seguo sempre il “play by play” su internet: la mia maglia italiana è sempre quella della Junior».
Cosa ti piace del college, dal punto di vista cestistico e non?
«In Italia avrei dovuto cominciare a giocare da professionista, qui posso continuare a migliorarmi senza troppe pressioni e, soprattutto, posso continuare a studiare. La laurea è uno dei miei primi obiettivi!»
Solo cinque italiani hanno giocato almeno una partita in Nba: Rusconi, Esposito, Gallinari, Belinelli e Bargnani. Sarai il sesto?
«Mi viene quasi da ridere quando tutti mi parlano di Nba! Certo, quello è un sogno ma in questo momento non so neanche quanto spazio riuscirò a trovare al College».
Quando ti rivedremo in Italia?
«In questo momento l’idea è quella di fare i quattro anni al College e prendere una laurea. Per quanto riguarda la Nazionale, spero di riuscire a partecipare agli Europei Under 20 della prossima estate».
Hai un augurio da fare alla JC?
«Una squadra che sappia entusiasmare e un palazzetto sempre pieno! Forza Junior!»
Alberto Marello